L’infanzia in epoca vittoriana – i bambini vittoriani poveri

L’infanzia in epoca vittoriana – i bambini vittoriani poveri

L’infanzia in epoca vittoriana, ma possiamo tranquillamente espandere la nostra affermazione anche alla prima metà dell’800, non era un periodo divertente: i bambini vittoriani non avevano vita facile.

Subito bisogna tracciare un confine netto fra la vita dei bambini ricchi e quella dei bambini poveri: la qualità era molto diversa, e vedremo nel dettaglio come.

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Premessa: la salute dei bambini nell’800

L’800 è l’epoca in cui la medicina sta cominciando a fare passi verso le moderne linee di studio, ma per buona parte del secolo vediamo circolare pestilenze, epidemie, che accompagnate da pessime condizioni igieniche e da malnutrizione (senza contare le ancora circolanti strampalate teorie mediche), che mettono a dura prova le famiglie.

Sappiamo che in questo periodo la natalità è alta, ma anche la mortalità infantile.

Fino ai primi del Novecento, era più facile morire nella primissima e prima infanzia che di vecchiaia, così come altissima era la mortalità legata al parto.

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La mortalità infantile in Inghilterra e Galles raggiunse il culmine nel 1890 ad un altissimo tasso di circa 150 decessi ogni 1000 nascite. (Family Tree Magazine, numero di agosto 2009, pagg. 32-34, ABM Publishing). Delle malattie e delle condizioni igieniche parleremo prossimamente: aggiungiamo solo che solo con la diffusione delle vaccinazioni, di migliori condizioni di vita e di igiene, la situazione tende a migliorare in epoca edoardiana e successiva.

La dura infanzia in epoca vittoriana

Possiamo immaginare che questa alta mortalità rendesse quotidiano o quasi il rapporto con la morte e modificasse anche il legame verso i figli rispetto a come lo viviamo oggi.

maternità nell'arte vittoriana
Gustave Leonard de Jonghe, la giovane madre
https://mimimatthews.com

Pur restando forte il legame affettivo (spesso) fra genitori e figli, in alcuni casi portava a una minor disaffezione verso i figli piccoli: se di soldi ne giravano pochi, non se ne spendevano più di tanti per curare i bambini, almeno finché non fossero usciti dall’età considerata naturalmente a rischio.

madre vittoriana
vauxhallhistory.org

Una prima infanzia certamente durissima, alla quale si sopravviveva con una salute di ferro e un bel po’ di fortuna: se le madri non potevano allattare, non esistevano certo latti formulati e ci si adattava con balie, o con latte allungato in qualche modo.

La vita dei bambini vittoriani poveri

I bambini vittoriani più poveri, una volta considerati indipendenti, venivano lasciati parecchio a loro stessi, liberi di scorrazzare per le vie o nei campi. Non erano affatto infrequenti annegamenti in canali e pozzi di bimbi più piccoli di cinque anni. D’altra parte, le madri vittoriane erano spesso lavoratrici in fabbriche o laboratori, nei quali non esistevano congedi per maternità. Come vediamo nel film Suffragette, non era infrequente che le donne si portassero i più piccoli al lavoro, anche prima che potessero venire impiegati a loro volta.

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Vite in fabbrica, per quei bambini che appena raggiunta l’età minima, entravano nel mondo del lavoro. Solo a partire dal 1870 iniziarono riforme dell’educazione, sotto la guida del Primo Ministro Gladstone, che portò progressivamente le scuole a essere gratuite e obbligatorie.

Questo non fermò il lavoro minorile, ma fu un contributo a ridurlo.

Dickens, attraverso le sue opere, compie una forte denuncia sociale, mostrandoci una realtà drammatica per l’infanzia nel periodo vittoriano: bambini trasformati in merce, venduti, ceduti, prestati… maltrattati e inseriti in case lavoro senza la minima possibilità di riscatto.

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È tuttavia proprio durante il regno di Vittoria che vengono emanate numerose leggi per proteggere i bambini e combattere il lavoro minorile, forse perché, pur essendo da sempre stato utilizzato, è proprio in questi decenni che il fenomeno raggiunge livelli mai visti.

La famiglia vittoriana nella povertà

Le famiglie povere, anche per numero e composizione, erano diverse da quelle ricche. I bambini venivano considerati forza lavoro e sia nelle campagne che nelle città spesso si incontravano famiglie molto numerose.

Gli ambienti in cui vivevano queste famiglie non erano certo fra i migliori.

In campagna le cose andavano un po’ meglio, perché le fattorie tendevano ad avere spazi per i lavoratori e anche le case più povere, piccoli cottage, comunque avevano spesso spazio almeno all’aperto, ma nelle città, le periferie erano infermi a cielo aperto. Se la campagna almeno ad odori risparmiava il peggio, la città era avvolta dai fetori più disgustosi: i cimiteri in particolare erano sovraffollati (e le bare non certo a tenuta ermetica), le strade luride, le case troppo piene…

Con l’avvento dell’industrializzazione, l’urbanizzazione porta alla nascita di quartieri e di cittadine in condizioni di grande miseria.

