La cura dei capelli in epoca Regency
La cura dei capelli in epoca Regency
La cura dei capelli in epoca Regency e Vittoriana non era un affare di poco conto. Le foto delle splendide chiome delle signore ottocentesche le conosciamo bene tutti: a volte lunghe fino ai piedi, o persino oltre, le lunghissime e folte capigliature delle dame erano considerate un simbolo di femminilità. Il capello sciolto era considerato altamente erotico, ma doveva essere bello, lucido, ben curato.
Com’era possibile mantenere delle chiome perfette, senza shampoo e balsamo? E come facevano con quelle lunghezze ad asciugarsi?
Oggi ci addentreremo in questi piccoli segreti di bellezza, e scopriremo la cura del capello in epoca Regency e Vittoriana.
L’epoca della Reggenza eredita ancora alcune abitudini settecentesche, fra cui le parrucche e i capelli incipriati.
La parrucca, secondo alcune fonti, era diventata una necessità per la diffusione della sifilide che, oltre a far cadere i nasi, non era propriamente una cura di bellezza per capelli.
Le parrucche davano il colpo di grazia a capelli già maltratti e spesso celavano capigliature molto spelacchiate. Chi poteva e, finché poteva, tuttavia, esibiva i propri capelli, debitamente acconciati e incipriati.
Leggiamo nelle lettere di Jane Austen:
(Charles, Fratello di Jane) qui appare nella sua luce migliore rispetto a Godmersham, non circondato da estranei né oppresso dal dover sempre sorridere e incipriarsi i capelli.
I riferimenti all’abitudine maschile di una sana incipriata trova altri riscontri nel testo, così come in vari ritratti dell’epoca.
Si utilizzava talco o farina per ottenere l’effetto sui capelli acconciati.
Le dame, invece, specie di una certa età, utilizzano ancora abbondanti parrucche, sotto cui celano le scolorite e ridotte chiome.
La cura dei capelli in epoca Regency – le creme
Dell’epoca Georgiana, la pratica più disgustosa era certo l’applicazione di creme, considerate forse balsami per la cute, a base di grasso animale.
Lardo, in buona parte, che veniva spalmato sulla testa sotto alla parrucca, addizionato con oli essenziali (una antica ricetta specifica olio di timo e di garofano, oltre a midollo di bue).
Sotto alle parrucche, anche per mascherare i cattivi odori emanati dai grassi irranciditi e dalla cute stessa, i profumi erano necessari.
Fra le varie ricette reperite da William Savage per il suo articolo vengono citati grasso d’orso, olio di cocco, persino spermaceti. Certo tutto questo non contribuiva a migliorare la salute de cuoio capelluto, specie se immaginate il tutto trattenuto sotto una pesante e calda parrucca, ricettacolo di animaletti di ogni genere, più che felici della salumeria improvvisata fra i capelli.
A dare il colpo di grazia, soprattutto in Inghilterra, alla moda delle parrucche e della cipria sono tre fattori: il primo, il legame di queste mode con la Francia pre rivoluzionaria, il secondo la crisi agricola nel 1975, che rende meno disponibile la farina per usi non alimentari, e infine una tassa sul talco che costringe ad abbandonare definitivamente l’uso dei capelli imbiancati.
All’inizio dell’Ottocento dunque le donne cominciano a mettere in mostra i loro capelli e a considerarli seduttivi, quindi anche a curarli con sempre crescente attenzione.
Il capello femminile è così provocante che una fanciulla di sani principi non esce mai a capo scoperto, ma indossa cuffiette o cappellini, non solo per preservare le chiome dalla polvere e dal vento.
Nelle sere di gala, però, a balli e concerti e cene, via libera a capelli intrecciati e raccolti con piume, perle, perline, fiori, pettini, retine… anche se rimane inelegante mostrare la nuca.
Il capello, perciò, appena vengono abbandonate le parrucche e la cipria, viene curato e pulito.
Le cuffiette, di giorno, vengono utilizzate anche in casa, specie dalle donne sposate e da quelle che devono occuparsi delle faccende: riparare i capelli da polvere, farina e quant’altro, è utile a rimandare i lavaggi e a preservare un po’ le pettinature, non facili da fare.
