I vittoriani e gli animali esotici: quando la bisnonna allevava lemuri

I vittoriani e gli animali esotici: quando la bisnonna allevava lemuri

I vittoriani e gli animali esotici sono un binomio incredibilmente frequente. Scopriamo come e perché in epoca vittoriana si amava così tanto importare animali strani.

Ascolta l’articolo in podcast!

Gli animali da compagnia in epoca vittoriana

Gli inglesi amano gli animali, si sa: soprattutto cani e cavalli.

Ma fin dai secoli passati, anche altri pets si sono affacciati dalle finestre delle case british, in numero e varietà sorprendente.

Dopo i cani, che accompagnavano signori e dame da tempo immemorabile, anche il gatto ha cominciato a passare dal servizio in cucina come scaccia-topi a compagno sui cuscini del salotto. Lo testimoniano molti dipinti e in seguito foto che ritraggono padroni (soprattutto donne)  in compagnia dei felini.

I vittoriani e gli animali esotici

Non solo nelle case di campagna, dove cani e gatti hanno anche funzioni pratiche, ma anche in quelle di città, piccoli amici e confidenti di padroni di tutte le età.

Dei cani abbiamo già parlato, oggi proveremo ad accompagnarvi in un incredibile  viaggio fra gli animali esotici che approdano nelle case inglesi durante tutto l’800.

Il colonialismo e gli animali esotici

Fra il 1700 e il 1800 l’Impero britannico raggiunge il suo apice e l’arrivo  di animali esotici fa parte del pacchetto premio: con le navi arrivano in patria oggetti di ogni genere, sia per soddisfare la curiosità di parenti e amici sia per mostrare la potenza e il risultato economico raggiunto. In un’epoca in cui il mondo fuori dalla porta è quasi del tutto sconosciuto, per scoprire i segreti delle terre lontane a disposizione ci sono ben pochi modi: le illustrazioni dei viaggiatori, i diari di viaggio, e ciò che arriva fisicamente e viene messo in mostra.

Non solo animali vivi, ma spesso anche impagliati,  disponibili per questa e altre generazioni.

Il naturalismo dei vittoriani e gli animali esotici

Il periodo vittoriano è anche quello dello sviluppo del naturalismo, che diventa una vera e propria moda. Chi  può permetterselo, come già accadeva nel 1700, si crea piccoli museo domestici, nei quali vengono stipati oggetti disparati, dalle rocce ai campioni di tessuti animali, dalle collezioni di farfalle agli erbari… chi tornava dal Gran Tour, spesso iniziava la raccolta proprio con i souvenir di questo lungo e invidiatissimo viaggio.

Ma la disponibilità  dei microscopi, dei primi veri libri scientifici alla portata d’acquisto di tutti (pensate che anche Beatrix Potter si occupò di botanica, producendo  tavole di  alto rigore scientifico) trasforma il borghese e il nobile vittoriano in un piccolo scienziato.

In quest’ottica, la curiosità verso gli animali esotici assume una nuova connotazione, quella del desiderio di conoscenza.

Il vittoriano è un uomo  curioso, pronto e per nulla spaventato dal futuro. Lo vuole guardare negli occhi.

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I serragli vittoriani e gli animali esotici

Proprio in questo periodo nascono i primi zoo, con il nome di serragli.

Le famiglie reali hanno sempre avuto “serragli”, in cui venivano allevati animali di ogni genere. Possedere animali rari è un’ostentazione di potere.

La Royal Menagerie per secoli fu ospitata nella fortificazione dove viveva lo stesso sovrano, la Torre di Londra.

Intorno al 1700 nascono i primi serragli itineranti, precursori dei circhi veri e propri: qui vengono allevati in condizioni penose animali esotici o feroci, che possono essere visti dietro pagamento di un biglietto.

In un mondo in cui persino i pazzi diventano attrazione, anche gli animali nei serragli sono attesi e apprezzati.

Per arrivare al passo successivo, bisogna aspettare poco: il primo moderno zoo del mondo ancora esistente è il Tiergarten Schönbrunn a Vienna, fondato nel 1752 da Francesco I.

Uno dei più famosi serragli itineranti fu quello di Gottlieb Christian Kreutzberg, in cui lo showman si esibiva domando gli animali. Altri spettacoli prevendevano domatrici e altri intrattenimenti: le giovani domatrici erano una caratteristica del suo serraglio; la domatrice nota come “diciassettenne svedese” ebbe così tanto successo che Kreutzberg lasciò che sua figlia Emilie recitasse in questo ruolo finché non fu morsa da una iena e pose fine alla sua carriera. Dal 1863 in poi, Kreutzberg cambiò il suo programma, che in precedenza consisteva nel mostrare e spiegare gli animali rari, introducendo i trucchi di animali selvatici addestrati utilizzando la frusta.

