La caccia in epoca Regency e Vittoriana

La caccia in epoca Regency e Vittoriana

La caccia in epoca Regency e Vittoriana è già una tradizione consolidata nella vita dei nobili e dei ricchi borghesi. Si tratta di un’attività legata all’autunno, che conduce fuori dalle città possidenti terrieri, amici, parenti e appassionati. Vediamo insieme alcune curiosità (io non le sapevo proprio!) sulla caccia inglese.

Breve storia della caccia

Breve… solo perché per raccontarla tutta ci vorrebbe un libro.

Le basi le conosciamo tutti fin dalle elementari, quando ci mostrano sui libri le prime dorme d’arte, le pitture rupestri con scene di caccia. La caccia, per secoli, è stata la forma principale di ottenimento di proteine animali.

Poi, quando si è affermato l’allevamento, la caccia ha assunto un ruolo marginale nella vita dei villaggi: di protezione dagli animali feroci e dai predatori degli allevamenti, a scopo iniziatico e per mantenere il controllo sul territorio occupato.

Fino al periodo Regency, fra le regole della caccia, c’era quella che prevedeva una specie di rito: il Maestro di Caccia bagnava il volto del cacciatore alla sua prima esperienza col sangue della volpe. Di solito il fortunatissimo era un bambino. Che allegra educazione…

la caccia regency e vittoriana

Tipi di caccia

Nella mia totale ignoranza, sapevo almeno che i cacciatori antichi usavano sassi, lance e frecce. Quelli più moderni il fucile. Mi chiedevo distrattamente a cosa servisse portare così tanti cani, ma suvvia, una passeggiata fa bene a tutti, poi il cane corre a prendere la preda e la porta al cavaliere, a qualcosa serve.

No. Lo so, cacciatori che mi leggete: una tal ignoranza è imperdonabile, ma voi, di rimando, sapreste elencare i vari tipi di cappellino indossati dalle signore vittoriane e le stoffe in base all’uso e alle occasioni?

Lascerò ad altri siti il piacere di raccontarvi la caccia d’appostamento (la più frequente nei cartoni animati), quella vagante, quella d’attesa e mi limiterò a entrare nello specifico british, che ci serve a inquadrare la Storia del periodo.

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La caccia nel mondo inglese

Se avete letto qualche libro ambientato nella Reggenza, o addirittura del periodo ottocentesco che ancora si occupa dell’alta società e non dei poveri e dell’industria, saprete che la campagna svolge un ruolo fondamentale nel mondo anglosassone, legato – ora nominalmente – a una gestione delegata alla nobiltà che domina nei vari territori in un sistema di derivazione feudale.

Chi possiede la terra ha una tenuta, nella quale viene mantenuta almeno una villa (manor), nella quale il proprietario gestisce il patrimonio terriero e non solo. I nobili nell’800 avevano ancora un duplice ruolo: quello gestionale e quello politico. Il primo, veniva svolto nei mesi estivi, quando c’erano da seguire il raccolto,  la tosatura ecc., il secondo veniva svolto nel mesi invernali, a partire da dopo Natale.

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L’autunno nel mondo inglese

Le case di campagna, per logica, erano dunque quelle più confortevoli, vissute dalle famiglie e destinate allo scambio di visite. Le signore erano più libere nel modo di vestirsi, gli orari più elastici, meno mondani i divertimenti ma più salutari. In più, la città d’estate era del tutto insalubre: le derrate alimentari spesso si conservavano male, il Tamigi era un nastro grigio e melmoso che si srotolava esalando miasmi, il caldo non si poteva combattere in nessun modo né nelle case dei poveri, né in quelle più ricche.

L’autunno era atteso spesso con molta ansia da chi soffriva di più dei difetti del calore estivo.

Gustave Courbet Il bosco in autunno 1841
Gustave Courbet Il bosco in autunno 1841

Viaggi

L’autunno arrivava e veniva a lenire con le prime piogge fresche la calura. Si aprivano i giorni della vendemmia, si cominciavano a raccogliere i frutti e le verdure autunnali.

Con la chiusura della vendemmia, in effetti non c’erano più motivi pratici per continuare a soggiornare in campagna, e talvolta le signore approfittavano di questo periodo per scambiarsi visite e per viaggiare verso parenti e amici, ma più spesso, affiancavano i mariti gongolanti e felici come bambini, fra cavalli e segugi.

La caccia non era un evento prettamente autunnale, la stagione della caccia, a seconda della specie delle prede, cominciava ufficialmente dalla metà di agosto o dai primi di settembre (dipendeva dal clima) e terminava con gli ultimi freddi invernali.

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Non solo nobiluomini!

I cacciatori non erano soltanto i nobili e i titolati: in epoca Regency esisteva una nutrita borghesia che poteva permettersi di curare affari senza trascurare svaghi anche costosi.

Il nostro pensiero corre a Mr. Willoughby, che dal primo momento ci appare munito di fucile e cani, quando si appresta a salvare Marianne (pensate, è così cavaliere che depone il fucile!)

Spesso W. Viene citato in abbinamento alla caccia, che sembra essere la sua vera, unica grande passione: avere abbastanza denaro per poter gestire un paio di cavalli da caccia… ah, che sogno!

È così nota la passione per la caccia di costui che il suo ritardo a presentarsi a Londra per la Season viene giustificato dal bel tempo “che trattiene i cacciatori in campagna” (Volume secondo, capitolo 5)

Non sembra che Jane Austen sia una appassionata di caccia: i suoi personaggi fichi non se ne occupano molto, mentre i più vanesi la annoverano fra le passioni. Bingley in O&P è lieto di potersi permettere una tenuta nella quale è possibile cacciare, ma non è il suo principale pensiero; Thom Bertram ed Henry Crawford, per fare un altro esempio, sembrano invece già più interessati all’argomento. Quando i signori uscivano a caccia di volatili o di prede non pericolose, signore e signorine potevano anche tentare di seguirli per passeggiare in compagnia. È quello che fanno le sorelle Musgrove in Persuasione.

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D’altra parte, caccia significa possedere cavalli costosi e poterli mantenere; significa avere armi e aver avuto tempo e modo d’apprenderne l’uso; significa a vere una muta di cani addestrata. E anche questa, non costa poco. I luoghi dove cacciare, poi non sono boschi liberi, ma esiste una legislazione che regola luoghi, tempi quantità e qualità della caccia.

Era importante limitare, ad esempio il numero di volpi per motivi sanitari, o allontanare dalle zone abitate animali pericolosi per le persone o le colture.

La caccia era parte della vita di campagna e un’abitudine consolidata, anche se non tutte le forme di questo sport erano gestite nello stesso modo. Un gruppo di amici poteva uscire con fucili e cani da riporto per cacciare alcuni tipi specifici di prede, ma si poteva anche trovare un folto gruppo di cavalieri e dame, circondate da decine di cani, che si dedicava alla più famosa caccia: quella alla volpe. Questa era organizzata con la stessa precisione di un ballo e richiedeva personale e preparazione.

Ma di questo vi racconterò…

Intanto potresti leggere I cani nella vita e nell’arte vittoriana

https://www.jausten.it/persuasione.pdf

https://www.jausten.it/orgoglioepregiudizio.pdf

 

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