Racconto i romanzo? Miss Darcy Write

Racconto i romanzo? Miss Darcy Write

Miss Darcy write è una nuova sezione del  blog, nel quale potrete seguire consigli di scrittura, riflessioni sulla lettura analitica  dei testi.

Mi è capitato di leggere nel web che “scrivere rosa è più facile che scrivere altri generi” e, siccome di generi ormai ne ho provati diversi, così come ho esperimentato stili, livelli lessicali e linguistici diversi, passando dal vero al verosimile all’immaginario… ho  pensato di condividere qui qualche spunto.  E se la salute me lo permetterà, anche qualche werbinar.

Eccoci qui, aspetto di sapere che ne pensate!!!

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Racconto o romanzo?

Trama, fabula e intreccio nella scrittura creativa – Quando si comincia a scrivere, il primo ostacolo che ci si trova ad affrontare è la scrittura stessa.

Abbiamo nella mente un’idea che ci sembra buona, anzi, di solito ci pare di aver ideato la storia del secolo, una trama da cui si potrebbe trarre un film da oscar. Poi si comincia a scrivere all’impazzata e si ottengono due pagine di testo.

E la cosa finisce lì.

Questo è l’approccio più sbagliato alla scrittura, che come dicevo nel precedente articolo richiede (o forse no) un po’ di disciplina.

Il mio consiglio, per chi è alle prime armi e ama scrivere, è di non partire in quarta con l’idea di scrivere un romanzo alla Via col Vento.

Credo (almeno questa è stata la mia esperienza) che iniziare per gradi, dedicando attenzione e tempo a qualche opera breve prima di cimentarsi con scritti più estesi, sia un ottimo esercizio. Gestire una trama breve è il primo passo per avere pieno controllo su una trama più corposa.
Non bisogna sottovalutare la difficoltà di un racconto breve, che richiede una buona dose di abilità per essere appetibile per un lettore: bisogna saper dosare i vari ingredienti, non tirare troppo per le lunghe le descrizioni, non dare troppo per scontato, tenere alta l’attenzione del lettore. E stupirlo, con un finale ben fatto.

 

Imparare a lavorare sui racconti insegna anche a calibrare meglio le forze anche quando ci si cimenta coi romanzi.

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Le regole di scrittura valgono, in buona sostanza, sia per le opere brevi che per quelle lunghe, ma esercitarsi su quelle brevi ci dà la possibilità di vedere il nostro prodotto finito prima, e di essere facilitati nel compito di analizzare la nostra opera. In sostanza, facciamo prima a scriverlo, facciamo prima a studiarne i punti deboli e i punti forti e a migliorarlo. O a raddrizzare il tiro nello scritto successivo.

Partire con l’idea di scrivere un romanzo, senza avere mai preso in mano una penna, rischia di farci andare incontro a una delusione: dopo qualche capitolo, di solito, diventa difficile procedere, specie se si parte di getto, senza aver costruito un piano di lavoro solido su cui appoggiarsi.

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La Trama: Fabula e intreccio

Per prima cosa, partiamo dalla storia che vogliamo raccontare.

Sappiamo che cosa vogliamo raccontare e dobbiamo scegliere le modalità per farlo.

Il primo discriminante che di solito si decide è come muoversi fra fabula e intreccio.

La fabula è la nostra storia allo stato puro, in ordine cronologico o in ordine di causa – effetto.

L’intreccio è la modalità che scegliamo per raccontare i fatti. Possiamo scegliere se avvalerci, cioè, di prolessi e analessi.

La prolessi è  il flashforward o anticipazione, con cui si anticipano avvenimenti futuri. La troviamo, per esempio, in un romanzo che comincia dalla morte del protagonista. In termini di fabula, l’inizio e la fine in questo caso arrivano a coincidere.

La analessi, molto più frequente, è detta anche  flashback o retrospezione: si trova quando per esempio un personaggio racconta il suo passato o l’autore torna indietro e narra fatti passati per spiegare, ad esempio, il comportamento del protagonista.

Fare uso di queste modalità di narrazione rende la lettura gradevole, perchè crea aspettativa nel lettore.

