Easter in art – la Pasqua nell’arte vittoriana
Easter in art – la Pasqua nell’arte vittoriana
La Pasqua nell’arte vittoriana ci sorprende per la sua modernità e per il messaggio che ci trasmette.
Oggi siamo immersi in una contro-cultura religiosa e spesso nemmeno conosciamo a fondo il senso della Pasqua. Per esempio, la parola “triduo” è sconosciuta a quasi tutti quelli che pure si dichiarano cattolici.
Perché Pasqua non è solo la domenica di Resurrezione, ma un percorso che culmina nei tre giorni del triduo, i giorni più importanti dell’anno liturgico.
I giorni del triduo pasquale.
Giovedì santo -Pasqua nell’arte vittoriana
Il giovedì santo è il giorno in cui si celebra l’istituzione dell’Eucarestia e si ripercorre l’Ultima Cena. Fra i riti di questa giornata troviamo la Lavanda dei Piedi, segno di perdono e amore fraterno, e la messa è detta In Coena Domini, in quanto appunto è tutta dedicata alla memoria dell’Ultima cena.
Il Vangelo di Giovanni:
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. V
enne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo».
Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!».
Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
Sono soprattutto l’arte rinascimentale e quella orientale a tramandarci immagini dell’Ultima Cena, anche perché era un’immagine che piaceva riproporre nei refettori dei conventi.
Ricordiamo l’esempio più famoso di questa iconografia, l’opera di Leonardo, ma vediamo che nell’800 questo tema viene ripreso sia da pittori russi sia fa Tissot.
Quella che viene raccontato nei dipinti ottocenteschi è una storia meno intrisa di simboli ma carica di impatto emozionale; essi ci portano in media res e colgono come istantanee i momenti più importanti del vangelo. Ricchi di particolari, perfettamente incanalati nel verismo di tardi ottocento, colpiscono lo spettatore trascinandolo nell’attimo e nel mistero.
In particolare, i pittori russi, con le loro luci e la drammaticità di rappresentazione, ci coinvolgono rendendoci parte della scena, trasmettendoci quasi i suoni, i profumi, in dipinti sensoriali che trasportano l’osservatore.
Il venerdì santo – Pasqua nell’arte vittoriana
Il venerdì santo è il giorno della Passione e Crocifissione di Gesù.
In questo giorno si entra nel mistero più profondo e incomprensibile per l’uomo: Dio si lascia uccidere, Dio muore.
È il giorno in cui cala il silenzio sulla Chiesa, in cui il cristiano è invitato a meditare sulla propria fede, a “misurarla”. Perché la morte, il Getsemani, sono parte della vita di ognino e ognuno è prima o poi chiamato a confrontarsi con la sofferenza.
In questo giorno e il sabato per tradizione le messe non contemplano la Comunione, segno forte dell’attesa in cui tutto il creato entra con la morte di Cristo.
Pasqua, oggi, è discesa: agli inferi, nel sepolcro, nell’angoscia degli apostoli, nel lutto di Maria e di chi amava Gesù. È il giorno della delusione, in cui possiamo fare nostre le parole “perché mi hai abbandonato” che Gesù rivolge a Dio: parole di un salmo, nel contempo preghiera e ammissione della propria debolezza.
Come Cristo sotto alla croce affida Maria a Giovanni, così affida a noi questa preghera, come a dire a ciascuno “anche quando senti che Dio non c’è per te, che Dio non esiste, che Dio tradisce, lì IO sono con te”.
Qui l’arte ci immerge in questo clima, ci mostra questa sconfitta di Dio chiedendoci con vigore di attendere, di affidarci, di prepararci. L’arte è quella del dolore, è arte che ci pone domande. È arte che ci fa entrare nell’attesa e nel silenzio.
Il sabato santo e la domenica di Resurrezione – Pasqua nell’arte vittoriana
Il sabato santo è il giorno che non c’è, perché è già domenica. Il terzo giorno del triduo è un giorno tutto rivolto alla notte della Resurrezione, è il silenzio dell’universo in attesa del grido di gioia che attraverserà la notte.
Perché Dio non muore, Dio non può essere imprigionato nel sepolcro, ma rompe i lacci della morte e si libera.
Il sabato è il giorno in cui si sta nella paura e nell’incertezza, ma già tutto sta cambiando e la gloria di Dio si sta manifestando.
È il momento della nostra ignoranza, ma soprattutto della gioia della scoperta.
Il sepolcro viene aperto, Gesù ne esce glorioso e trionfante.
La domenica è il giorno in cui la notizia si diffonde, viene assaporata, in cui tutti partecipano alla Resurrezione di Cristo, ma il momento più grandioso è quello in cui il sepolcro viene scoperto aperto e vuoto.
Credo che questa sia la parte più difficile da rappresentare, perché comunque troppo grande per la nostra comprensione e per essere chiusa nel simbolismo umano. Gesù esce dalla tomba armato di bandierona bianca e dorata, segno di eternità e trionfo, Gesù fatto di luce…
I pittori ottocenteschi co portano all’interno del sepolcro, proprio nella notte del sabato, ci fanno partecipi del risveglio nel sepolcro, conducendoci alla fonte di ogni speranza.
Portandoci dove l’uomo non è ammesso, ma l’arte sì: perché nulla come l’arte aspira ad avvicinarsi al divino, alla profondità della vita, al senso della nostra esistenza.
… Buona pasqua a tutti!
Le tradizioni di Pasqua vittoriane
Immagini da Pinterest;
http://www.tate.org.uk/art/artworks/blake-the-crucifixion-behold-thy-mother-n05895
wikipedia
http://19thcenturybritpaint.blogspot.it/2013/05/herbert-gustave-schmalz.html
Notre Dame Sites – University of Notre Dame