Orrori e paure dell’età vittoriana: la Storia del colera

Orrori e paure dell’età vittoriana: la Storia del colera

La storia del colera è legata principalmente a quella del secolo XIX, periodo in cui il morbo si diffuse e divenne protagonista di diverse pandemie e della vita quotidiana di milioni di persone.

La Storia del Colera

La parola “colera” è di origine greca, usata da Ippocrate e da autori seguenti, e indicava genericamente delle forme intestinali, non riconducibili al vero e proprio Vibrione che ha causato le pandemie dell’800 e 900. In seguito, la parola fu utilizzata per altre forme gastrointestinali che si presentarono dal XVI al XVIII in Europa, ma senza alcun legame con il colera vero e proprio.

Il primo bacino noto della malattia è stato identificato in Asia, in particolare nell’area del Gange, dove era presente in forma endemica già all’epoca dei grandi esploratori.

Orrori e paure dell'età vittoriana: la Storia del colera

Endemia, pandemia, epidemia: che cosa sono e che differenza c’è.

Si definisce EPIDEMIA la diffusione massiccia di una malattia in tempi molto brevi. Le forme influenzali, per esempio, hanno un andamento stagionale ed epidemico.

ENDEMIA è invece la diffusione di una malattia all’interno di una popolazione, con presenza più o meno costante e alcuni picchi di diffusione. Il colera in India c’era più o meno sempre, con casi sporadicamente più numerosi.

La PANDEMIA è un’infezione che si diffonde in tutto il mondo, ossia che manifesta epidemie ovunque (pan – demos tutto il popolo).

L’origine del Colera nella Storia mondiale

Il colera è una tossinfezione dell’intestino tenue da parte di alcuni ceppi del batterio gram-negativo, a forma di virgola, Vibrio cholerae o vibrione. Causa gravi sintomi intestinali, con una dissenteria molto forte che porta rapidamente alla disidratazione del paziente: se non reidratato quest’ultimo può andare incontro alla morte.

In India già nel 1400 il colera era diffuso, in particolare legato alla contaminazione delle acque e alla facilità della trasmissione per via oro-fecale. La malattia, però, rimase legata ad alcune zone dell’India, senza diffondersi altrove, fino all’800, quando i commerci e i viaggi fra l’Oriente e l’Occidente divennero più rapidi e frequenti grazie al colonialismo britannico e all’invenzione della macchina a vapore, che rese i trasporti più efficienti.

La prima descrizione della malattia arriva per la prima volta nel 1782 e la troviamo negli scritti di Pierre Sonnerat, naturalista francese, che l’aveva osservata in India.

Le acque contaminate erano quelle del Gange, fiume sacro nel quale immense folle si immergevano quotidianamente. Sani e malati: la contaminazione delle acque e la trasmissione diretta era molto facile.

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Il colera e la società industriale

Un altro fattore che favorì la diffusione delle epidemie di colera furono le modificate condizioni di vita dovute alla civiltà industriale: gli agglomerati urbani divenuti sempre più ampi erano caratterizzati da quartieri poveri e sovraffollati, in condizioni igieniche precarie, senza efficienti fognature e nei quali la popolazione soffriva anche stati di denutrizione e carenze alimentari: erano gli slum, i quartieri poveri e malfamati delle grandi città. Qui il colera trovava terreno di diffusione perfetto.

Londra in particolare, dai primi dell’800 si stava affollando: le campagne costituivano una sempre minore attrattiva per i lavoratori, mentre la città sembrava offrire grandi possibilità di lavoro.

Più volte aveva sentito dire dai vecchi dell’ospizio che a Londra un ragazzo di spirito avrebbe sempre trovato modo di cavarsela: c’erano molti mezzi per guadagnarsi da vivere di cui chi aveva sempre abitato in provincia non aveva idea; e un tipo in gamba non moriva di fame, anche se non c’erano persone amiche a porgergli aiuto. (Oliver Twist, C. Dickens, cap. 8)

In questa ricerca di cibo e di lavoro, grandi masse si spostano in poche decine di anni nella città, generando la necessità di nuovi quartieri formati da alloggi a basso costo: qui, fra casermoni fatiscenti, nei quali si affollano famiglie ed estranei, in alloggi privi di aerazione, impianti idrici, illuminazione, mezzi di riscaldamento… le strade erano poco più che fogne a cielo aperto, in quanto il sistema fognario di Londra era storicamente uno dei punti critici della città.

Le fogne di Londra e la storia del colera

Le fogne di Londra fin dal 1200 erano state additate come inadeguate alle necessità di smaltimento della capitale, ma fu nel 1800 che i problemi più gravi vennero alla luce.

Nel 1858 l’episodio della Grande Puzza (di cui parleremo a breve), aveva messo in evidenza la necessità di interventi rapidi sulle strutture: per giorni e giorni, le acque del Tamigi avevano emanato un fetore insopportabile, dovuto al mancato smaltimento dei rifiuti che vi venivano gettati. In particolare, deiezioni umane: i rifiuti venivano buttati direttamente nel fiume o nelle strade: da lì arrivavano al fiume con la pioggia (e per fortuna che piove spesso in Inghilterra…)

Tenendo conto che le acque per uso domestico e alimentare venivano captate nei paraggi, con pozzi senza particolari filtrazioni, la contaminazione era assicurata: con l’arrivo dei primi casi l’epidemia divenne inevitabile.

