Halloween in victorian era- storia leggenda e tradizioni vittoriane
Halloween in victorian era: quanto era radicata la tradizione? Da dove arrivano queste tradizioni?
No, non vi costringerò a leggere un noioso saggio, ma vi racconterò qualche curiosità che forse non sapete.
Halloween, come la festeggiamo oggi, è molto vicina alle celebrazioni celtiche di questo periodo, ma in molte religioni antiche il periodo che va dalla fine di ottobre ai primi di novembre era ricco di festeggiamenti, riti, simboli.

La tradizione cristiana non a caso proprio il 1 novembre pone la festa dei Santi e fa seguire la celebrazione dei morti: perché un po’ in tutte le tradizioni, su cui anche il cristianesimo si è costruito, questo è il tempo in cui il velo fra vivi e morti si assottiglia e si può varcare quella soglia di solito invalicabile.
Una festa cupa, una celebrazione della morte, ma altrove, nel Messico, si attende in 2 novembre per una grandiosa festa, el dia de muertos, dove la morte si fa coloratissima e alla paura, al dolore della perdita si mescola una gioiosa e colorata speranza di continuità.

Halloween in victorian era e oltre!
Halloween oggi è caratterizzato da una immancabile serie di attività: intagliare una zucca, mettersi in maschera, andare in cerca di dolcetti e scherzetti.
Sappiamo che nei tempi più antichi in questi giorni si svolgevano riti riguardanti la fertilità, la vita e la morte il nostro halloween coincide con il celtico Shamain.

Halloween Irish
Fra i più attivi sicuramente c’erano gli irlandesi, che amavano tramandare le tradizioni e le narrazioni del loro popolo, ancora legato ai celti e ai loro culti.
E fu sempre grazie agli irlandesi se oggi Halloween è così nota. Durante la crisi della patata, quando gravi carestie si abbattevano sull’Irlanda e sul nord della Scozia, gli irlandesi diventarono fra i più numerosi emigrati sulle coste degli Stati Uniti. Insieme a loro e alle poche cose, esportarono le loro storie. siamo nella metà dell’800: gli Stati uniti hanno accolto e approvato queste celebrazioni facendole proprie.

Lanterne, zucche e rape.
Uno degli elementi principali sono le zucche intagliate. Chi ha la mia età o qualche anno di più saprà che da noi queste zucche si vedono da pochissimi anni nei supermercati. non sono commestibili (spesso sono quasi cave) e da noi si sono sempre utilizzate zucche diverse, scelte per il loro sapore. Noi boomers rimanemmo un po’ stupiti vedendo il film E.T., in cui per la prima volta ci veniva presentata una sera di halloween. Le mamme e i papà ci spiegarono che era carnevale… ma qualcosa non tornava!
Gli irlandesi in origine usavano rape intagliate. lo scopo della loro esposizione era quello di proteggere la casa dai demoni liberi ci circolare nella notte. In America, le gradi zucche sostituirono le rape, che tuttavia, per chissà quale parallelismo o quale antica vicissitudine, vengono tutt’ora intagliate in alcune zone d’Italia.
Jack o’ Lantern
Questo è il nome della nostra zucca. Anche qui seguiamo le tracce di una leggenda irlandese, che suppergiù fra le varie versioni ha come nucleo principale quello di un protagonista che ha a che fare col demonio in una gara di furbizia, con in palio l’anima di Jack.
in particolare, una versione spiega perché si usino rape illuminate: Jack, assicuratosi di non finire all’inferno, si trovò nella scomoda posizione di essere pure escluso dal paradiso, e così condannato a vagare per l’eternità. Il diavolo, che non è poi cattivissimo, gli donò un tizzone dell’inferno, un fuoco inestinguibile per illuminargli almeno la via. Jack lo infilò in una rapa e partì.
La leggenda di Sleepy Hollow halloween in victorian era
Uno dei racconti più famosi ambientati nel periodo di halloween è La leggenda di Sleepy Hollow (The Legend of Sleepy Hollow), anche conosciuto come La leggenda della valle addormentata e La valle del sonno. Scritto dall’americano Washington Irving e raccolto nell’antologia Il libro degli schizzi (The Sketch Book of Geoffrey Crayon, Gent.), fu scritto a Birmingham in Inghilterra e pubblicato per la prima volta nel 1820.
Questo ci fa capire quanto la cultura dell’orrore fosse in piena diffusione in quel periodo.
Sono i vittoriani i maestri del creepy, nella narrati e nella vita: dalle foto post mortem ai gioielli fatti di capelli dei defunti, non battono nessuno.
Ma è proprio l’età vittoriana a togliere gran parte del significato religioso e a dare ad halloween un’impronta più giocosa.
I vittoriani, anglicani, in un mondo governato dalle regole e dal falso buonismo (le donne angeli del focolare, le workhouse un aiuto per i poveri…) non potevano che considerare inadatto un festeggiamento posto in un punto così critico del calendario religioso, e così cominciarono a divertirsi come solo loro sapevano fare: dal bigliettino d’auguri, alla festa a base di racconti del mistero, fino ai riti magici inventati lì per lì.
tutto per gioco, nulla di serio… Ma erano sempre loro a organizzare sedute spiritiche di gran moda a fine secolo.
In gran parte, i vittoriani festeggiavano halloween riciclando tradizioni di altre feste, per esempio il pudding di hallloween ripieno di oggettini simbolici, che avrebbero determinato nozze, ricchezza o sfortuna.
I giochi di halloween
Protagoniste insieme alla zucca sono le mele, frutto di stagione (gli americani le amano sopra ogni cosa, non ci si stupisce che le abbiano inserite nei giochi e poi esportate). UN classico che abbiamo visto nei film: la tinozza d’acqua in cui galleggiano mele: chi per primo ne afferrerà una coi denti darà il vincitore. Mele candite appese a fili da rosicchiare senza toccarle: un’altra sfida amatissima.
Chi era bravo a sbucciare mele qui la faceva da padrone: fare della buccia un solo nastro era segno di fortuna.
le prime noci, invece, venivano usate nell’arte divinatoria, gettate nel fuoco per scoprire futuri fidanzati e avventure amorose.
Poche storie: dei morti che vagano, delle lanterne e dei demoni, le fanciulle vittoriane se ne fanno un baffo: a loro interessa in futuro matrimoniale.
Giochi con acqua, con gli specchi, con candele e lumi: suggestive serate che guidavano i vittoriani verso l’inverno. Poi, l’indomani, ecco di nuovo la normalità; la festa dei santi richiama tutti all’ordine.