Ultimo giorno di scuola

Mi dicono che a volte alle future madri capita di fare strani sogni. Sognare, per esempio, di partorire un cucciolo di cane o di gatto.

Dicono che sia normale e dovuto all’ansia per il nascituro.

A me non è mai capitato, però l’ansia c’è stata e c’è ancora, per questa nuova avventura.

Fino a che non arriverò alla prima ecografia temo che le mie proiezioni mentali saranno sempre più nefaste, anche ora sono qui che penso al dottore che passa la sua bacchetta magica sulla mia pancia e vede cose che nemmeno Star Trek avrebbe messo in onda.

Non so se questo sia normale, ma accade.

Così come quando cado nella tentazione di girare nei forum delle neo mamme mi vengono i brividi, perchè quelli che una volta mi sembravano discorsetti interessanti oggi mi lasciano agghiacciata.

E va bene, ogni settimana clicco su un sito mitico che mi dice e predice che cosa succede dentro di me. Otto settimane, la cosina dentro di me è diventata un feto. Ossa, cervello… caspita…

e io l’unica cosa che posso fare è aspettare per questo lunghissimo mese, sperando che quando finalmente io e la cosina viva potremo incontrarci attraverso l’ecografia il cuoricino stia battendo, che tutto vada come ogni mamma spera. Come io non oso sperare.

Non riesco a dare per scontato nulla. Ho questa incredibile sensazione di portare in me un mistero.

Alla mia età non riesco a leggere senza un sorriso le altre neo mamme on line che si chiamano fra di loro “pancine” o cose simili. Leggo dei loro dubbi e vedo che per loro le risposte le avrei già tutte: ma per me le risposte non ci sono. Sono lontane, misteriose come la creatura che cresce in me.

So che nessuno può dirmi “andrà tutto bene”, dirlo sul serio.

Io ho gli abbracci di mia figlia, grande di età e di dolcezza in questa fase tanto delicata della mia vita. Ho le allucinanti proposte di mio figlio che vorrebbe un fratellino da chiamare Joe Caccola.

Cielo, è come se il tempo corresse troppo e fosse nello stesso istante fermo. Non accade nulla e tutto succede.

E oggi è l’ultimo giorno di scuola, e so già che piangerò, come tutti gli anni, all’uscita festosa delle prime e a quella commovente delle quinte.

E tutto corre, e tutto e fermo, e tutto scivola fra le dita e resta immoto, per sempre.

Gli stessi scalini, anno dopo anno, quelli che hanno visto i nonni dei bambini di oggi salire e scendere col grembiulino tanti anni fa, quegli scalini che anche i miei figli hanno percorso per anni interi, ora saluteranno un altra nidiata che si allontana, e a settembre accoglieranno i nuovi pulcini.

A settembre se Dio vorrà sarò lì col pancione, per l’ultimo anno di elementari di mio figlio.

Io, la mamma vecchia, quella che si è già fatta due giri di giostra e che adesso ha vinto un nuovo giro.

Tutto corre, tutto è fermo. Noi mamme sempre uguali e sempre diverse, con le borse e le bici, col giubbotto o l’ombrello, ora usciamo dai cappotti, come farfalle dalle crisalidi, aspettiamo i piccoli che attendono con ansia il suono dell’ultima campanella.

E poi, ecco il grido, l’esultanza di quelli che fremono dietro la porta, il fatidico squillo. I piccolissimi, che a settembre saranno già grandi.

L’ho visto accadere già tante volte, l’ho visto accadere a mia figlia, ora al secondo e… come posso anche solo sognare che mi succeda ancora?

Brutta cattiva gravidanza che mi rende sentimentale.

Brutta cattiva ondata ormonale che mi fa piangere per nulla.

E tutto corre e tutto e fermo, brutto cattivo il tempo che scappa quando non guardi, e rimane immoto se lo osservi.

Invidio un poco le mamme “pancine”, quelle che tirano sassate alle gestanti che vorrebbero magiare Kebab, che consigliano meravigliose vitamine e corsi di ginnastica che fanno miracoli… Mamme future che hanno letto un sacco di cose, che potrebbero laurearsi al corso Mamma Perfetta.

Madri che di certo avranno parti da favola e sapranno cambiare un pannolino a occhi chiusi prima ancora di aver partorito.

Sembra che nessuna sia terrorizzata, ma non ci credo. Sotto sotto stanno come sto io, e qualcuna sogna di partorire cagnolini.

E tutto corre, e tutto e fermo.

Perchè questo è il mistero e il miracolo della vita.

scrittura

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