Medicina horror: Le cure del colera nel 1800

Le cure del colera nel 1800

Le cure del colera nel 1800, fino alle effettive scoperte scientifiche che portarono a studi epidemiologici e medici con valore scientifico, erano piuttosto empirici… e spesso peggiori della malattia in sé. Scopriamo gli orrori nascosti dentro le cure del colera nel 1800.

Le cure del colera

Curare il colera è possibile anche senza antibiotici: la mortalità del vibrione è dovuta alla disidratazione rapida e forte dell’organismo a causa della dissenteria. Mantenendo idratati, nutriti e a riposo i malati, la prognosi può essere positiva anche senza antibiotico, che ha il vantaggio di ridurre soltanto nel tempo i sintomi, che sono appunto la causa della morte.

Con soluzioni saline, anche acqua di riso, se somministrate in abbondanza e in tempo, la prognosi non è così nefasta come accadeva in passato, quando di fronte al colera si era impotenti.

le cure del colera nel 1800
L0003001 A court for King Cholera
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
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‘A court for King Cholera’ is hardly an exaggeration of many dwelling places of the poor in London.
19th century Punch
Published: 1852
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

La storia di come si combatté il colera.

La teoria del miasma

Avete presente quando diciamo che “l’aria della notte fa male”? ecco come siamo ancora oggi, un poco, legati a questa antica quanto errata teoria, che dal medioevo, anzi da epoche ancor più remote, ha fatto da padrone fino al 1880, quando finalmente si cominciò a parlare di germi. A far ammalare, secondo questa teoria, era qualcosa che girava nell’aria. Qualcosa di maligno, un miasma (in greco: inquinamento) che entrava nel corpo e agiva come un veleno. L’aria faceva male, specie se puzzava: e a Londra, specie durante la Grande puzza, non aveva certo un bell’afrore. Da qui a collegare la puzza (immaginate poi l’odore di gente che muore in mezzo a feci liquide a profusione) alla diffusione del colera il passo fu breve.

Fra i sostenitori di questa teoria ci fu anche Edwin Chadwick, che nel 1832 divenne assistente commissario della commissione per la legge sulla povertà. Nel suo saggio rapporto sulla povertà del 1842 raccomandò fortemente la rimozione dei rifiuti umani e una buona ventilazione.

Suggerì anche alcune cure che riteneva utili contro il colera: un abbondante consumo di aglio, combustione di catrame e spargimento dell’ambiente con cloruro di calce. Un grandissimo aiuto in caso di contagio, poteva essere una bella cinta di flanella, indossata sulla pancia, e tanta preghiera. Raccomandava anche una dieta leggera e una vita morigerata.

Il risultato dei suoi consigli fu che la gente aumentò l’utilizzo del Tamigi come fogna, cosa che peggiorò ulteriormente la situazione.

V0011135 A cholera patient experimenting with remedies. Coloured
Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images
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A cholera patient experimenting with remedies. Coloured etching by R.I. Cruikshank, [1832?].
1832 By: Robert CruikshankPublished: [1832?]
Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

John Snow e l’acqua contaminata

Il vero eroe di tutta questa storia è il medico John Snow, che nel 1849 si occupò di scoprire come avveniva il contagio di un’epidemia di colera molto particolare: i malati, infatti, si concentravano in un’area geografica piuttosto ristretta. Riuscì a identificare la causa del contagio nell’acqua di una pompa pubblica, a cui tutti i malati avevano attinto: si trattava di una falda contaminata. Fece chiudere la pompa di Broad Street e l’allarme rientrò. Grazie a lui, si ebbe una prima più precisa idea di come avvenisse il contagio, ed egli diede una gran botta alla teoria dei miasmi.

Si cominciava a capire che non era l’aria a diffondere il morbo, anche perché facilmente si ammalavano i membri della stessa famiglia, meno il personale medico che accudiva gli infermi: non era perciò nell’aria da cercarsi la causa, ma in qualche altro sistema di contagio.

