Abiti di corte Regency: comodi come la carta vetrata

Abiti di corte Regency: comodi come la carta vetrata

Abiti di corte Regency: fin da bambine, ci hanno insegnato che questi vestiti erano bellissimi, d’oro e d’argento, e ricamati di  sete, splendenti dei riflessi di gemme preziose.

State  sognando anche voi, vero? Sì, anch’io.  Poi però ho scoperto una strana, buffa reatà sulla corte inglese (e su altre corti, ma stiamo sul pezzo) ed eccoci qui a  scoprire che il nostro bel sogno si infrange a causa della scomodità eanche del vago senso di non sense della moda da cortigiani.

Nella corte Regency vigono regole precise

Quando le signore (e i signori) si presentavano a corte in occasioni formali, dovevano aderire al Court Dress, ossia a modelli d’abbigliamento dalle regole molto rigide e che  non si indossavano da nessun’altra parte. La tendenza dell’epoca Regency, al contrario di quanto si può pensare, non è quella di portare nelle sale reali mussole e veli, quanto,  aderire a una moda più vicina a quella settecentesca, ma con alcune modifiche. Era il re (o la regina) a decidere: Vittoria  permetterà alle signore di portare abiti serissimi e corsetti, ma i poveri maschietti, fino alla fine del regno, gireranno con le brache al ginocchio che il resto del mondo ha relegato al secolo precedente.

Ma come si spiegano gli abiti di corte Regency?

La prima  cosa che penso quando guardo  i figurini dell’epoca, è che le dame somigliassero a statuine di porcellana con sotto la gonna un campanellino.

Ma poiché sono una persona seria, osserverò insieme a voi alcuni collegamenti storici che ci permetteranno  di dare un senso a quelle gonne impensabili da uno sano di mente.

Partiamo dal presupposto che l’epoca storica in cui ci muoviamo è molto particolare: i francesi avevano trasformato la  moda in scultura, l’abito da corte era l’icona della potenza francese.  Le dame furono le prime ad allargare le gonne coi cerchi, i panier, a stringere i corsetti, spiaccicare il seno fino a farlo salire alle  orecchie, a portare parrucche immense, cappelli ancora più immensi.

Poi le teste son cadute. Via tutto: si copia la moda “campagnola” inglese, più semplice e egualitaria.

Re Giorgio sale al trono e si  trova però di fronte una bella questione: dopo la Révolution, arriva Napoleon, con la su a corte rinnovata ferocemente, moderna,  anzi, neo classica. Mentre il re inizia i primi segni  di follia, la  saggia  regina rimane ancorata alla moda precedente, come a dire “fate quel che volete, cari francesi: noi abbiamo il nostro stile IMMORTALE”. Però. nel frattempo, il  punto vita si era pericolosamente alzato.

Abbassarlo significa darla vinta al nemico, perciò per tutto il regno di Giorgio III e quello di Giorgio IV la vita dei vestiiti da donna resterà alta, ma abbinata ai volumi preziosi, ai corsetti, a tessuti preziosi ma pesanti. Andare in giro  era praticamente uno sport.

Abiti di corte Regency

Gli abiti di corte Regency, un tripudio di piume

Le regole della Corte stabilivano che le donne dovessero indossare gonne con cerchi e strascichi, e che le piume di struzzo bianche fossero portate tra i capelli, attaccate a risvolti che pendevano sotto le spalle. Queste regole erano in vigore molto prima che Giorgio III salisse al trono. Ai tempi del suo predecessore le gonne erano gonfiate solo lateralmente dai panier. il colpo d’occhio era dunque su fronte e retro del vestito, a volte quasi degli arazzi, altre esposizioni di nastri i gioielli. Quando le donne furono finalmente ben addestrate a passare con grazia di traverso nelle porte e a pensare a se stesse come a carte da gioco, il nuovo regno ripotrò i volumi sul tondenggiante. Mannaggia.

