I fantasmi in epoca Regency – esiste? Non esiste?
I fantasmi in epoca Regency non sono importanti, nella letteratura e nella vita. come nell’epoca Vittoriana, tuttavia ci sono alcuni aspetti che possono essere interessanti da approfondire, e magari da scoprire del tutto!
I fantasmi in epoca Regency, fra salotti, ombre e misteri.
L’epoca Regency è nota per i suoi aspetti più luminosi, neoclassici, mondani, tuttavia nasconde anche angolazioni più oscure, che si contrappongono al mondo delle luci più noto.
La Reggenza, oltre all’interesse per il classicismo, è strettamente legata all’Illuminismo, e in Inghilterra, in particolare, predomina la razionalità rispetto al sentimentalismo.
Ne possiamo vedere un esempio anche nei romanzi di Jane Austen, in particolare Northanger Abbey, nel quale trovamo una divertente parodia del romanzo gotico, che andava assai di moda all’epoca. Ma attenzione, perché se facciamo attenzione, non c’è mai l’ombra di un fantasma non solo nel romanzo austeniano, ma nemmeno in quelli a cui fa riferimento.
Ci sono altri orrori molto più alla moda degli spettri, che invece “infesteranno” abbondantemente l’epoca vittoriana. Ma perché?
In effetti, nei salotti e negli eventi mondani, in particolare natalizi, le storie di fantasmi non mancavano, tuttavia lo spirito con cui venivano affrontate è diverso da quello del periodo successivo.
I fantasmi in epoca Regency fra illuminismo e religiosità
Uno dei punti fondamentali per capire come venivano affrontati i fantasmi in epoca Regency è il rapporto fra illuminismo e religione, in particolare negli ambienti più dotti e fra i ceti elevati.
La superstizione in questi ambienti, infatti, era considerata segno di scarsa cultura e di basso valore sociale: solo i popolani credevano in certe manifestazioni soprannaturali proprio a causa della loro scarsa istruzione – istruzione che era a sua volta status symbol – e si lasciavano convincere della veridicità di leggende e dicerie.
Il fantasma, inoltre, era prettamente legato alla tradizione cattolica, all’idea che esistessero anime in pena indegne di raggiungere la ricompensa eterna. L’anglicanesimo, in questo senso, aveva opinioni diverse, perciò credere ai fantasmi poteva essere considerato “papista”. Un vero inglese, ben educato e di buona famiglia, poteva anche ascoltare e raccontare ghost storie, ma con quell’humor incredulo che contraddistingueva i veri gentleman e ladies.
Crederci? Una cosetta da servitù!
Le storie di fantasmi nella Reggenza.
Se però vogliamo pensare che la ghost story fosse bandita dal ton, ci sbagliamo di grosso: Anne Radcliffe andava di moda, tuttavia i suoi spettri avevano sempre una spiegazione razionale. Così come “il monaco”, altro romanzo “sensazionale”, veniva letto da tutti, ma di nascosto e con sorrisetti, proprio a causa del ghost element (cattolico!).
L’interesse per i fantasmi cresce verso la fine dell’epoca Regency, come testimonia una delle riviste più importanti del periodo, L’akermann’s Repository: su questa rivista, infatti, veniva proposto un po’ di tutto, dalle innovazioni agricole alla moda, e in due occasioni trovamo anche raccoti di fantasmi.
Il modo di narrare storie di spettri, in questo caso poco più di finte cronache di eventi, farà scuola: i migliori racconti di fantasmi inglesi presenteranno quasi sempre una struttura analoga: per aumentare l’efficacia della narrazione è utile far soospendere al lettore l’incredulità, e non c’è mezzo migliore del proporre i racconti come cronache di fatti avvenuti, avvalorato dalla testimonianza dell’autore, in prima persona, o di testimoni affidabili.
Non solo fantasmi!
I racconti gotici, horror, dark o come la moda ci suggerisce di chiamarli, hanno sempre un comune denominatore: esprimono le paure, le inquietudini dell’epoca. Il periodo Regency non si sottrae a questo paradigma, e infatti, mentre la filosofia cerca di porre lìuomo al centro di tutto, di cancellare gli aspetti della spiritualità che si fanno sinonimo di arretratezza, nascono nuove paure, legate al progresso della scienza, della tecnologia, delle arti mediche, ma non solo: i contrasti sociali, le nuove frontiere che si aprono grazie ai viaggi, creano nuove zone grigie, in cui le certezze si fanno sottili come pulviscolo al sole. In questo inesplorato nascono nuove frontiere letterarie, il cui esempio più lampante sono i romanzi di Mary Shelley, il nuovo Prometeo, e lo sviluppo delle storie di vampiri, in cui religione, esotismo e orrore danno origine a mostri, meno spaventosi, forse, del sonno della ragione.
I fantasmi in epoca Regency: quelli più temuti!
Nonostante l’avversione di illuministi e di clero anglicano, alcuni spettri sono arrivati, anche in epoca Regency, alle stampe. Non sotto forma di romanzi o racconti, ma proprio in quanto spettri.
Secondo le famose vignette di Rowlanson, c’era un fantasma che deve aver infestato gli incubi di Napoleone nei primi anni del XIX secolo, mentre pianificava di invadere l’Inghilterra.
In una stampa del 1803 pubblicata da William Holland, viene rappresentato il terrorizzato Napoleone, di fronte a Elisabetta I, che gli ricorda il fallito tentativo della Spagna di invadere l’Inghilterra durante il suo regno. Non ce l’ha fatta una flotta che si chiamava “Invicibile Armada”, vuoi davvero provarci tu, francesino?
Che Napoleon l’abbia vista o meno, non si sa, però è certo che qualche tempo dopo abbandonò l’idea e decise di perseguire altri obiettivi militari. (Naturalmente, anche la vittoria di Nelson nella battaglia di Trafalgar potrebbe aver avuto qualcosa a che fare con il cambio di rotta di Napoleone.)
Non solo la sovrana, ma altri personaggi storici decisero di tornare a tormentare i vivi… e ve lo racconterò!

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https://www.ekduncan.com/2011/10/regency-era-ghost-stories-from.html