1816 – l’anno senza estate e la “piccola glaciazione”

1816 – l’anno senza estate e la “piccola glaciazione”

#scrivendo sarà l’hashtag con cui presenterò ai lettori piccole curiosità e ricerche che incontro e affronto nella stesura dei miei libri. Un viaggio nella scrittura, ma soprattutto nel passato, come piace a Miss Darcy!
La dama in verde, a differenza dei romanzi precedenti che trovano collocazione nel primo decennio dell’800, si apre sullo scenario strano e particolare del 1816, passato alla storia come l’anno senza estate.
L’ondata di freddo in Europa nel 1816

1816- l’anno senza estate

Il 1816 fu un anno molto particolare, che lasciò il segno nella storia per l’anormalità dei fenomeni atmosferici che lo caratterizzarono e gli valsero l’appellativo di anno senza estate, l’anno della povertà e Eighteen hundred and froze to death nei paesi anglofoni. In quel periodo le temperature erano già molto più basse rispetto a oggi, a causa di quella che conosciamo come la “piccola glaciazione”, che attraversò l’emisfero boreale dal Medioevo  a circa metà dell’800.

Proprio in questo anno ho voluto ambientare il terzo romanzo delle Dame Fantasma, la Dama in Verde, in quanto il clima cupo ben si adatta alla conclusione di questa piccola saga Paranormal Regency, o meglio Regency Ghost story.

L’anno senza estate – che cos’è

Nella Storia il 1816 non fu l’unico anno senza estate, ma ha avuto un altro illustre precedente, il 1258.

Queste due date sono accomunate da eventi infausti che ne hanno determinato la triste storia, ossia da potentissime eruzioni vulcaniche, che hanno proiettato ad altitudini elevate forti quantità di detriti. Queste “nuvole nere”, estese per interi chilometri quadrati, ricadendo poi verso il suolo, hanno determinato una serie di fenomeni a catena, il primo dei quali è sicuramente la coltre di nubi piene di cenere, che hanno ridotto per molti mesi l’irradiazione solare del suolo, causando danni innumerevoli.

Nel 1258, l’anno senza estate fu un anno di morti, carestie, epidemie: un’estate particolarmente fredda fu seguita, secondo le cronache, anche da un inverno eccessivamente caldo, che portarono gli effetti dell’eruzione a perdurare anche nell’anno successivo. Il quel caso, sono stati numerosi gli studi per capire quale vulcano avesse provocato questo disastro planetario, e il mistero è stato risolto solo poco tempo fa, in base agli studi incrociati di più studiosi, che unendo le analisi delle carote di ghiaccio alla dendrologia d altre discipline, hanno finalmente determinato la responsabilità del Salamas, in Indonesia. Un’eruzione così terribile da spazzare via l’intera capitale della popolazione dell’isola.

1816 – l’anno senza estate e la piccola glaciazione

Anche nel 1816 furono i vulcani a provocare gli effetti negativi sul clima, in particolare una catena di eruzioni: il vulcano Soufrière nell’isola di Saint Vincent nei Caraibi nel 1812, e il Mayon nelle Filippine nel 1814, avevano già eruttato abbondanti polveri e gas pesanti nell’atmosfera; a queste due era poi seguita una terza e ancora più violenta eruzione, quella del  Tambora, nell’isola di Sumbawa dell’attuale Indonesia.

All’epoca, la scienza non era ancora in grado di collegare i fenomeni e per la gente gli abbassamenti anomali delle temperature erano per lo più un mistero, quasi punizioni divine.

I risultati della cappa di cenere furono, anche in questo caso, molteplici, primo fra tutti la riduzione del calore del sole, che non potendo fornire adeguata energia alle piante, causò raccolti scarsi e fuori dai normali tempi di maturazione.

Questa anomalia fu accompagnata da abbondanti piogge e da temperature del tutto fuori dalle medie stagionali.

In particolare fu il Nord America a subire i danni maggiori, anche se Inghilterra ed Europa del Nord furono interessate da analoghi problemi.

Furono registrate nevicate e gelate in pieno agosto, e in alcuni Paesi fu segnalata neve rossa.

L’anno senza estate e la letteratura

Uno dei segni più incisivi lasciati nella letteratura dal 1816 è certamente legato alla stesura del Moderno Prometeo di Mary Shelley.

La giovane autrice, in compagnia della sorella Claire e del marito, il poeta Pierce Shelley, si recò in Svizzera, ospite del poeta Byron, nella villa di lui. Fra gli invitati anche il giovane medico Polidori, a sua volta letterato e scrittore.

La piccola compagnia, però, non riuscì ad avere la vacanza desiderata, in quanto un clima particolarmente freddo e piovoso impedì escursioni e passeggiate. Per passare il tempo, il gruppo si sfidò in un certamen letterario, da cui nacque in Mary l’idea del suo celeberrimo Frankenstein. Non fu l’unico capolavoro letterario concepito in quell’occasione: anche Polidori scrisse un romanzo, Il Vampiro, la cui qualità non è per nulla inferiore a quella del più celebre Dracula.

