Natale Vittoriano – tradizioni e curiosità

Natale Vittoriano – tradizioni e curiosità

natale vittoriano

Il Natale vittoriano è una grande festa… per i ceti più elevati.

Il nostro viaggio nel tempo, fra le tradizioni del periodo natalizio arriva oggi al culmine: vi ho accompagnati sulle tracce degli alberi di Natale, per scoprire le loro origini e tradizioni; abbiamo festeggiato insieme il Natale in epoca Regency. Ora vi accompagnerò nel regno della regina Vittoria, fra le strade di Londra e fra i sentieri innevati e silenziosi della campagna, per vicere il Natale dell’epoca vittoriana.

natale vittoriano

Natale Vittoriano – che cosa cambia?

In vari siti si legge che il Natale, fino al periodo vittoriano, era una festa poco sentita. In realtà, si trattava di una grande festività, ma gli eccessi vittoriani arrivano anche qui: il Natale vittoriano è una vera esplosione di festeggiamenti, tanto da adombrare tutte le precedenti abitudini.

Il segreto è nella stabilità del regno, nel periodo di crescita della nazione, nella nascita del ceto borghese che, anche nella magnificenza delle decorazioni e delle cene, afferma il suo potere.

Una lotta di classe a base di… alberi di Natale e regali. Ma oggi è poi diverso?

natale vittoriano
La festa di Natale de Il Piccolo Lord

Le decorazioni nel Natale Vittoriano

L’abete

Il primo elemento che balza all’attenzione è certo l’arrivo dell’Albero di Natale, fulcro del natale vittoriano: come abbiamo visto, fa la sua comparsa dopo il matrimonio di Vittoria con Alberto, che ne importa la tradizione dalla Germania. Qui vi rimando all’articolo apposito, così non vi annoio con doppie informazioni.

Nasce un nuovo commercio, tutto natalizio: abeti vengono importati dai paesi nordici, decorazioni dalla Germania…

Leggi anche: l’albero di Natale vittoriano

albero di natale vittoriano
Una christmas card: una famiglia porta a casa il suo albero di Natale

Nasce l’abitudine, per le signore, di trascorrere giorni e giorni nella creazione di addobbi per la casa e l’abete: nel periodo prima di Natale nelle case è tutto un tagliare, cucire, incollare, cucinare.

Ovviamente i più ricchi acquistavano preziose palline, delicati angeli, piccoli e costosi oggetti da appendere e da tramandare alle generazioni successive. I poveri erano esperti di riciclo e fai da te.

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La casa

È nel 1881 che viene pubblicata per la prima volta in Inghilterra, da J. P. McCaskey, la canzone Deck the Halls, inserita nella raccolta Franklin Square Song Collection.

Dei canti parleremo fra poco: questo, in particolare, ci ricorda l’abitudine di decorare la casa coi sempreverdi.

Fino all’epoca vittoriana erano decorazioni casuali, nella seconda metà dell’Ottocento saranno regolamentate anche queste decorazioni.

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Vischio e agrifoglio: si nota anche sullo sfondo, appeso ai quadri.

Nel 1881 la Cassell’s Family Magazine suggerisce come decorare la casa: non più rametti a caso, ma addobbi simili e organizzati in posizioni specifiche della casa.

Vischio sotto cui baciarsi, agrifoglio, rami di pino e abete… ogni pianta aveva la sua collocazione e il suo significato.

In città arrivavano carri carichi di agrifoglio raccolti nella campagna, ma non mancavano, nelle riviste, istruzioni per creare decorazioni con carta e altri materiali.

Le cartoline di Natale

Alle cartoline abbiamo già dedicato ampio spazio qui: troverete la loro storia e una gallery con le immagini più belle e divertenti.

Le prime cominciarono a circolare in epoca vittoriana, a partire dal ’43: dipinte a mano, litografate, serie o divertenti, soppiantarono presto le lettere natalizie e aprirono la strada a un nuovo mercato. Oggi, ci raccontano la storia di un’epoca.

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Fonte: bbc.com

Christmas Cracker

Un altro settore commerciale che nacque e si sviluppò col Natale vittoriano ha origine nel 1848, quando il pasticcere britannico, Tom Smith, inventa un nuovo modo di vendere i dolci.

