Modiste in epoca Regency – dove comprare un cappello
Le modiste in epoca Regency e vittoriana erano figure molto importanti nella moda femminile, in quanto cuffie e cappelli erano un accessorio fondamentale delle donne.
I cappelli erano estremamente importanti durante l’era della Reggenza e nessuna donna, ricca o povera, usciva mai di casa senza il capo coperto. Si trattava di un segno di modestia, di ubbidienza al galateo, ma non solo: data la difficoltà nel lavaggio dei capelli e a causa delle chiome spesso lunghe (anche se in epoca Regency troviamo anche capelli corti), tenere la testa coperta aiuta a mantenere puliti le chiome, a proteggerle da polvere e vento, sia che si tratti di una passeggiata in città sia che sia necessario andare in un campo a lavorare. C’erano vari modelli e utilizzi, per tutte le tasche, dalle più semplici cuffiette di stoffa grezza usate dalle lavoratrici ai cappelli più raffinati ed elaborati: ogni epoca ha le sue mode, ma la costante è che dietro un bel cappello, c’è sicuramente una brava modista.
Modiste in epoca Regency: quando e perché
In casa e fuori: in epoca Regency il cappello è un accessorio necessario per uscire, ma per chi resta in casa c’è sempre la cuffietta. Sono soprattutto le donne sposate e le signore anziane, oltre alle domestiche,a indossare morbide cuffie. L’epoca Regency è tempo di semplificazione, ma anche di falsa semplicità: sotto alle cuffie le acconciature sono poco elaborate, ma spesso le signore non rinunciano a riccioli perfetti ad incorniciare il volto.
Scrive Jane Austen:
Eliz. e io eravamo senza né Cappello né Cuffia, non sarebbe stato molto conveniente per noi andare a Cassetta (1796 – 6)
Una testimone molto attendibile sulla necessità di coprire la testa!
Modiste in epoca Regency
Fino a tutto il 1700 il cappello di paglia, molto largo e decorato, ha fatto furore: una via di mezzo fra la moda country inglese e quella delle corti francesi. La grandezza si intonava a quelle delle acconciature, delle parrucche sempre più gonfie e strabilianti.
Con la Rivoluzione in Francia e con le tasse sul talco in Inghilterra le parrucche spariscono e anche la necessità di cappelli enormi se ne va, ma la paglia continua a piacere.
La paglia necessaria per fare i cappelli proveniva da artigiani… ma da dove?
Milliner – chi è costei?
In Inglese il termine “Modista”, cappellaia è Milliner. Tutto comincia intorno al 1600, quando la creazione di cappelli si fa parecchio elaborata. In effetti, solo tra il XIV e il XV secolo i cappelli veri e propri emergono nelle culture occidentali al posto di veli e cuffiette. Per tutto il XVII secolo, i copricapi per le donne erano quasi sempre una variazione di un cappuccio o berretto progettato per avvolgere la testa e coprire i capelli.
A metà del XVI secolo nasce il termine “milliner”, per indicare il fabbricante di cappelli in relazione al grande centro della moda dell’epoca… Milano.
Nel Gran Ducato si detta legge per stoffe, fogge, stile e da lì arrivano le creazioni più preziose, le mode da seguire. Qui si producono sete, si trovano impagliatori: si esporta verso l’Inghilterra la modisteria. Sono i Millayne bonnet.
E così, da Milano a millayne a Milliner, il passo è breve, anche quando a produrre il cappello è una modista very british.
Dopo il Grande Incendio di Londra nel 1655, nascono nuovi quartieri di negozi, nei quali trovano posto anche le modisterie.
Non si tratta di negozi specializzati in cappelli, quanto di veri e propri bazar dove si può acquistare dii tutto, dal nastro al vestito: sarte e modiste cuciono e creano di tutto per tutti. In questi negozio troviamo scarpe, gioielli, servizio da tavola, orologi, calzetteria, tessuti, camicie, grembiuli, mantelli, berretti, cappelli, manicotti e guanti… una gioia per gli occhi, un po’ meno per i portafogli dei mariti.
In questi negozi si trovavano bambole, le milliner dolls, che venivano vestite di tutto punto per mostrare in miniatura gli ultimi modelli d’abbigliamento.