Quando Giorgio III salì al trono nel 1760 si vede che Carlotta non ne poteva proprio più  di scivolare di traverso per il palazzo. Nell’ultimo decennio del XVIII secolo, la moda delle gonne larghe iniziò a evolversi nella linea sottile e verticale associata all’abito Regency.

figura 2

Figura 2 – marzo 1806

Ma  il dramma degli abiti di corte Regency doveva ancora arrivare

In epoca Regency non è che la  corte pullulasse di donne (Lady Oscar ci ha fatto immaginare le corti come un insieme di sae immense, piene di donne raccolte in  gruppetti spettegolanti, con ogni tanto un militare appresso). Noi serissimi nobili inglesi NON siamo bamboccioni che stanno a corte per mangiare a spese del re, siamo politici seri e solo qualche volta ci fregiamo dell’onore di un banchetto reale. Ma mogli e figli non hanno posto in una corte che ha principalmente uno wscopo politico.

Dunque, le donne vestite da campanella pasquale la  vediamo assai di rado.

  • Il debutto (volete saperne di più? seguitemi!)
  • il matrimonio con un pari
  • al conferimento di onorificenze al marito.

Figura 4

Figura 4 – Settembre 1816

Altre occasioni formali che richiedevano l’abito di corte erano i balli di festeggiamento per il compleanno della regina (gennaio) del re (giugno). Questi erano eventi solo su invito che coinvolgevano solo i membri più alti della Società. Qui, salutiamo il bianco debuttante e sfoggiamo le tinte di moda dell’anno, e se abbiamo abbastanza importanza, saremo NOI a dettare la tinta dell’anno.

Per le figlie, la presentazione a corte le ha contrassegnate come candidate sposate adatte al mercato del matrimonio. Per le mogli, le contrassegnava come membri rispettabili delle classi superiori della società e talvolta apriva loro porte che erano state precedentemente chiuse. La donna presentata era sempre sponsorizzata da un’altra donna che era già stata presentata. Di solito si trattava di sua madre, di sua suocera o di un’altra parente femminile. Se non aveva parenti a presentarla, c’erano alcune signore di alto rango che lo avrebbero fatto a pagamento.

Figura 3

Figura 3 – Febbraio 1808

Le presentazioni avvenivano al St. James’s Palace in occasione di eventi chiamati Drawing Rooms, dove il monarca e/o la sua regina ricevevano coloro che frequentavano la corte. I saloni di presentazione si tenevano due o tre volte alla settimana durante la stagione. Basandosi su lettere e diari dell’epoca, fu un’esperienza così stressante da essere considerata più un dovere che un piacere. La giovane donna da presentare stava a volte per ore (non si è mai seduti in presenza della regina) in attesa che il suo nome fosse annunciato dal lord ciambellano. Quindi si diresse verso il punto in cui sedeva la regina e fece un profondo inchino, che era stato praticato e praticato mentre indossava la gonna a cerchio. Furono scambiati alcuni convenevoli, la giovane donna rispondeva a qualsiasi domanda la regina le facesse, ma non di più. Quando la regina indicò che era stata congedata, la giovane donna fece un altro profondo inchino, e poi doveva uscire dalla presenza reale a ritroso (non si è mai voltato le spalle alla regina) pur affrontando l’ostacolo del suo treno per non inciamparvi. Davvero stressante!

Il re è matto, ma la gonna resta larga

Abiti di corte Regency aprile 1817

Figura 5 – Aprile 1817

L’inflessibile insistenza della regina affinché le donne frequentassero la corte in cerchi fuori moda continuò anche dopo che il re non apparve più in pubblico e i salotti furono ospitati dal principe reggente.

In socccorso alle dame di corte, che temevano prima o poi di somigliare a una palla, arrivò la misteriosa, anonima vera regina della moda: Mrs.Bell.

Questa dama senza volti disegnava gli abiti per la rivista più letta di sempre, la Belle Assembleé, che pur non essendo una rivista di moda ne faceva le feci.

Fu Bell a modificare più volte i corsetti per renderli più portabili. Solo grazie a lei, finalmente le donne… poterono seersi di nuovo a corte, in quanto il suo corsetto era abbastanza flessibile.

E ora sapete perché invece nella corte francese di Lady Oscar le dame stavano tutte ritte come fusi e a farci caso, manco c’erano sedie per le signore.

