Librerie e Biblioteche Regency – dove trovare libri ai tempi di Jane Austen

Librerie e biblioteche Regency

Le librerie e le biblioteche Regency, due realtà molto diffuse e amate dalla popolazione. Scopriamone insieme i segreti.

Con la diffusione di nuove e migliori tecniche di stampa, le migliorie nella fabbricazione della carta che arrivano fra la fine del 1700 e l’inizio dell’800, i libri diventano sempre più comuni e apprezzati.

La popolazione inglese sta progressivamente diventando più alfabetizzata: il ceto borghese, attraverso la cultura, cerca riscatto e miglioramento delle proprie condizioni.

Per i nobili e i ricchi, studio e lettura fanno parte da sempre del quotidiano, fin dall’infanzia.

Librerie e biblioteche Regency

In effetti, sembra che la lettura sia conosciuta dalla popolazione più che la scrittura: la prima è necessaria in varie occasioni quotidiane, la seconda non lo è per tutti. Non ci è dato sapere con precisione quanto fosse diffusa la conoscenza della scrittura, anche perché prima della diffusione del penny post anche la corrispondenza personale era per pochi privilegiati che potevano acquistare carta, inchiostro, tamponi, ceralacca e… pagare la spedizione/ricezione delle lettere.

Tuttavia, non è infrequente che nel nucleo familiare, anche di medio bassa estrazione, almeno uno sia in grado di leggere: al “lettore” in questo periodo è deputata la lettura ad alta voce per tutti, per intrattenimento.

Prima di radio e televisione, in effetti, lettura e tradizione orale di storie sono intrattenimenti quotidiani.

Il problema resta, però, il costo dei libri: ancora proibitivo per la maggior parte della popolazione.

Durante tutto il Settecento furono pubblicati circa 150.000 titoli in lingua inglese. Negli ultimi due decenni del secolo la pubblicazione di libri aumentò invece di circa il 400% e ha continuato a crescere nell’era della reggenza. Alcuni di questi effetti sono attribuiti all’introduzione di opere di narrativa nei programmi scolastici.

Librerie e biblioteche Regency
pinterest, Etching of library at Cassiobury Park, Hertfordshire, England. John Britton, 1816.

Una biblioteca in casa – le biblioteche Regency

Avere una biblioteca è ancora un lusso per pochi: le troviamo nelle case nobili e ricche, a volte anche solo per ostentare le possibilità economiche.

Per le biblioteche le famiglie adibiscono stanze apposite, ben illuminate, nelle quali non solo vengono accumulati i volumi, ma nei quali spesso si svolgono attività quotidiane. In particolare, nelle biblioteche era di solito presente un tavolo da scrittura con tutti l’occorrente per la posta (sempre tenendo conto che la carta e l’inchiostro erano lussi).

Che siano fornite di migliaia di volumi in un enorme maniero, o che siano parte di una casa della media borghesia, le biblioteche hanno il loro camino, spesso vengono utilizzate anche per le attività quotidiane della famiglia, a meno che il padrone di casa non le utilizzi esclusivamente come studio personale.

Scrive Jane Austen da Godmersham, lunedì 20 giugno 1808, a Cassandra:

Stamattina abbiamo fatto colazione per la prima volta in Biblioteca, e quasi tutti si sono lamentati per tutto il giorno del caldo.

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Le librerie Regency

Spesso in epoca Regency i tipografi vendono anche i libri. La distribuzione dei testi è ancora piuttosto lenta e difficoltosa: le cose cambieranno drasticamente con le nuove macchine da stampa e l’avvento delle ferrovie.

Uno dei grandi venditori di libri dell’epoca era Lackington Allen & Co, in Finsbury Square. Questo negozio, Temple of the Muses, era alto diversi piani e offriva un’ampia varietà di libri in tutti i tipi di rilegatura e a prezzi abbastanza modici. L’atrio era così ampio che si diceva potesse circolarvi dentro un tiro a sei: tutto era incentrato sul grande bancone circolare, attorno al quale i lettori potevano soffermarsi a leggere o sfogliare le ultime novità uscite.

L’idea imprenditoriale del signor Lackington era mantenere i prezzi più bassi possibile, il suo slogan “Cheapest Bookseller In The World” (il libraio più economico del mondo), promettendo di far felici i suoi clienti per farli tornare. La cosa funzionava: nel 1791 ha venduto qualcosa come 100.000 volumi. Era il prototipo delle grandi librerie di oggi, fra sconti e accattivanti titoli.