Le ricerche di Snow, sfortunatamente, non ebbero la risonanza che meritavano e si continuò a considerare i miasmi la causa del colera.

il colera in epoca vittoriana

La grande puzza

Lo stesso anno in cui Snow morì, il 1858, l’estate fu eccezionalmente calda e tutti i liquami gettati nel Tamigi cominciarono a gridare vendetta: tutta la città, in particolare le strade affacciate al Tamigi, furono invase da odori nauseabondi. Visto che anche la sede del Parlamento si trovava in prossimità del fiume, i politici furono spinti a varare in fretta e furia delle leggi riguardanti la pulizia del Tamigi e un rinnovamento del sistema fognario.

Joseph Bazalgette fu incaricato di ridisegnare le fogne londinesi e in pochi anni tutta Londra fu dotata di efficienti tubature che conducevano i liquami lontano dalla città.

L’ultima epidemia in Inghilterra si concluse nel 1866, l’impianto fognario fu completato nel 1875.

Le cure del colera nel 1800 – la prevenzione.

Fin dai suoi esordi in Inghilterra, il colera fu analizzato da equipe di illustri medici chiamati dal governo a risolvere il problema, o quanto meno a trovare delle vie per ridurre il contagio.

Furono stilate ventidue regole di prevenzione, nel 1816.

  1. Vorremmo sollecitare la necessità, nei casi di colera, di un ricorso immediato all’assistenza medica, anche per sintomi di lieve entità non immediatamente riconducibili al morbo.
  2. Chiedere soccorso anche per il più nel disordine intestinale, per quanto lieve. La diffusione del colera può quindi essere prontamente e immediatamente prevenuta.
  3. Ogni rifiuto, di origine animale e vegetale, venga rapidamente rimosso a una certa distanza dalle abitazioni – come macelli, porcili, pozzi neri, necessità e tutti gli altri fastidi domestici.
  4. Lasciare tutto esposto alla pioggia, perché possa essere pulito.
  5. Lasciare che i terreni dentro e intorno alle abitazioni siano drenati, in modo da eliminare efficacemente l’umidità di ogni tipo.
  6. Eliminare le pareti divisorie nelle abitazioni in quanto impediscono inutilmente la ventilazione.
  7. Areare ogni stanza quotidianamente, possibilmente verso mezzogiorno, quando è più probabile che l’aria sia secca.
  8. Preferire il lavaggio a secco nella pulizia domestica, al posto della pulizia con acqua.
  9. Evitare l’eccessivo affaticamento e l’esposizione a umidità e freddo, soprattutto di notte.
  10. Evitare l’uso di bevande fredde e di liquidi acidi, specialmente sotto affaticamento o quando il corpo è riscaldato.
  11. Evitare l’uso di frutta acida, fredda e verdure.
  12. Evitare l’eccesso nell’uso di liquori e tabacco.
  13. Evitare una dieta povera e l’uso di acqua impura in cucina o per bere.
  14. Evitare l’uso di indumenti bagnati e insufficienti.
  15. Indossare una cintura di flanella o di lana intorno al ventre (questa è utile ridurre i sintomi e i problemi intestinali, tipici dell’infezione del colera. La malattia, in questo paese, è sempre iniziata con la rilassatezza delle viscere, e in questa fase è molto trattabile. Avendo tuttavia osservato che l’allentamento è frequentemente accompagnato da dolore o disagio, spesso si è verificato un ritardo fatale nel trattamento a causa dell’idea che il colera si presenti sempre accompagnato da crampi. Nella prima fase invece spesso non ci sono crampi, ed è in questo periodo che la malattia può essere facilmente arrestata).
  16. Osservare una scrupolosa igiene personale.
  17. Evitare ogni causa che possa deprimere le energie morali e fisiche; evitare l’esposizione a temperature estreme di caldo e freddo.
  18. Evitare l’affollamento di persone all’interno di case e appartamenti.
  19. Evitare di dormire in ambienti bassi o umidi.
  20. Tenere il fuoco acceso nella camera da letto o nelle vicinanze durante il sonno, la notte è il periodo più pericoloso per gli attacchi, specialmente in caso di esposizione a freddo o umidità.
  21. Esporre quotidianamente le lenzuola e gli indumenti al fuoco durante l’inverno e la primavera e in estate al caldo sole.
  22. Lascia che i morti siano sepolti in luoghi lontani dall’abitazione dei vivi.

le cure del colera nel 1800

Le cure del colera nel 1800

Se per caso questa prevenzione vi sembra obsoleta, dopo le scoperte di John Snow, vi sbagliate di grosso: la teoria del miasma era così radicata nella mente della gente che nel 1849 fu pubblicato di nuovo un libro di prevenzione del colera con le stesse linee guida.