Ispirato da un viaggio a Parigi, dove ha visto la diffusione dei bon bons (confetti avvolti in foglietti di carta) lancia l’idea del cracker di Natale: un semplice pacchetto pieno di dolci che si rompe rumorosamente.natale vittoriano

A quanto pare i primi cracker erano un po’ come i Baci perugina e contenevano una frase carina, probabilmente auguri natalizi, ma ben presto arrivò l’idea del botto: i cracker, infatti, grazie a una striscia di carta impegnata di fulminato d’argento o di un’altra sostanza chimica instabile, esplodono per frizione all’apertura.

I dolci poi sono stati sostituiti da piccoli regali: così li troviamo ancora adesso nelle case inglesi e del Commonwealth.

I cracker venivano utilizzati in vari modi: come segnaposto, appesi all’albero o alle decorazioni della casa… anche oggi fanno parte delle decorazioni più amate.

La festa di Natale

Similmente al periodo Regency, le feste principali erano il pranzo della vigilia e di natale. Per pranzo, intendiamo un pasto in fascia serale… dopo le quattro del pomeriggio.

Le pietanze erano quelle già presentate nell’articolo sul Natale Regency: per brevità riportiamo la predominanza delle carni, specie maiale e pollame vario; i dolci fra cui il pudding natalizio e vari biscotti speziati.

da tumbrl

Il tacchino si diffonde proprio in questo periodo, soppiantando l’oca.

Il banchetto natalizio vedeva riunite le famiglie, gli amici, i vicini. Al brindisi iniziale partecipava la servitù.

Non era prevista la messa di Mezzanotte, usanza cattolica, ma la funzione principale era la mattina di Natale.

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Il giorno di Natale era dedicato al pranzo, ma anche alle visite fra vicini, ai giochi coi bimbi, che per una volta erano accettati negli spazi al di fuori della camera dei bambini, ai balli, ai canti. E naturalmente a…

I regali

Non c’erano regole precise sullo scambio di regali: era una tradizione diversa in ogni famiglia.

Alcuni li scambiavano a capodanno, ma questa tradizione più antica viene soppiantata in epoca vittoriana.

Schiaccianoci e il re dei topi di E. T. A. Hoffmann, scrittore tedesco, poi musicata da Pyotr Ilyic Ciajkovskij nel 1891 per il suo balletto Lo Schiaccianoci è un concentrato di tradizioni natalizie ottocentesche.

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In generale, è in questo periodo che ai semplici dolci si sostituiscono veri regali (l’anima del commercio!) da scambiare in famiglia e con gli amici. Chi alla vigilia, chi la mattina di Natale, chi dopo il pranzo, i vittoriani onorano questa nuova abitudine pensando a piccoli o grandi doni per tutti, dal presente per la servitù alla bambola nuova per la piccola di casa.

Anche qui, spesso erano le donne di casa a confezionare i doni, a colpi di ago e filo, ma non sarà finita l’età vittoriana senza che la corsa agli acquisti non sia già cominciata.

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Dickens e il Natale Vittoriano

Non c’è storia: se non ci fosse stato Dickens avremmo dovuto inventarlo. Senza di lui, Natale non sarebbe quello che conosciamo oggi.

Col suo Canto di Natale ha cambiato la storia. E il cinema, visto che non c’è film natalizio a tutt’oggi che non contenga riferimenti alle sue storie di Natale.

In Christmas Carol ci viene tuttavia raccontato molto del Natale vittoriano: intanto, il fatto chiaro di come non per tutti Natale fosse giorno festivo. Per molti, soprattutto nelle fasce povere della popolazione, era lavorativo quanto gli altri, con la concessione, se era possibile, di un pasto più ricco del solito.

L’epoca Vittoriana è alla ricerca di una nuova spiritualità, è un’epoca destabilizzata, in mutamento, alla ricerca di nuove identità sociali, culturali e anche morali. Dickens e i suoi tre spiriti si collocano qui, a segnare come uno spartiacque il passaggio alla modernità.

E a smuovere le coscienze.

Christmas Carol

Il titolo dell’opera di Dickens si rifà a una tradizione a metà fra vecchio e nuovo. I canti natalizi non sono stati inventati in periodo vittoriano: molti sono antichissimi (Twelve Days of Christmas, I dodici giorni del Natale, è attestata già nel sedicesimo secolo).