Di notte, la cuffia è altrettanto utile, non solo d’inverno per tenere la testa al caldo con le temperature non proprio confortevoli nelle case, ma anche per salvare le chiome. Ci dice sempre Jane Austen:
Da quando sono tornata a casa mi sono fatta due o tre cuffie da mettere la sera, e mi risparmiano un’infinità di tormenti per acconciarmi i capelli, cosa che al momento mi permette di non preoccuparmene al di là di lavarli e spazzolarli, poiché i capelli lunghi sono sempre in trecce che non si vedono, e quelli corti si arricciano abbastanza senza bisogno di diavolini. Me li ha tagliati da poco Mr. Butler.
Questo breve spezzone della lettera non è l’unico a fare riferimento ai capelli e alla loro cura.
L’uso di spazzolarsi e pettinarsi era abitudine di tutte le signore, soprattutto la sera, per liberare i capelli da polvere e impurità.
A quanto pare, in mancanza dell’inquinamento, la tendenza a sporcarsi e appesantirsi era meno marcata rispetto a oggi.
Secondo alcuni siti olistici, nei quali si prova a utilizzare i sistemi di una volta per tornare a uno stile di vita più “naturale”, anche l’uso dei nostri moderni detergenti, per assurdo, rende i capelli più sporchi: una detergenza troppo aggressiva e troppo frequente, infatti priva il capello delle naturali difese e col tempo rende necessari sempre maggiori interventi.
In effetti, fra siliconi, lacche e altri cosmetici che si fissano sulle chiome, noi donne ci troviamo a combattere sempre più spesso anche con allergie e problemi vari.
Una buona spazzolata, trecce e cuffiette, insomma, aiutavano molto le signore a “non preoccuparsi troppo della cura dei capelli”.
Le donne, di sera, avevano cura di mantenere i capelli intrecciati o arrotolati attorno a strisce di stoffa o ai “diavolini”, piccoli bigodini per mantenere la forma dei riccioli.
In epoca Regency i capelli vengono tagliati e acconciati secondo la moda neoclassica, e i parrucchieri, che che finora si erano occupati, appunto, delle parrucche, diventano abili nel tagliare e acconciare.
Sempre da Jane Austen sappiamo che il parrucchiere sembra aver accompagnato addirittura la cliente in campagna.
Stamattina Mr Hall si è avviato verso Ospringe, con degli Stivali non certo insignificanti.
Ogni volta che fa i capelli a Elizabeth le fa pagare 5 scellini, e 5 scellini per ogni lezione alla Sace, senza tenere minimamente conto del piacere di stare qui, del vitto e Alloggio, dei benefici dell’aria di Campagna, e del fascino della compagnia di Mrs Salkeld e di Mrs Sace.
Verso di me ha i riguardi, che avevo sperato, derivanti dalla mia parentela con te, e per tagliarmi i capelli ha voluto solo 2 scellini e 6 pence, anche se dopo essere stati tagliati per Eastwell erano sistemati davvero bene, come se fossero stati per il Ballo di Ashford.
Il taglio spesso riguardava solo la frangia e i capelli attorno al viso, che venivano arricciati con ferri caldi.
L’operazione necessitava sempre di un aiuto: cameriere abili ad acconciare, ma anche sorelle e madri volenterose.
Sappiamo che Jane Fairfax, in Emma, aveva anche la non comune capacità di acconciarsi da sola e questa dote viene sottolineata più di una volta. Non era facile.
Il taglio di capelli era, in questo periodo, abbastanza frequente, non essendo ancora di moda la lunghezza vittoriana. Soprattutto intorno al viso, venivano regolati abbastanza spesso. Il taglio corto, che vediamo in alcuni ritratti, è però non un capriccio della moda, ma il risultato di una malattia, perché secondo la medicina dell’epoca, per guarire era necessario tagliare i capelli.
In questo caso, le signore si adeguavano e, in attesa che la chioma ricrescesse, si acconciavano come gli uomini alla Bruto, alla Tito, alla Cesare…
Eliza [Lloyd Fowle] dice di stare ottimamente, ma è più magra di quando l’abbiamo vista l’ultima volta, e non ha un bell’aspetto. Credo che non si sia ancora ripresa dagli effetti della malattia che ha avuto a dicembre. – Si è tagliata i capelli troppo corti sulla fronte, e non porta il cappello abbastanza calato sulla testa – tuttavia, nonostante questi numerosi svantaggi, sono ancora in grado di ammirarne la bellezza.
La cura dei capelli in epoca Regency – le acconciature
La moda neoclassica investe, oltre all’abbigliamento anche le acconciature femminili, che dopo le torreggianti sculture di capelli settecentesche si improntano a una simulata semplicità.
