Ballo in maschera nell’800 – dietro la maschera… Darcy!
Ballo in maschera nell’800, nella pudica Inghilterra Regency e nella severa età vittoriana? Ma certo che sì! Anzi, la Masquerade è una tradizione amatissima dagli inglesi di ogni rango, con una caduta di interesse solo negli anni ’70 dell’800.
Balli pubblici o privati, a tema o liberi, persino la corte ne ospitò quando la giovane Vittoria ancora nella piena vivacità della giovinezza si dava alle danze fra le braccia dell’amato Albert.
Ma cominciamo dall’inizio…
Ballo in maschera – le origini
Per una volta, ci troviamo di fronte a quacosa che non viene inventato in Inghilterra. Ebbene sì, se avete pensato al carnevale, alla Commedia dell’Arte, con i suoi personaggi tipici che col tempo sono diventati “le mascherine”, avete ragione. In effetti, le maschere si usano da prima che in Inghilterra si facessero i balli mascherati.
Non andiamo fino al teatro greco, o alle maschere usatee in cerimonie religiose, altrimenti restiamo qui per 12 saggi, parliamo di maschere usate per non farsi riconoscere, per travestirsi, per provare quel brivido dell’anonimato che permette di fare quelle cose che altrimenti non si potrebbero osare, per pudore, per rango o per occasione.
Se possiamo ritrovare le origini delle feste in maschera in Saturnali, nel mondo latino, o nelle Dionisie del mondo greco (entrambe le possiamo definire feste un filino orgiastiche, sotto alcuni aspetti), troviamo in varie culture antiche più o meno aspetti simili in altre festività: balli, canti, maschere, tutti insieme trallallà, due, tre, ci si apparta, o anche no.
Abbastanza istintivo, a quanto pare, questo genere di festeggiamento.
Con l’avvento del cristianesimo, nella controversa epoca medievale, periodo in cui si mangiava già poco e male al di sotto di una certa fascia sociale, mentre al di sopra si mangiava solo male – dal puntodi vista nutrizionale – i periodi di digiuno probabilmente facevano molta tristezza alla gente comune. Chi di carne ne vedeva già poca, non era contento di vedersela levar di bocca per il periodo quaresimale.
Il carnevale, carnem levare, era una settimana dedicata a riempire il più possibile la pancia prima dei digiuni e delle penitenze. Tenendo conto anche che all’epoca quando di carne si parlava si intendeva tutta, pure quella che si era santamente sposata (moglie che sovente era magari anche contenta di stare quaranta giorni libera dal pensiero di restar incinta), carnevale raccoglieva signifiicato di bagordi di ogni genere.
Aggiungendo le maschere, torniamo alle righe precedenti, e le feste, col passare del tempo, dal Medioevo al Rinascimento, con il mutar del senso religioso, mutò anche la stretta sul talamo. Un pochino. E comunque certe questioni eran più de predica che de facto.
De facto sempre rimase che il carnevale abbinato alle maschere, per primo a Fano nel 1300 (colpo di scena!) e poi in tutta Italia, si diffuse, culminando in alcune città quali Venezia dove i festeggiamenti divennero arte sartoriale e artigianale.
Il periodo d’oro del ballo in maschera
In Inghilterra la maschera l’abbiamo già incontrata in un’altra occasione, e anche in quel caso avevamo parlato dei Saturnali: eravano nel periodo natalizio, e stavamo festeggiando la Dodicesima notte.
La dodicesima notte – l’Epifania in epoca Regency
Anche in questo caso, avevamo parlato di maschere e di una notte di festa, balli e danze, anche se l’obiettivo era un’inversione dei ruoli, una festa in cui i padroni e la servitù siscambiavanoi posti e il Re della notte era colui che trovava nella grande torta la coroncina che lo designava vincitore del ruolo.
Se nel 1300 a Fano e in Italia si sviluppavano le prine forme di carnevale festaiolo e mascherato, arriviamo al 1500, che in Inghilterra corrisponde al fantasmagorico periodo Tudor, in Italia al fantasmagico Rinascimento, per trovare maschere teatrali in entrambi i Paesi.
Da noi si sviluppa l’importantissima Commedia dell’Arte (sarà definita così da Goldoni, pochi anni dopo la sua comparsa), mentre in terra inglese nascono i Mummers, le maschere elisabettiane, di cui abbiamo parlato sempre in relazione al periodo natalizio.