Abiti di corte Regency

Dopo che i Borboni riconquistarono il trono francese dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815, le riviste di moda in Inghilterra iniziarono a includere stampe di abiti di corte francesi. Si è tentati di credere che lo abbiano fatto per incoraggiare il principe reggente ad adottare uno stile più attuale di abito di corte mostrando le dame più alla moda della corte francese. Queste stampe, inclusa quella di   La Belle Assemblée nella Figura 4 , erano spesso copie esatte di stampe di moda che erano apparse in precedenza nella popolare pubblicazione francese, Le Journal des Dames et Des Modes. Ma d’altra parte, anche le francesi sbirciavano col canocchiale e copiavano la moda oltremanica…

Abito di corte luglio 1820

Figura 6 – Luglio 1820

Era un momento topico, quello in cui anche la musica della colonna sonora si ferma, si sente il soffio del vento e il respiro affannato del protagonista.

Giorgio, per tutta la reggenza, aveva lasciato le dame in gabbia (credo non facesse troppo caso alle signore), tuttavia, non allentò le regole fino a quando non salì al trono come Giorgio IV nel 1820. Finalmente, le donne poterono abbandonare i loro cerchi. (state serene,  fra 15 anni tornano: Vittoria li riammette e comanda.)

Le regole relative ai pennacchi bianchi nei capelli erano ancora valide, anzi, impoverendosi le gonne, le signore decisero di piumarsi per bene la testa e guardando le stampe di moda dei primi anni 1820, sembra che la stravaganza della gonna a cui si rinunciava con il cerchio è stata trasferita alla testa. I pennacchi divennero ridicolmente grandi e numerosi. La figura 6 , che mostra uno dei primi abiti da corte senza cerchiatura del 1820, esemplifica anche la nuova stravaganza per i pennacchi. Per fortuna le piume di struzzo pesano pochissimo, altrimenti la signora non sarebbe stata sicuramente in grado di alzare la testa.

Se può consolare le signore, le regole dell’abito di corte dei gentiluomini erano molto più rigide, e lo divennero ancora di più durante il regno di Vittoria.

Tradotto e ampliato dahttps://candicehern.com/

SuMiss Darcy:

Donne a righe nella moda vittoriana – Victorian stripes fashion

I colori di moda in epoca Regency

I colori di moda in epoca Regency

L’evoluzione della moda in epoca vittoriana

L’evoluzione della moda nel 1800 (1800-1840)

Halloween in victorian era – storia leggenda e tradizioni vittoriane

Per ulteriori informazioni sull’abbigliamento da corte, vedere queste fonti:

  • Nigel Arch e Joanna Marschner, Collezione di abiti di corte , Kensington Palace, 1984.
  • Sharon Laudermilk e Teresa L. Hamlin, The Regency Companion , Garland Publishing, Inc., 1989.
  • Philip Mansel, Dressed to Rule , Yale University Press, 2005.
  • Kay Standiland, In Royal Fashion , Museo di Londra, 1997.

 Per ulteriori informazioni sulle stampe di moda, vedere queste fonti:

  • Alison Adburgham, Women in Print: Writing Women and Women’s Magazine from the Restoration to the Accession of Victoria , George Allen and Unwin Ltd., 1972.
  • Irene Dancyger, Un mondo di donne: una storia illustrata delle riviste femminili 1700-1970 , Gill e Macmillan, 1978.
  • Jody Gayle, Fashions in the Era of Jane Austen , Publications of the Past, 2012.
  • Madeleine Ginsburg, Introduzione all’illustrazione di moda , Victoria & Albert Museum, 1980.
  • Vyvyan Holland, Piatti di moda colorati a mano 1770-1899 , Batsford, 1955.
  • Doris Langley Moore, Fashion Through Fashion Plates 1771-1970 , Clarkson N. Potter, Inc., 1971.
  • Sacheverell Sitwell e Doris Langley Moore, Gallery of Fashion 1790-1822 , Batsford, 1949.
  • Cynthia L. White, Riviste femminili 1693-1968 , Michael Joseph, 1970.
Pubblicità