Nel Settecento le dame hanno portato in testa di tutto, impalcato sulle parrucche, o sulle chiome imbiancate di cipria, persino navi in miniatura: il nuovo secolo si apre all’insegna di una grazia discreta e delicata.
I capelli vengono raccolti, spesso divisi da una scriminatura centrale, e arricciati ai lati del viso.
Di moda anche i (bruttissimi) tirabaci, riccioli corti che incorniciavano il viso.
Nastri e fiori adornavano le acconciature più semplici ed eleganti, piume e decorazioni quelle più elaborate.
Per cappelli, bonnet e turbanti vi lascio andare a sbirciare nell’articolo apposito, così non vi annoio troppo dilungandomi qui.
La cura dei capelli in epoca Regency – le tinte
Se pensate che tingersi i capelli sia una prerogativa delle donne moderne, vi sorprenderà scoprire che la cura dei capelli in epoca Regency comprendeva anche la possibilità di cambiare il colore alla chioma.
Ci racconta Geri Walton nel suo magnifico blog che se una donna voleva cambiare il colore dei capelli, poteva usare diversi sistemi. Un modo scurire la chioma era lavarla con acqua di sorgente, e immergere un pettine in olio di tartaro, da passare fra i capelli alla luce diretta del sole. L’operazione andava ripetuta tre volte al giorno per otto giorni, al termine dei quali si sarebbe ottenuta la tinta nera.
Un altro metodo per ottenere riccioli neri consisteva nel mescolare un’oncia e mezzo di olio di costus (una pianta originaria dell’India) e mirto in un mortaio di piombo, a cui aggiungere mezza oncia di pece liquida, estratto di foglie di noce e laudano. A questa miscela andava aggiunto mallo di noce, nero-piombo e incenso: una miscela sana, insomma.
I capelli biondi si potevano ottenere prendendo un litro di lisciva preparata con le ceneri di rami di vite. Veniva aggiunta una mezza oncia di Briony (questo non so proprio cosa sia, non l’ho trovato da nessun’altra parte), radici di celidonia, e curcuma; due dramme di zafferano e radici giglio; e una dramma di fiori di verbasco, elicrisio, ginestra e erba di san Giovanni. La miscela veniva bollita, il liquido chiaro filtrato via, e dopo ripetuti lavaggi il risultato erano i capelli biondi.
La cura dei capelli in epoca Regency – come lavare i capelli
La cura dei capelli in epoca Regency comincia a comprendere anche il lavaggio, anche se la spazzolatura, preceduta dal passaggio di pettini e a volte da alcune gocce di oli essenziali, è il metodo più usato per mantenere i capelli lucenti.
In questo periodo l’igiene personale è ancora una questione dibattuta: lavarsi fa bene o fa male?
Quante volte prendere un bagno senza rischiare la salute?
Certo era facile pensare che l’acqua potesse provocare malattie: mancando riscaldamento adeguato, poteva non essere molto salutare lavarsi in inverno… ma all’inizio dell’Ottocento i pregiudizi verso l’acqua, accompagnata dal sapone, cominciano a essere superati.
Acqua e sapone sono, secondo gli esperti, il metodo migliore per il lavaggio dei capelli: il sapone viene sciolto in acqua tiepida e con questa soluzione si lavavano le chiome.
Se i capelli erano molto sporchi si usava diluire anche qualche grano di soda nell’acqua, mentre dopo il lavaggio, con un catino o una brocca di acqua tiepida o fredda si sciacquava il tutto.
A volte, dopo il lavaggio si passava sui capelli acqua di colonia o altro liquido alcolico per profumare e forse favorire l’asciugatura.
Mancando il Phon, i capelli venivano tamponati con asciugamani di morbido cotone o lino e poi pettinati e spazzolati a lungo, magari accanto al camino o al sole.
Insomma, il processo era abbastanza laborioso… comprensibile che si facesse una volta a settimana!
In epoca vittoriana, però, saranno vari i metodi di lavaggio del capello… ma di questo parleremo nel prossimo viaggio nel tempo.
Per approfondire:
http://www.missdarcy.it/labbigliamento-maschile-regency/
https://penandpension.com/2016/02/23/georgian-hair-care-pomades/
http://www.fashion-era.com/hair_hats_180040.htm
https://www.geriwalton.com/georgian-hair-womans-crowning-glory-and/
http://www.jausten.it/jalettere.pdf