Nel 1854 Sir Benjamin Hall divenne presidente del Board of Health e iniziò immediatamente a cercare di regolamentare le industrie come quella del gas e quella di ebollizione ossea che riteneva stessero inquinando Londra e fossero agenti responsabili della diffusione dei miasmi del colera. John Snow chiese a vari produttori di testimoniare contro le proposte di Halle lui stesso testimoniò il 5 marzo 1855 in una commissione parlamentare presieduta da Sir Benjamin Hall, ma non riuscì a smuovere l’opinione di Hall.

Anche ciò che riguardava le cure veniva influenzato da antiche teorie mediche, che portavano più spesso alla morte del paziente che al suo miglioramento.

Oltre alla cinta di lana, panacea per tutti i mali intestinali, i rimedi più gettonati derivavano dall’idea che il colera fosse originato da un non ben definito veleno respirato, e che perciò fosse utile ripulire l’organismo.

Ebbene sì: le prime cure del colera nel 1800 furono dei fortissimi purganti, fra cui il calomelano, oggi considerato quasi un veleno a sua volta. La purga ovviamente non era una soluzione, semmai disidratava ancora più velocemente i malati, a cui veniva inferto il colpo di grazia con il rimedio principe dei secoli passati: il salasso.

La lancetta del dottore era considerata utilissima per tutti i morbi di qualunque natura e decorso.

Aggiungiamo una dieta leggera leggera, ed ecco come mai il colera mieteva vittime a profusione.

Il dottor Thomas Latta, ora salutato come il padre della terapia infusionale endovenosa, ebbe l’idea giusta, durante l’epidemia del 1832: infusione di soluzione salina per endovena nei pazienti affetti da colera. Il suo “uso pionieristico dell’infusione salina endovenosa è riuscito a salvare almeno alcune vittime del colera da una certa morte” ( MacGillivray). Purtroppo Latta morì solo l’anno successivo do tubercolosi, e i suoi lavori rimasero sconosciuti e dimenticati per molto tempo.

un cucchiaio da salasso

Altre cure raccomandate erano la canfora e il mercurio: a suggerirle era un vero luminare dell’epoca, William Twining (1790-1835), membro del Royal College of Surgeons e chirurgo presso il Genera Hospital di Calcutta. Era sempre lui a caldeggiare l’utilizzo del salasso e del lavaggio intestinale:

Ho anche provato clisteri di quattro e sei pinte di acqua calda, contenente ammoniaca in soluzione; al fine di stimolare il sistema e allo stesso tempo di lavare via dai grandi intestini la tenace secrezione pastosa che contengono. Questi rimedi venivano impiegati solo nei casi più disperati quando altri stimoli erano falliti; pertanto non hanno avuto generalmente successo.

Eh, non avevano molto successo…

Forse ad avere gli effetti meno negativi erano i consigliati laudano e cloroformio, che servivano almeno per alleviare le sofferenze dei pazienti. Non curavano, ma se non altro non aggiungevano ulteriori sofferenze. Il laudano andava bene per tutto, come abbiamo avuto modo di scoprire in questo articolo… il cloroformio era l’astro nascente della medicina vittoriana, tanto che persino la regina ne fece uso per ridurre i dolori del travaglio e del parto per l’ultimo nato.

 

La storia del colera nel 1800

http://broughttolife.sciencemuseum.org.uk/broughttolife/themes/publichealth/cholera

http://www.choleraandthethames.co.uk/cholera-in-london/cholera-in-westminster/

http://broughttolife.sciencemuseum.org.uk/broughttolife/themes/publichealth/cholera

https://www.thegazette.co.uk/all-notices/content/100519

https://www.geriwalton.com/cholera-and-its-suggested-remedies-in-the-mid-1800s/

http://www.victorianweb.org/science/health/cholera/cholera.html

http://www.vam.ac.uk/content/articles/h/health-and-medicine-in-the-19th-century/

 

Health, Medicine, and Society in Victorian England Di Mary Wilson Carpenter

 

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