L’anno senza estate e l’arte

Anche l’arte ci ha raccontato l’anno senza estate, in dipinti che oggi vengono molto amati ma che non ricolleghiamo più a quell’anno specifico. Il più importante pittore che ha dipinto gli effetti delle eruzioni è William Turner, che ha raccolto nelle sue tele i tramonti dai rossi accesi, dovuti proprio al pulviscolo ancora sospeso nell’atmosfera.

In altri dipinti, invece, sono state fermate scene di paesaggi innevati, che a prima vista sembrano normali panorami invernali, mentre si tratta delle nevicate precoci che hanno devastato i raccolti.

Chichester Canal c.1828 Joseph Mallord William Turner 1775-1851 Accepted by the nation as part of the Turner Bequest 1856 http://www.tate.org.uk/art/work/N00560

Le conseguenze

La prima conseguenza dell’anno senza estate è sicuramente la carestia che caratterizzò i mesi successivi. I raccolti erano ridotti, contaminati (la pioggia e la mancanza di sole favoriscono le infestazioni fungine, che provocano non solo un’ulteriore distruzione dei raccolti, ma anche una secondaria contaminazione delle derrate conservate, che possono contenere tossine non termolabili e quindi pericolose anche in seguito a trasformazioni e cottura).

Oggi si collega all’anno senza estate la diffusione, nel 1817, del colera, in quella che è stata la prima pandemia. Originatosi nel Golfo del Bengala, il colera attraversò l’Eurasia mietendo ulteriori vittime.

I primi carri di derrate alimentali arrivano a Ravensburg nel 1817

Il 1817, fu, dunque, ancora peggiore del precedente, subendo le conseguenze dirette e indirette dei mutamenti climatici. In Germania fu definito «l’anno dei mendicanti» mentre in Svizzera, uno dei paesi più poveri dell’Europa del tempo, è «l’anno della disperazione».

L’albero della fame a Langenbeutingen

In Asia la situazione non era certo migliore: la provincia cinese della Yunnan, chiamata anche terra dell’eterna primavera, era caratterizzata da un clima mite e dalla fertilità dei terreni. Furono addirittura tre le stagioni di mancati raccolti di riso, provocando una carestia terrificante, che furono magistralmente trasformate in poesia da Li Yuyang, che scrisse liriche struggenti tradotte per la prima volta in inglese.

Come già accennato, il danno maggiore si ebbe in America: la prima spinta alla conquista dell’Ovest, alla ricerca di condizioni migliori di vita, ebbe proprio inizio in questi anni.

anno senza estate
27th May 1883: Clouds pouring from the volcano on Krakatoa (aka Krakatau or Rakata) in south western Indonesia during the early stages of the eruption which eventually destroyed most of the island. Royal Society Report on Krakatoa Eruption – pub. 1888 Lithograph – Parker & Coward (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

E per finire…

Sempre, in questi frangenti, si possono osservare curiose coincidenze. Il 1250, e in generale il 1300, fu un periodo molto fertile per la narrativa popolare e per… la caccia alle streghe, in particolare nei Paesi del Nord Europa. Gli anni della metà Ottocento furono caratterizzati da un ritorno del gotico letterario, mentre la fine dell’800 è segnata da spiritismo e ricerca paranormale. E nel 1883, una terza eruzione provocò, se pur in misura minore, un anno dall’estate fredda.

Una coincidenza, dicevo? Se pensiamo che la segale è uno dei cereali più diffusi nelle zone dove si sono registrati maggiormente questi “interessi”, e che il fungo contaminante più diffuso su questo cereale è la Claviceps, produttore dell’acido lisergico (analogo all’LSD)… Coincidenza, io non credo!!!

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#scrivendo…

Nel mio romanzo l’anno senza estate non è solo lo sfondo delle vicende, ma una costante presenza, che si affianca alle presenze soprannaturali e le rende ancora più vivide.

Cimiteri, ombre, nebbie, neve fuori stagione: dove arriva il paranormale e dove la realtà storica? Questo è un mistero che lascio svelare al lettore!

 

https://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2015-01-04/tambora-che-eruzione-081543.shtml?uuid=ABEvrhYC&refresh_ce=1

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2013/10/03/news/eruzione_vulcanica_devastante_xiii_secolo_mistero_risolto_-1830146/

https://www.corriere.it/scienze/13_ottobre_25/risolto-l-enigma-dell-eruzione-misteriosa-che-causo-l-anno-senza-estate-a5a695b2-3d71-11e3-80a6-86529379bbd1.shtml

Wordsworth Manor White Moss House near Grasmere by William Hart 1852 oil on panel Albany Institute of History and Art DSC08054 1
Wordsworth Manor White Moss House near Grasmere by William Hart 1852 oil on panel Albany Institute of History and Art DSC08054 1

 

 

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