I Mummers, che resteranno poi come fenomeno folkloristico solo in alcune zone, non avranno alcun collegamento con il ballo in baschera, mentre i personaggi della commedia dell’arte, che non nascono come maschere ma come protagonisti fissi delle varie opere teatrali, diventeranno invece soggetti per la creazione di maschere per camuffarsi alle masquerades, non solo italiane
Ma la Masquerade, il ballo in maschera svincolato dalle occasioni specifiche, arriva in Inghilterra veicolato dall’estero, non direttamente dall’Italia.
Ballo in baschera fra teatri e ville
John James Heidegger, (Johann Jacob) (Zurigo, 19 giugno 1666 – Richmond upon Thames, 5 settembre 1749), è stato un impresario teatrale svizzero di masquerade ed opere nella prima parte del XVIII secolo. Fu il primo vero ideatore di balli in maschera a Londra, città in cui si trasferì dopo vari problemi finanziari in patria.
Dal 1710 in poi, come parte di un nuovo spettacolo commerciale pubblico, promosse il ballo in maschera, ancora sconosciuto nella Londra georgiana, all’Haymarket Theatre. La nobiltà londinese ne fu rapita e inneggiò Heidegger chiamandolo “conte svizzero”.
Anche se i moralisti protestavano e i sacerdoti predicavano contro tali attività (ci risiamo, in epoca elisabettiana i teatri erano stati chiusi e poi riaperti, con la morale c’era sempre qualche problema!), il fenomeno masquerade diventò una tendenza in tutta la Londra del XVIII secolo.

Non solo l’Haymarket Theatre: altri celebri luoghi di divertimento ben presto ospitarono balli in maschera, discussi e non del tutto accettati dai ben pensanti.
Andare a questi balli non era certo gratuito, ma una volta pagato il biglietto, nobili, borghesi e chiunque (anche truffatori e donne di malaffare) potevano mescolarsi alla folla mascherata. Insomma, dietro alla maschera poteva celarsi ciunque, cosa che rendeva questi eventi ancor più eccitanti.
Heiddeger ebbe gran fortuna, non solo “conte”, ma arrivò a essere chiamato persino “primo ministro” dei balli. Nel giro di poco tempo la moda del ballo in maschera si diffuse tanto da necessitare altri luoghi di ritrovo.
Fra i più famosi, Il Pantheon, un palazzo multifunzionale e mutisfortunato, di cui parleremo, che gareggiò in popolarità con Madame Cornleys e la sua Carlisle House:si trattava di una casa privata, nella quale venivano dati enormi e licenziosi balli in maschera.

I giardini du plaisir: il ballo in maschera si diffonde
Dopo Vauxhall e Ranelagh,i meravigliosi giardini in cui, dalla fine del 1700 anche il Principe di Galles partecipava agli eventi (Ranelagh inaugurò il suo primo ballo in maschera il 24 maggio 1759, giorni in cui il principe di Galles nacque), sale assemby rooms vennero costruite appositamente per i balli.
Nei giardini il ballo in maschera si univa alla possibilità di appartarsi, nelle sale l’affollamento permetteva una promisquità più interessante e la possibilità di usufruire anche di sale da gioco, salette private dove rinfrescarsi.
Siamo arrivati all’alba dell’epoca Regency, quella dei romanzi tutti balli, passeggiate e mercati matrimoniali.
Le Assembly Room
All’inizio dell’800 il ballo in maschera può avvalersi anche di altri luoghi dove trovare balli pubblici: le Argyll Rooms e l’Opera House.
Le Argyll Rooms erano un luogo alla moda per concerti, balli in maschera e altri intrattenimenti già dal 1806, quando furono fondate dal colonnello Greville, fino a quando il secondo edificio andò a fuoco nel 1830.
Il fuoco in effetti era il peggior nemico di queste sale da ballo, per il gran numero di candele che veniva impiegato per l’illuminazione: anche il Pantheon dopo due incendi perse del tutto la sua popolarità.
Appendice: il ballo in maschera e la letteratura (prossimamente)

https://www.digitens.org/en/notices/masquerades-london.htm
https://www.elizabethan-era.org.uk/elizabethan-masques.htm
https://www.regencyhistory.net/blog/masquerade-balls-regency-london
https://books.google.it/books?id=dWUAAAAAYAAJ&pg=PA121&dq=masquerade&hl=en&sa=X&ei=JziIUML_GtHgigL6q4CwCA&redir_esc=y#v=onepage&q=masquerade&f=false