A Londra, chi cercava libri poteva andare in Paternoster Row, la via dove si concentravano editori e librai. I librai avevano bancarelle lungo tutta la via, che pare avesse questo nome singolare, secondo alcuni, perché i primi venditori proponevano libri di preghiere. Secondo altri, invece, essendo la via verso la chiesa di St. Paul, era spesso percorsa nell’antichità da monaci e chierici in processione.

Purtroppo, la strada fu distrutta dai bombardamenti e non è mai più tornata quella di un tempo.

Le biblioteche regency – The Circulating Libraries and the Subscription Libraries.

Fino alla tecnologia di metà Ottocento, il libro da acquistare resta un privilegio dei più ricchi o di chi lavora in ambito culturale.

Ma come faceva la maggior parte dei lettori  a ottenere libri? Attraverso le biblioteche.

All’epoca di Jane Austen c’erano princopalmente due tipi di biblioteche, le biblioteche circolanti e quelle su abbonamento.

Le prime erano vere e proprie imprese commerciali, spesso abbinate ad altri prodotti, che affittavano i libri. I principali fruitori erano le signore, che vi potevano trovare i romanzi più in voga e quelli più di sensazione. Scrive Jane Austen:

Io ho ricevuto una nota molto cortese da Mrs Martin con la richiesta di Abbonarmi alla sua Biblioteca che apre il 14 gennaio, e di conseguenza le ho dato il mio nome, o meglio il Tuo. I Soldi li mette la Mamma. – Anche Mary si abbona, il che mi fa piacere, ma non me l’aspettavo. – Come incentivo all’abbonamento Mrs Martin ci dice che la sua Collezione non consiste solo di Romanzi, ma di ogni genere di Letteratura, ecc. ecc. – Avrebbe potuto risparmiarsi questa ostentazione con la nostra famiglia, dove ci sono grandi lettori di Romanzi che non si vergognano di esserlo; – ma suppongo che fosse necessaria per l’auto-compiacimento di metà dei suoi Abbonati. (lettera 14 del 1798)

Jane e la sua famiglia erano abbonati anche alla Chawton society, una biblioteca su abbonamento: qui si trovavano titoli di ogni genere e gli abbonamenti non erano a scopo di lucro ma per rimpinguare gli scaffali con le nuove uscite.

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Le biblioteche circolanti erano considerate come di serie b, come le letture che offrivano: i romanzi, infatti, erano ritenuti opere di scarso valore rispetto ad altri generi letterari.

Le biblioteche circolanti erano spesso gestite da librai. La prima appare nel 1725, fondata da Allan Ramsay a Edimburgo, in Scozia. James Leake a Bath nel 1728; a Londra la prima fu fondata intorno al 1730 da Mr. Wright, in una bottega nello Strand. Anche AK Newman, editore della Minerva Press, gestiva una simile biblioteca circolante, non sorprendentemente ben fornita di romanzi rosa di produzione propria dell’azienda. Il numero delle biblioteche circolanti londinesi arrivò a ventisei all’inizio del 1800,  ma già se ne vedeva arrivare la fine: quando il costo dei libri cominciò a diminuire, il numero di titoli e di copie disponibili ad aumentare, la gente preferì acquistare i volumi e le biblioteche circolanti si trovarono in difficoltà. Molte semplicemente vendettero i libri (ma si sa, essendo letteratura di consumo erano già in gran parte passati di moda!) e smisero le attività.

Il declino delle biblioteche circolanti fu lento, per tutto il secolo XIX resistettero più o meno bene, ma l’avvento delle biblioteche pubbliche determinò la loro definitiva sparizione.

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Il lettore di serie B

Essere abbonati alle biblioteche circolanti faceva dei lettori cattivissime persone: ebbene sì. Era compromettente, come ci suggeriscono le parole di Jane Austen nella lettera.

Il lettore di romanzo a inizio 800 è un lettore di serie B, perché non si occupa di letteratura dotta ed edificante. Gli stessi autori, soprattutto se donne, pubblicavano in forma anonima o sotto pseudonimo.

Un dotto professore autore di romanzi gotici sarebbe stato mal visto quanto una gentile fanciulla autrice di romanzi d’amore.

E i lettori, subivano lo stesso ostracismo e soprattutto lo sberleffo dei non lettori e dei più acculturati.

Un po’ come le nonne quando compravano gli Harmony e li leggevano di nascosto, perché sulla copertina c’era una coppia in tenere effusioni…

http://hibiscus-sinensis.com/regency/stores.htm#e

https://www.jausten.it/jalettere.pdf

https://muse.jhu.edu/article/230375

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