In epoca vittoriana furono intraprese grandi opere di riedificazione e ammodernamento, di cui fu responsabile Sir Joseph Bazalgette, architetto che contribuì col suo lavoro a combattere le epidemie.

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Le pandemie di colera nella Storia

Sono state identificate sette grandi pandemie:

La prima grande pandemia del 1817

La prima grande pandemia di colera scoppiò nel 1817 a Jessora e si diffuse lungo le rive del fiume Hugli fino a Calcutta: dalla grande città si diramò in tutta l’India e nel Tibet. Nel 1821 arrivò nell’isola di Ceylon e a Bombay: qui si trovavano le truppe inglesi, che inevitabilmente furono contagiate: questo è il dato di inizio della diffusione mondiale del morbo.

Le truppe inglesi, infatti, spostandosi in una spedizione, portarono il colera nel Golfo Persico, poi a Bassora e di lì in Persia: ad Isfahan arriva per la prima volta nel 1822, a Bagdad. La diffusione poi segue le vie carovaniere, fino a Teheran nel 1823, la linea di propagazione arriva attraverso il Mar Caspio fino ad Astrakan, dove nello stesso anno si ferma.

La seconda pandemia 1828 – 1838

Solo pochi anni dopo, nel 1828, il colera riprende il suo viaggio mortale, raggiungendo anche l’Europa. L’epidemia di partenza scoppiò nel Bengala, arrivando fino al Caucaso, di lì raggiunse Polonia, Romania, Austria, Belgio, Francia, Inghilterra e Finlandia. Dalla Francia, attraverso Nizza, passò in Italia, generando focolai a Genova e a Torino. Il colera partì con le navi mercantili alla volta del Nuovo Continente, a partire dal Canada. La pandemia terminò nel 1838.

Storia del colera
V0010486 Disposal of dead bodies during the cholera epidemic of 1835
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
[email protected]
http://wellcomeimages.org
Disposal of dead bodies during the cholera epidemic of 1835 in Palermo. Lithograph by G. Castagnola.
By: Gabriele CastagnolaPublished: –
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

La Terza pandemia 1841-1856

Anche questa volta la tregua fu breve: la terza pandemia si sviluppò a partire dal 1841 e durò una quindicina d’anni, passando dall’India dove fu identificato il primo focolaio, attraverso la Russia e da lì nell’area dei Balcani e del centro Europa.

Ancora una volta il veicolo principale erano i militari: in Italia furono le truppe austriache a portare il morbo, che colpì in particolare le regioni sotto il dominio asburgico: furono messe in ginocchio Brescia, Verona, Treviso, Venezia, Trieste. Grazie alle milizie francesi raggiunse Gallipoli durante la guerra di Crimea, contagiando tutte le truppe alleate, con perdite enormi.

 La quarta pandemia 1864 -1874

La quarta pandemia ebbe origine 1864 a Singapore: il suo percorso passò attraverso Sumatra, all’Afghanistan e alla Persia. In Arabia il contagio colpì dei pellegrini in viaggio verso la Mecca, mietendo 30000 vittime. Dall’Arabia passò in Egitto e a Costantinopoli. In Italia arrivò nel 1865. Si esaurì nel 1874.

La quinta pandemia 1884 – 1886

La quinta pandemia si sviluppò dal 1884 al 1886. Il focolaio di partenza fu nel golfo del Tonchino, fra Vietnam e Cina e arrivò direttamente in Francia attraverso una nave da guerra che da là approdò a Tolone. In Italia il colera arrivò con gli emigrati che dalla Francia rientrarono in patria per sfuggire alla malattia, in particolare diffondendo il contagio a Genova, La Spezia, Brescia, Massa, Venezia e Napoli. Sempre a causa delle migrazioni, il colera approdò in Sudamerica, in particolare in Argentina: è l’epidemia che ci racconta Marquez in “L’amore ai tempi del colera”.

Durante questa pandemia, Roberto Koch isola in Egitto il vibrione colerico.

Storia del colera

La sesta pandemia 1892-93

Una delle pandemie più brevi e meno letali. Anche questa arrivò in Europa attraverso la Russia.

Nel frattempo gli studi continuano… grazie alle sempre maggiori conoscenze, i medici riuscirono a identificare anche i portatori sani del vibrione

La settima pandemia 1902-1926

La settima pandemia, seguì i percorsi dei pellegrini verso la Mecca, come la quarta. Arrivò in Russia attraverso il Mar Caspio. Il contagio arrivò anche in Italia, nel 1909, attraverso alcuni zingari di origine russa.

Il periodo di maggior diffusione fu durante la Prima Guerra Mondiale, a causa dei movimenti delle truppe e delle scarse condizioni igieniche in cui molti si trovarono nel periodo bellico. Un ulteriore aumento di casi si verificò in seguito alla rivoluzione russa. Un grande aiuto arrivò dalla vaccinazione, che fu resa disponibile durante la Grande Guerra. Salvò moltissimi soldati italiani.

Focolai successivi

La storia del colera no0n si ferma nel 1800. Nel corso del XX secolo le epidemie di colera restarono circoscritte all’Estremo e al Medio Oriente. In Italia, nel 1973 si verificò un contagio nelle regioni Campania, Puglia e Basilicata.

prosegue con…

Le cure del colera nel 1800

 

http://www.pediatria.it/storiapediatria/p.asp?nfile=storia_del_colera

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