Regency vs Victorian

 Regency vs Victorian: le luci e le ombre dell’Ottocento inglese.

 

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Regency vs Victorian: Periodo della Reggenza o epoca vittoriana? Forse a comprendere questa domanda saranno le lettrici accanite di romance storici. E di classici inglesi.

Perché, in fondo al cuore, credo che non si possa fare a meno di schierarsi per uno o per l’altro periodo, di sentirsi a casa fra le quiete pareti domestiche dei romanzi Regency o desiderare le burrascose avventure che l’epoca vittoriana ispira.

Me ne sono resa conto leggendo un post di Scarlett Douglas Scott sul nostro gruppo Regency & Victorian, nel quale ha inserito la “dichiarazione programmatica” delle nostre attività: ricerca storica, condivisione di curiosità, attività letterarie…

Scrive Scarlett:

Buongiorno mie care dame. Come sapete, la mia passione per l’800 non si limita all’Inghilterra, patria del Regency e del Vittoriano, ma a tutto il Continente. Stavo preparando una cosa breve per acculturarvi sulla cura ottocentesca di alcune malattie, quando mi sono imbattuta in un libro molto spesso e molto accurato sul Cholera Morbus, perciò pazientate, in settimana preparerò un articolo riassuntivo di quello che accadde in Europa e di come non-si curò questo morbo. Perché tutto questo sbattimento, mi chiederete? Per un motivo molto semplice. La stesura di un romanzo richiede accuratezza di ambientazione, di dettagli. Come avrete notato, Antonia vi sta fornendo molte informazioni che riguardano la vita femminile, fin nel più intimo e infimo dettaglio. Ma dove vivevano queste donne? Cosa stava accadendo attorno a loro, fuori dalle mura delle loro lugubri case bigotte e luttuose? E altro scopo di questi articoli è quello di ispirarvi storie più allettanti di una semplice love story sotto organze e merletti, spingendo le autrici a imbastire trame più realistiche, appassionate, sofferte, e sì anche terribilmente travagliate, sporche e fumose come lo furono tutte le città europee all’inizio dell’800. Accettate la sfida?

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La campagna inglese, idilliaca e serena

Mi sono resa conto, leggendo queste parole, che in effetti quello che io amo scrivere e descrivere è un mondo pulito, idilliaco, si potrebbe dire, fatto delle piccole cose e degli ambienti domestici descritti dalla Austen. Un mondo che di fumoso ha ben poco, anzi… un mondo ripulito dalle brutture della realtà, fatto solo di quelle sfumature interiori che mi piace analizzare, sondare, approfondire.

Mi è venuta in mente, chissà perché, Margaret Hale di Nord e Sud della Gaskell.

È come se l’Ottocento inglese, anche nella letteratura, fosse diviso in un ideale Sud e Nord: Regency vs Victorian.

Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone.
Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone, nel Sud.

Il Sud di Margaret è un luogo da sogno: pulito, verde, pacifico e pacioso, nel quale i giorni scorrono uguali e ritmati dalla natura e dalle stagioni. Helstone è un piccolo villaggio di campagna, in cui tutti si conoscono, dove la vita è gradevole e piena di piccoli, monotoni piaceri.

Il Nord, agli occhi di lei, è solo un luogo grigio, pieno del fumo delle fabbriche, del grigio di strade e case, in cui anche le persone paiono grigie, tetre, avvolte della stessa caligine della città.

Siamo, nel romanzo della Gaskell, in piena rivoluzione industriale, ma la divisione che ci propone è esistenziale: meglio il passato, il mondo pulito che ci siamo lasciati alle spalle, o il presente e il futuro, rappresentato da questo tetro Nord?

È, in fin dei conti, la domanda che mio sono posta io: Regency vs Vittoriano.

Che cosa cerco nei libri altrui, che cosa voglio regalare ai miei?

Margaret a Milton, la città del Nord
Margaret a Milton, la città del Nord

La risposta è arrivata prima della domanda, dalle parole di un’altra scrittrice, Lisa Molaro:

Quello che cerchiamo nell’epoca ottocentesca, quello di cui i nostri tempi hanno bisogno, è l’eleganza: un’eleganza che abbiamo perduto.

Aggiungo: la bellezza. Come Margaret Hale, anch’io cerco questo Sud, questo mondo Regency pieno di bellezza. La bellezza dei luoghi non ancora contaminati, la bellezza delle persone, dei sentimenti, della ricerca (o della conoscenza) di sé. Cerco luoghi in cui posso idealmente vedere il cielo, alzare gli occhi e riscoprire le stelle.

Cerco una Londra che è come una città delle fate, fatta di luce, di sogni ancora da realizzare, di abiti preziosi e musica, e danze, e ricerca d’amore.

Ma eccomi al punto: Regency vs Victorian. Si può dimenticare, o fingere di dimenticare, l’esistenza di un lato oscuro?

Un immagine della fumosa Londra vittoriana
Un immagine della fumosa Londra vittoriana

Perché la bellezza, nella vita e nel nostro mondo, non può essere né assoluta né eterna.

Ed ecco che Margaret scopre il Nord: scopre il grigiore, il freddo, il sudiciume della città industriale. Un mondo freddo anche dal punto di vista dei rapporti umani.

Il mondo vittoriano, più di quello Regency, è terreno di contrasti.

Nei romanzi della Austen i problemi della lotta di classe sono inesistenti: ne abbiamo un vago sentore solo a leggere bene quando i gentiluomini e le gentildonne parlano dei commercianti, degli avvocati, dei contadini, ma sembra di avere a che fare con un mondo congelato nei ruoli, una situazione immutata e immutabile. Lo stesso avviene coi fatti storici: le guerre contro Napoleone si risolvono in poco più che qualche accenno al Continente.

Emma, 1997
Emma, 1997

Il mondo dei romanzi Regency riprende appieno questo modo di presentare la storia. Una letteratura priva di morte, anche quando ci sono dei lutti (usati al massimo come espedienti letterari per appianare la via a qualche storia d’amore).

Ben diversa è la letteratura vittoriana, che con la morte ha costante contatto. Che non la disdegna, anzi, l’affronta con coraggio, lucida determinazione e serietà.

Non a caso è nella pittura di epoca vittoriana che fra i soggetti compaiono anche letti di morte, con famigliari addolorati all’intorno. E non a caso è in quest’epoca che nasce una vera cultura del lutto.

Regency vs Victorian significa comprendere quale aspetto prevale in noi, quale cultura stiamo dando alla nostra vita: il che non significa dimenticare o cancellare aspetti della vita, ma con quali colori stiamo dipingendo il nostro animo.

Jane Eyre
Jane Eyre

Per Margaret Hale accettare la vita al Nord significa accettare di crescere, di diventare adulta. E questo accade nel momento in cui ogni legame con Milton, la città in cui si è trasferita, si rompe.

Forse la vita è una costante lotta fra nord e Sud, fra Regency e vittoriano: fra la ricerca del bello e dell’astrazione e la presa di coscienza della caducità.

Regency vs Victorian: non ci deve essere per forza un vincitore. Non ci sarà mai. La vera vittoria la ricerca, costante, assidua, che conduce a scoprire la vera bellezza, insita in ogni aspetto della vita.

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