La produzione di cappelli
I cappelli di paglia erano intrecciati altrove, mentre le stoffe e i nastri venivano e tagliati nel negozio di Londra.
La produzione di cappelli di paglia era un’industria domestica e dava lavoro a centinaia di donne.
Come si può immaginare, il lavoro era duro e poco remunerativo, si lavorava per molte ore per raggranellare qualche spicciolo.
Gli easter bonnet erano i cappelli che ogni anni davano inizio alla bella stagione, sfoggiati per Pasqua e più leggeri rispetto a quelli invernali: spesso erano completamente di paglia e guarniti solo con fiori e nastri per l’uso estivo.
Altre volte i cappelli di paglia erano del tutto ricoperti di seta, taffetà o materiale simile, senza mostrare nulla del materiale di base che serviva solo per dare struttura e rigidità al cappello.
Bonnet o cappello?
In Inghilterra sono diversi i tipi di copricapo di moda in epoca Regency. Il bonnet è formato da un’anima di paglia, rigida, con un”aletta che protegge il viso dal sole più o meno pronunciata a seconda del periodo. La cuffia è in stoffa, può avere la stessa forma del bonnet o quella simile alle “cuffie da notte”, magari decorata con pizzi e nastri. In epoca regency si apprezzano molto anche i turbanti, che richiamano la potenza coloniale del Paese e fanno molto chic e moderno: piacciono alle giovani, si adattano a qualunque evento diurno o serale, a seconda del quale cambia la preziosità del materiale, si abbinano alle amatissime piume, che si usano soprattutto da sera. I cappelli differivano dai cappelli in quanto avevano corone morbide ma una tesa rigida, a volte fatta di paglia. I berretti erano morbidi, fatti di tessuto e spesso indossati sotto ai cappelli veri e propri per non rovinarli. Nell’immagine in alto a destra la tesa è stata alzata per mostrare la parte inferiore del cappello completamente rifinito con la fodera interna simile a un berretto.
Le piume si potevano comprare dalle modiste, ma in Francia c’erano i plumassiers, che vendevano piume di ogni uccello immaginabile. O di quasi tutti.
chi poteva permetterselo, aveva cappelli diversi per usi diversi:
Il Cappello è arrivato e mi piace moltissimo, è arrivato anche quello di Fanny; il suo è di Ermisino bianco e merletto, di forma diversa dal mio, più adatto per il mattino, e per la Carrozza – ovvero quello per cui era stato comprato – e il modello è tale e quale al nostro di Raso e Merletto dell’inverno
scorso – e circonda il viso esattamente come quello, con guarnizioni e un’ampiezza maggiore, e dietro una corona tutta intorno. Il mio Cappello ha una visiera davanti. Fiocchi larghi e abbondanti di nastro molto sottile (i vecchi due penny) sono la cosa principale. Uno forse sulla tempia destra, e l’altro all’orecchio sinistro. (1813 – 88)
La modista dei poveri
La moda dei cappelli, come dell’abbigliamento, correva rapida di stagione e in stagione e non tutte potevano permettersi cappelli nuovi in continuazione: l’abitudine di adattare di volta in volta cappelli già acquistati era molto diffusa.
Scrive Jane Austen in una lettera:
La prossima settimana darò il via agli interventi sul mio cappello, dai quali sai che dipendono le mie principali speranze di felicità. (10- 1798)
Bastava acquistare accessori più alla moda, magari nastri più larghi o stretti, fiori di stoffa o piume, o anche frutta di stoffa… e avere un po’ di manualità.
“Guardate [disse Lydia], ho comprato questo cappellino. Non credo che sia un granché, ma ho pensato che tanto valeva comprarlo. Non appena sarò a casa, lo smonto e vedo se posso ricavarne qualcosa di meglio.”
E quando le sorelle lo giudicarono brutto, aggiunse, con totale indifferenza, “Oh! ma in negozio ce n’erano due o tre molto più brutti; e quando avrò comprato un po’ di raso di un bel colore per rimetterlo a nuovo, credo che diventerà più che passabile.” (Orgoglio e Pregiudizio, cap. 16)
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Le lettere e Orgoglio e Pregiudizio sono tradotti da Giuseppe Ierolli per Jasit.it.