Arthur Rackham Mago dell’Immagine
Fra gli illustratori vittoriani più importanti, il primo nome che viene spontaneo citare è Arthur Rackham, artista versatile, dal tocco inconfondibile e dalla capacità di trasmettere intense emozioni grazie alle sue tavole.
Arthur Rackham nacque a Londra il 19 settembre 1867, nel quartiere di Lambeth. Appartenenva a una famiglia piuttosto numerosa: egli era infatti il quarto dei dodici figli di Alfred Thomas Rackham (1829-1912) e di Anne Stevenson (1833-1920).
Arthur crebbe in una zona molto viva della parte meridionale del centro di Londra, in una casa affacciata sui resti del giardino botanico allestito nel XVII secolo dai due botanici John Tradescant il vecchio e John Tradescant il giovane: un panorama affascinante, certo favorevole a sviluppare la fantasia di un bambino. Fin da piccolo Arthur Rackham mostrò grandi capacità nel disegno, in particolare per la tecnica ad acquerello.
Dal 1879 al 1883 frequentò la City of London School, dove vinse diversi premi per il disegno.
Il suo interesse per la natura e per i particolari anatomici lo conduceva spesso a visitare il British Museum e il Museo di storia naturale di Londra, dove per esercitarsi riproduceva immagini degli esemplari esposti.
All’età di 16 anni fu costretto a lasciare la scuola a causa di problemi di salute e fu mandato in Australia insieme a due zie: il viaggio fu per lui occasione favorevole per dipingere e quando poté rientrare in patria portò con sé un gran numero di studi, schizzi e bozzetti.
A 18 anni intraprese gli studi presso la Lambeth School of Art, mantenendosi lavorando come commesso. Mantenne il lavoro dal 1885 al 1892, quando – dopo un anno di lavoro da freelancer – abbandonò il posto e divenne giornalista ed illustratore per il Westminster Budget.
Il suo primo libro di illustrazioni fu pubblicato nel 1893, in To the Other Side di Thomas Rhodes, ma la sua prima commissione importante fu quella per The Dolly di Anthony Hope, a cui seguì quella de Il prigioniero di Zenda: l’illustrazione di libri divenne la sua principale attività e rimase in attività come illustratore fino alla sua morte, nel 1939, ottenendo straordinaria popolarità.
I suoi lavori spaziavano in generi diversi, in particolare si occupò di edizioni di lusso di romanzi, e di libri di fiabe e di opere per bambini, tra cui la raccolta di fiabe dei fratelli Grimm (1900), Rip van Winkle (1905), Peter Pan nei giardini di Kensington (1906) e Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (1907).
Fra sue illustrazioni di opere per adulti sono particolarmente famose e apprezzate quelle per Sogno di una notte di mezza estate (1908), Undine (1909), Il Rhinegold e la valchiria (1911) e per i racconti di Edgar Allan Poe.
Durante la guerra di Boemia si dedicò alle illustrazoni per l’infanza anche dipingendo per alcune riviste illusrate.
Nel 1901 si trasferì a Wychcombe Studios vicino a Haverstock Hill e nel 1903 sposò la pittrice Edyth Starkie, sia vicina di casa, da cui nel 1908 ebbe una figlia, Barbara.
Ormai famoso come illustratore, varie mostre presso le Leicester Galleries non solo confermarono la sua fama, ma gli diedero anche sicurezza economica.
Vinse una medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Milano del 1906 e un’altra all’esposizione di Barcellona nel 1911.
Continuò a esporre in numerose mostre, la più celebre delle quali si svolse al Louvre nel 1914.
Rackham morì nel 1939 di cancro nella sua casa di Limpsfield.
L’importanza di Arthur Rackham
Arthur Rackham è fra i maggiori illustratori del periodo tardo vittoriano e georgiano, considerati l’epoca d’oro del libro illustrato. Fino all’avvento della Grande Guerra, i libri con illustrazioni a colori o in bianco e nero, considerate pregiate e molto amate da grandi e piccini, erano fra i più diffusi regali di Natale. I libri strenna erano edizioni spesso costose, destinate ad arricchire le librerie e a condurre i piccoli lettori ad amare la lettura.
Molti dei libri illustrati da Rackham furono prodotti in edizioni limitate de luxe, spesso legata a vellum e di solito firmate, accompagnate tuttavia da una seconda edizione in quarto meno prestigiosa, di qualità inferiore e di minor prezzo. Le opere di maggior successo uscirono persino in una terza edizione in ottavo, economica.
L’inizio della guerra nel 1914 tuttavia ebbe una notevole ripercussione sul mercato editoriale e queste edizioni persero pubblico: il gusto per il fantastico tramontò con l’alba degli anni Venti.
Le opere di Arthur Rackham tornarono in auge dopo la sua morte, sia in Nord America che in Gran Bretagna. Le sue immagini furono ampiamente utilizzate dall’industria del biglietto di auguri. Molti dei suoi libri sono ancora in stampa o sono stati recentemente resi disponibili in edizioni a copertina rigida o flessibile.
I suoi disegni e dipinti originali sono fortemente ricercati presso le maggiori case d’aste internazionali.
Perché piace Rackham?
Incantevoli e stupefacenti a colori, suggestivi e inquietanti in bianco e nero, il disegni di Rackham sono contraddistinti da una forte personalità. Il fantastico non è rassicurante, le fate non sono solo diafane e dolci, ma l’arte di questo illustratore ci racconta di un immaginario che non ha nulla di rassicurante.
I suoi toni sono spesso cupi, i colori sanguigni: l’ansia del secolo che si sta chiudendo, il passo verso l’ignoto e verso un tempo di incertezze si esprime pienamente nella sua pittura.
Per i bimbi, Rackham rappresenta quel brivido di deliziosa paura, per i grandi uno specchio per l’interiorità turbata e alla ricerca di nuove identità.
Il gusto per il particolare, sia esso anatomico o paesaggistico, che ben si adatta alla narrativa fantastica e fiabesca, rende le opere di Arthur Rackham unica nel suo genere e capace di coinvolgere il lettore anche emotivamente, in un gioco fra realismo e irrealtà che ben si adatta alle narrazioni da lui illustrate.
Anche per quanto riguarda la narrativa per bambini, l’arte di Arthur Rackham ci ricorda che le fiabe non sono poi così innocenti, ci rimanda ai messaggi più oscuri celati nelle storie.
Rackham ci ricorda quanto fragile sia l’innocenza, quanto precario l’equilibrio fra sogno e incubo.
Riesce a sviscerare le angosce nascoste e a farci sentire di nuovo bambini, mostrando, generazione dopo generazione, quanto dentro di noi esista un mondo molto più grande di quanto vogliamo ammettere.
https://en.wikipedia.org/wiki/Arthur_Rackham
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