Fondamentale, però, è sempre partire da una fabula ben chiara. Non si può avere in mente una  scena soltanto e decidere di procedere di getto in base a quella.

Dunque il primo fondamentale passo è avere ben chiara la propria storia. Scritta sotto forma di sinossi o sotto forma di scaletta, fatta solo di appunti sparsi e ordinati nella mente o sotto forma di meraviglioso filmato nella nostra testa, dobbiamo sapere almeno i dati fondamentali del nostro testo:

La trama: Come comincia la storia?

Qual è la situazione iniziale?

La situazione iniziale è la situazione di stasi nella quale incontriamo i protagonisti all’inizio della fabula. È ciò che introduce i lettori nella storia, che li accompagna nella vicenda permettendo loro di comprendere i passi e gli avvenimento successivi. Può essere presentata all’inizio della storia, in un prologo, oppure, nel caso di prolessi, essere preceduta da fatti successivi in ordine cronologico.

La situazione iniziale può essere portata avanti per un tempo più o meno lungo, a seconda di quanto sia necessario all’autore introdurre la sua storia.

L'arte russa nel 1800
Mikhail Germashev, neve (1897)

Chi sono i protagonisti e i personaggi?  Perché compiono determinate scelte?

In questa prima fase, si presentano di solito i protagonisti e i personaggi. L’autore deve conoscerli bene, deve sapere non solo quello che fanno e che faranno, ma deve avere preparato un background per ciascuno, per giustificare le loro scelte e le loro azioni.

 

Come si rompe l’equilibrio?

La rottura dell’equilibrio, o complicazione, è il punto focale della storia. È ciò che permette a tutta la trama di svilupparsi. Può essere una piccola cosa, come un impedimento a compiere una determinata azione, che trascina a cascata il resto della storia, oppure un problema macroscopico che genera una completa rottura dell’equilibrio.

Il resto della narrazione servirà a porre rimedio, oppure a reagire a questa rottura. Qui parte il vero corpus della narrazione, che contiene tutte le peripezie, gli imprevisti, le vicende che vogliamo raccontare. In cui possiamo giocare con la nostra creatività.

L'arte russa nel 1800
Ilya Repin, Ivan il Terribile e il figlio, 1885

Come si arriva al finale?

L’azione trasformatrice è il punto di svolta che permette di vedere il sole dietro alle nuvole, la situazione che permette di fare la “volata finale” verso il proscioglimento.

Il proscioglimento è invece, il clou dell’azione, il momento in cui si arriva alla conclusione delle peripezie. Può essere la risoluzione dei problemi (rimozione dell’ostacolo) oppure il fallimento delle azioni dei protagonisti.

Dopo il proscioglimento può esserci un epilogo, in cui si mostra ciò che accade dopo la fine delle peripezie.

Varie tipologie di intrecci

L’intreccio può dunque presentare questi punti (abbastanza fissi in fiabe, racconti e romanzi) con diverse modalità espositive:

intreccio di risoluzione: l’azione trasformatrice conclude una crisi concreta (un incontro, un matrimonio…);

intreccio di rivelazione: i personaggi compiono un processo di rivelazione, accrescendo le loro conoscenze o la loro coscienza.

intreccio unificato:  in cui la trama si sviluppa su episodi susseguenti e collegati strettamente;

intreccio episodico:  i singoli episodi presentano legami deboli l’uno con l’altro pur portando avanti un’unico corpus narrativo.

Dunque, prima di partire con la narrazione, bisogna sapere come si intendono gestire questi punti e in che modo ci si muoverà all’interno dell’intreccio.

Le scelte, in questo senso, sono sempre personali. L’importante è non dimenticare mai che ogni storia che viene aperta, ogni micro racconto contenuto all’interno del macro racconto, va sempre chiusa. Se si decide di lasciare in sospeso qualche filone secondario aperto, sarò necessario che il lettore riesca a capire il nostro intento e non avverta l’interruzione come una nostra dimenticanza.

Prossimamente… parleremo dell’autore. Dove lo mettiamo?

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