La vera novità sta nella loro diffusione in questo periodo al di fuori delle funzioni religiose e delle case. Il caroling ci è giunto anche oggi… gruppi di cantori, spesso con costumi che richiamano l’epoca vittoriana, che vanno di porta in porta cantando.

Questa tradizione è molto folkloristica, ma ha origini meno nobili di quel che sembra. I cantori, infatti, affrontavano giorni di freddo e di neve girando fra case e negozi, sperando col canto di racimolare cibi e piccole mance per trascorrere meglio le feste.

In particolare, il giorno di Natale era favorevole per questa attività.

Il boxing day

A natale sono tutti più buoni. Così, nel giorno di Natale gruppi di poveri si riunivano per offrire canti natalizi in cambio di una piccola offerta: erano i carolers, che lungi dal trascorrere la giornata al freddo per puro spirito natalizio, cercavano di raggranellare qualche soldo per mangiare.
Ma era certamente il giorno dopo Natale quello in cui i poveri potevano aspettarsi miglior fortuna.
Il giorno di santo stefano, o meglio il 26, è noto come boxing day perché, dopo aver festeggiato in famiglia, i più ricchi scendevano nelle strade con scatole e cestini per condividere la propria fortuna coi poveri.
Era il giorno della carità, un po’ per quietare le coscienze, un po’ per mostrare agli altri di… potersi permettere anche di condividere.
Certo, c’era chi donava con vero spirito natalizio, ma per molti il boxing day era un pro forma di lusso.

Il natale vittoriano e Santa Claus

Santa Claus, noto con vari nomi e generato da una commistione di tradizioni, si diffonde in epoca vittoriana nel mondo anglosassone.

Sfatiamo un mito diffuso in epoca recente da Coca Cola: NO, non hanno inventato loro l’abito bianco e rosso di Babbo Natale per farsi pubblicità: abbiamo cartoline augurali ottocentesche, sia tedesche che anglosassoni, in cui Santa Claus è vestito con questi colori.

L’immagine che oggi associamo a Babbo Natale e i suoi colori sono molti più antichi delle manovre del marchio commerciale.

La tradizione che vede questa figura portare regali ai bambini si diffonde (probabilmente dalla Germania, sempre con Albert) in Inghilterra e poi da lì in tutti i Paesi. Alcune caratteristiche del suo aspetto richiamano quelle del Natale Presente di Christmas Carol, di Dickens.

Il magico portatorie di doni arriva negli Stati Uniti, dove sarà detrminato il suo destino: nel 1860, il Presidente americano Abraham Lincoln, come arma di guerra psicologica nei confronti della Germania, decide di ridicolizzare e caricaturare Babbo Natale.

È Thomas Nast, pittore emigrato dalla Germania nel 1846 a New York, a creare la prima immagine di Santa Claus grasso, tondo e rubicondo. Invece che dalla Germania, Santa Claus cominciò a fare il suo magico viaggio dal Polo Nord.

L’abito rosso, poi, si è affermato a partire dal 1885: fu usato nelle cartoline stampate a Boston dal tipografo Louis Prang e da lì divenne una vera e propria divisa.

La Coca Cola è stata molto furba a utilizzare prima la figura di Babbo Natale e poi a diffondere voce di averne inventato i colori.

Buon Natale!!

http://elisabethsissi.blogspot.it/2014/12/il-natale-vittoriano-tra-usi-costumi-e.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Christmas_cracker

https://www.bl.uk/romantics-and-victorians/articles/victorian-christmas

http://www.bbc.co.uk/victorianchristmas/history.shtml

https://it.wikipedia.org/wiki/Deck_the_Halls

https://it.wikipedia.org/wiki/E._T._A._Hoffmann

https://raccontidalpassato.wordpress.com/2015/12/17/lusanza-di-scambiarsi-i-regali-in-epoca-vittoriana/

https://it.wikipedia.org/wiki/Twelve_Days_of_Christmas

http://www.whychristmas.com/customs/carols_history.shtml

https://it.wikipedia.org/wiki/Canto_natalizio

http://elisabethsissi.blogspot.it/2013/11/babbo-natale-al-tempo-di-sissi.html

http://retroonline.it/24/12/2014/our-modern-society/cultura/victorian-christmas-frammenti-di-eta-vittoriana-nel-natale-di-oggi/47690/

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