Lo zoo di Londra

Lo zoo di Londra è il più antico zoo destinato ad uso scientifico, inaugurato nel 1828. Fu istituito da Sir Stamford Raffles nel 1826, che riuscì ad ottenere un terreno per la costruzione dello zoo, ma morì l’anno seguente per un ictus. Alla sua morte il terzo marchese di Lansdowne proseguì il progetto e organizzò la costruzione delle prime strutture per accogliere gli animali. Nell’aprile 1828 lo zoo aprì ai membri della Zoological Society of London; gli animali presenti all’epoca erano orici d’Arabia, cudù maggiori, oranghi e specie ora estinte come il quagga e il tilacino. Nel 1829 re Giorgio IV emanò un Regio decreto in favore della Società e nel 1847 lo zoo aprì al pubblico.

Presso lo zoo di Londra sono presenti anche la più antica casa dei rettili (1849), il più antico acquario (1853) e il più antico zoo per bambini (1938).

Charles Jamrach, i vittoriani e gli animali esotici

Ma da dove venivano gli animali esotici che riempivano le case vittoriane e i serragli?

Charles Jamrach fu il più importante commerciante di fauna selvatica, uccelli e conchiglie nella Londra del XIX secolo. Possedeva un negozio di animali esotici sulla Ratcliffe Highway, a est di Londra, all’epoca il più grande negozio del genere al mondo. Il rivale più vicino di Jamrach era Edward Cross, che gestiva un serraglio a Exeter Exchange sullo Strand.

Charles Jamrach ereditò il commercio dal padre nel 1840 circa. Diventò un importante importatore, allevatore ed esportatore di animali, vendendo a nobili, zoo, serragli e proprietari di circhi e acquistando da navi attraccate a Londra e nei porti vicini. La sua attività comprendeva un negozio e un museo – chiamato Jamrach’s Animal Emporium – sulla Ratcliffe Highway e un serraglio in Betts Street più un magazzino a Old Gravel Lane, Southwark.

i vittoriani e gli animali esotici
https://www.lookandlearn.com/blog/29671/charles-jamrach-attacks-an-escaped-tiger-on-a-street-in-londons-east-end/

Incidenti con animali feroci

Una statua al Tobacco Dock ricorda un avvenimento legato al commercio di animali feroci. Una tigre del Bengala, sfuggita dal negozio si trovò faccia a faccia con un bimbo di circa otto anni. Il bambino, incuriosito dall’enorme gatto, non si mosse e anzi era pronto ad accarezzarlo, quando il tempestivo intervento di Jamrach lo sottrasse letteralmente dalle fauci della belva. L’incidente fu a lieto fine, ma ad altri non andò così bene. Il primo resoconto di attacco mortale è del 1703, quando Hannah Twynnoy che fu uccisa da una tigre a Malmesbury, nel Wiltshire.

Le case dei vittoriani e gli animali esotici

Non solo serragli: gli animali esotici popolavano anche le case vittoriane.

Ovviamente non tigri e leoni, ma le scimmie e i pappagalli erano molto amati, già dal 1600.

Ci sono registrazioni di una mangusta, un lemure e un uistitì (un primate) domestici in famiglie di Londra all’inizio del 1700. C’è persino una menzione di un gerboa (si tratta di un piccolo roditore che salta, tipico delle zone desertiche).

Le drammatiche condizioni degli animali esotici

Essere catturati per soddisfare la curiosità dei vittoriani non era una bella esperienza per gli animali esotici: i viaggi erano lunghissimi, estenuanti, in condizioni proibitive. L’alimentazione in viaggio e una volta a destinazione era spesso inadeguata e la vita di quelli che sopravvivevano al viaggio era quella in cattività, in gabbie, sovente dovendo subire i capricci del clima così diverso dalle loro zone di provenienza.

https://www.lookandlearn.com/blog/29671/charles-jamrach-attacks-an-escaped-tiger-on-a-street-in-londons-east-end/

Il vombato di Rossetti

Dante Gabriel Rossetti rese famoso il suo vombato che divenne soggetto di numerosi schizzi da parte dell’artista. Sulla bestiola fu anche scritta una celebre filastrocca scritta dalla sorella di Rossetti, Christina; il piccolo marsupiale fu per diverso tempo il beniamino del movimento preraffaellita, anche se pare che Rossetti, incostante sotto ogni aspetto della vita, non sempre si ricordasse di prendersi cura di lui.

Il simpatico animaletto si chiamava Top, e fece anche da modello per un’illustrazione di Rossetti per Goblin Market di Christina.

https://austenauthors.net/exotic-regency-pets-plus-a-short-short-story/

https://www.lookandlearn.com/blog/29671/charles-jamrach-attacks-an-escaped-tiger-on-a-street-in-londons-east-end/

 

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