Il caudle – o caudel – un corroborante alimento Regency & Victorian

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Il caudle – o caudel – un corroborante alimento Regency & Victorian

Il caudle o caudel è una bevanda molto nutriente, una via di mezzo fra bevanda e crema, dall’origine antica, tanto che il suo nome deriva da “calidus”, caldo in latino, passando attraverso il francese antico nordico caudel, forma ancora in uso.

Un po’ come Mr. Woodehouse riteneva il porridge adatto a tutti gli stomaci e a guarir tutti i mali, il caudle era utilizzato come cibo ricostituente e somministrato a persone debilitate, in particolare fino all’età vittoriana alle partorienti e alle puerpere.

Veniva abbinato alle diete liquide che si credevano necessarie per i convalescenti.

Si trattava, tipicamente, di vino, latte o birra addensati con farina, farina d’avena o uova, zuccherati e speziati.

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La Holyoke Caudle Cup, realizzata in argento intorno al 1690 da John Coney , e conservata al Fogg Art Museum

Il caudle – la storia

Il Caudle compare in letteratura intorno al 1250, è citata nel libro di cucina di Langland nel 1300.

Nei secoli, sono state proposte innumerevoli varietà di versioni differenti, come la Almond Caudle datata 1400, fino alla ricetta di Francatelli, cuoco della regina Vittoria.

I caudles sono spesso raccomandati come bevande nutrienti o riparatrici, un toccasana per malati, convalescenti, persone anziane ecc: chiunque necessiti di un extra aiuto per tornare in forze, può affidarsi a un caudle per stare meglio.

Ricette antiche e moderne.

La prima ricetta sopravvissuta per il caudle, datata dal 1300 al 1325, è semplicemente un elenco di ingredienti: vino, amido di frumento, uva passa e zucchero per “ridurre la forza del vino”.

Un’altra ricetta ci arriva da un ricettario della fine del XIV secolo ed è già più complessa e dettagliata: mescolare pangrattato, vino, zucchero o miele e zafferano, portare a ebollizione, quindi addensare con tuorli d’uovo e cospargere di sale, zucchero e zenzero.

La versione almond del 1400 si trova in tre versioni: la birra o il vino vengono riscaldati e addensati con tuorli d’uovo e/o mandorle tritate, quindi eventualmente speziati con zucchero, miele, zafferano e/o zenzero; una delle ricette indica specificamente “senza sale”.

In sostanza, la base era sembra una bevanda alcolica leggera, con farine, zucchero, uova e spezie.

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Il caudle in ospedale.

Il British Lying-In Hospital è un ospedale fondato alla fine del 1700, come clinica ostetrica. Nell’opuscolo “Leggi, ordini e regolamenti” da esporre nei reparti, era specificata l’introduzione del caudle nella dieta delle madri che seguivano la “dieta povera” (la dieta liquida leggera pensata per il post-partum); una versione di caudle con birra era invece introdotto nella “dieta comune”; solo la “dieta completa” non comprendeva più la bevanda.

I medici, tuttavia, hanno dibattuto a lungo sull’efficacia del caudle nel periodo del parto, tanto che studi diversi fra sette e ottocento portano a conclusioni differenti.

Ricettari di successo

Versioni diverse vengono proposte in vari e famosi libri di ricette: Maria Rundell ha incluso un “caudle per i malati e le puerpere” nel suo best seller “A New System of Domestic Cookery” del 1806.

Anche Judith Montefiore nel suo “The Jewish Manual” (1846), la prima opera dedicata alla cucina ebraica in inglese inserisce una versione di caudle nelle ricette per i malati. Anne Cobbett (figlia di William Cobbett), cinque anni dopo, in “The English Housekeeper” propone varianti di caudles di farina d’avena o riso, con diversi tipi di alcol e condimenti, compreso il “capillaire”, uno sciroppo di capelvenere che si pensava avesse proprietà curative e ricostituenti. Nel capitolo dedicato al cibo per invalidi, scrive che “spesso quando l’abilità del Dottore ha salvato la vita del suo paziente […] spetta all’infermiera diligente preparare le bevande rinfrescanti e gli alimenti riparatori […]. Tutto ciò che è preparato per un malato deve essere pulito delicatamente, servito rapidamente, nell’ordine più bello e in una piccola quantità alla volta”.

Cake and Caudel

Il caudel era così profondamente legato al momento del parto che il modo di dire “cake and caudel” diventò sinonimo dei piccoli ricevimenti tutti al femminile che le amiche e parenti di una neomamma facevano per conoscere il nuovo bambino.

Le visitatrici, ammesse alla camera della neo mamma, venivano rifocillate con tota e con questa bevanda insieme alla puerpera.

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Altre bevande per malati

Il posset (anche storicamente scritto poshote, poshotte) era originariamente una bevanda calda britannica popolare a base di latte cagliato con vino o birra, spesso speziata, che veniva spesso usata come rimedio.

Nel XVI secolo la bevanda si è evoluta in una confezione a base di crema, zucchero e agrumi, che viene consumata ancora oggi come dessert freddo simile al syllabub (bevanda era a base di latte o panna, cagliata con l’aggiunta di vino, sidro o altri acidi, e spesso addolcita e aromatizzata. Il dessert omonimo è a base di panna montata, vino o sherry, zucchero e succo di limone).

I Buttered Toddy erano invece bevande calde a base di miele e succo di limone, aromatizzate con un pizzico di noce moscata. Questa miscela si aggiungeva a un bicchiere di rum e a burro e poi veniva diluita con acqua bollente: si beveva la sera e spesso era somministrata anche a scopo medicinale.

Le porcellane caudel

Essendo così diffuso, il caudel aveva uno specifico tipo di porcellana dedicato: le tazze erano simili a quelle da consommé, ma bombate come quelle da tè. Era, insomma, una tazza da tè con due manici.

C’era anche un pentolino apposito per la preparazione, presentava un solo manico e un beccuccio per versare la bevanda.

 

 

https://www.geriwalton.com/popular-drinks-of-georgian-era/

http://www.foodsofengland.co.uk/caudelorcaudle.htm

 

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