Il lavoro dei bambini in campagna era certo meno duro di quello dei coetanei cittadini, ma le loro condizioni non tanto migliori, perché ondate di carestie toglievano spesso il pane dal piatto di tutti.

Dal punto di vista igienico, però, la situazione era diversa: mancando la promiscuità tipica dei sobborghi industriali, i contagi erano più limitati.

H. A. Brendekilde

Il lavoro minorile in epoca vittoriana

I lavori pesanti

Questo argomento, che merita approfondimenti a parte, è una realtà per moltissimi bambini che in epoca vittoriana non appartengono a classi agiate.

I bambini vittoriani venivano usati in tutte le mansioni difficoltose per gli adulti: nelle città troviamo piccoli spazzacamini perché possono infilarsi facilmente in posti stretti.

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Il Chimney Sweepers Act del 1788 fu la prima legge sulla tutela dei minori che lavoravano come spazzacamini. In essa si affermava che l’età minima doveva essere di almeno otto anni e che non si potevano avere più di sei apprendisti. Sotto Vittoria, nel 1864, il Chimney Sweepers Regulation Act sancì che l’età minima per effettuare il lavoro di spazzacamino fosse spostata a ventun anni. Alla polizia venne affidato il compito di controllare che i padroni rispettassero tale legge.

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Nelle miniere venivano utilizzati bambini per trascinare i carichi negli angusti cunicoli e nelle gallerie più strette. L’Italia, in questo senso, fu l’ultima nazione europea a promulgare leggi per la salvaguardia dei piccoli minatori. State pensando a Ciaula e Rosso Malpelo? Sì, anche io.

Le bambine

Alle bambine venivano risparmiati lavori pesanti, ma non per questo si salvavano: imparavano molto presto a cucire, filare e sovente entravano a servizio come sguattere ancora molto piccole o venivano usate per le consegne nei negozi e nei laboratori. La letteratura ci ha regalato figure di riferimento anche per il lavoro femminile: la piccola fiammiferaia, la dolce Becky de La piccola principessa, ma anche giovanissime ragazzine intente a curare bambini più piccoli.

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Nei casi peggiori, venivano messe sulla strada: questa vergogna inammissibile è una realtà anche oggi presente in alcuni Paesi.

Alle bimbe spesso veniva affidata la gestione domestica quando le madri lavoravano.

Di tempo per il gioco, insomma, ce n’era molto poco.

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 I giochi dei bambini poveri vittoriani

Se di tempo per il gioco ne n’era poco, anche di giocattoli non ve n’erano poi tanti.

Alle bambine venivano cucite bambole di stoffa con stracci e stoffe di fortuna.

bambola di stracci
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Senza andare molto lontano, mia nonna, nata nel 1919, mi raccontava delle sue bambole che si cuciva da sola, con pezzetti di straccio, e che per lei erano più preziose di un tesoro.

Nata in una famiglia povera, con quattro fratelli, la perdita del padre quando era ancora bambina la portò a lavorare in una bottonaia prima dei dodici anni.

Una realtà tutta italiana, senza andare a scomodare i bambini vittoriani.

Il gioco, però, nel poco tempo libero non poteva mancare: anche se quasi rubato a una vita così dura, il gioco poteva rendere ai piccoli una piccola goccia della loro infanzia.

Mancando i mezzi per comprare balocchi, era la fantasia a regnare nei momenti ludici.

Nei racconti di Andersen troviamo traccia di questi giochi, in cui mollette, stracci, penne, rocchetti di filo venivano animati e si trasformavano in giocattoli. La corda per saltare si ricavava con dello spago… La segatura diventava l’imbottitura di palle, di bambole e pupazzi.

bambini vittoriani
Bambile di mollette, da HubPages

Anche il legno intagliato dava vita a pupazzi e giochi: soldatini, animaletti, o anche fucili… anche Carducci, da Bambino, non si dilettava a tirare sassi agli alberi, giocando alla guerra con i suoi amichetti?

Con la carta si costruivano girandole, con pochi penny si potevano comprare biglie e altri giochi di legno a buon mercato: birilli, trottole, giochi di abilità, come il  diavoletto e lo yo yo.

bambini vittoriani
da https://victorianchildren.org/victorian-toys-and-victorian-games/

Ma il gioco per la strada era il favorito dai più vivaci: tante corse, risate, qualche ginocchio sbucciato e per un po’ non si pensava alla cena che forse sarebbe stata misera, ma si diventava coraggiosi soldati o pirati crudeli. E il mondo sembrava più bello.

bambini vittoriani
www.museumoflondonprints.com

L’epoca vittoriana e la medicina

 

https://victorianchildren.org/victorian-children-in-victorian-times/

http://chnm.gmu.edu/cyh/primary-sources/166

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1633559/figure/fig1/

http://www.geoffsgenealogy.co.uk/other-articles/life-death-in-the-19th-century/

http://www.geoffsgenealogy.co.uk/other-articles/life-death-in-the-19th-century/

https://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_vittoriana

https://it.wikipedia.org/wiki/Lavoro_minorile_nell%27Inghilterra_vittoriana

http://www.primaryhomeworkhelp.co.uk/victorians/toys.htm

http://www.bbc.co.uk/schools/primaryhistory/victorian_britain/toys_and_games/

 

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