Le illustrazioni vittoriane: quando la parola diventa immagine
Le illustrazioni vittoriane: quando la parola diventa immagine
Le illustrazioni vittoriane: gli artisti, le opere, le tecniche dell’illustrazione in epoca vittoriana.
Breve premessa
La storia dei libri illustrati è molto lunga: le illustrazioni, infatti, accompagnano i testi dalla nascita della scrittura.
Oggi siamo abituati ad abbinare i disegni solo a determinati prodotti editoriali, quali la letteratura per l’infanzia e i testi scolastici, ma fin dai primi libri l’illustrazione è stata usata per accompagnare opere di vario genere, sia come elemento decorativo sia per rendere gli scritti di più facile interpretazione. E non solo: i disegni sono stati usati anche per trasmettere messaggi paralleli al testo, una sorta di libro nel libro.
Pensiamo alle miniature medievali, per esempio, e al ricco immaginario che hanno portato fino a noi.
L’epoca vittoriana è stato un periodo particolarmente florido per l’arte dell’illustrazione, prima che la fotografia in parte sostituisse la grafica.
Come la letteratura, che nel periodo vittoriano ha generato grandi capolavori, di pari passo gli illustratori ci hanno lasciato opere meravigliose, degne compagne dei testi che erano destinate a supportare.
Le illustrazioni vittoriane e la tecnologia
Il libro illustrato non è certo un’invenzione ottocentesca, ma è in questo periodo che la letteratura diventa “popolare” e non più appannaggio di pochi colti: dal 1700 le innovazioni sulle macchine da stampa le rendono sempre più efficienti, fino ad arrivare al 1814, con l’introduzione del motore a vapore per la tipografia: l’aumento della disponibilità dei libri e la possibilità di ristampe sono fattori determinanti per la diffusione di testi.
Il romanzo, considerato un genere meno nobile, si presta alle illustrazioni, ma ancor più la poesia, per un motivo opposto. Se il primo accompagnato da immagini stimola la fantasia del lettore, la seconda viene ulteriormente impreziosita dalle immagini.
Nel corso del secolo anche le tecniche di illustrazione cambiano e si evolvono.
La tecnica di incisione su blocco di legno, che ha fatto la sua comparsa nel 1790, ne “la storia dei quadrupedi” illustrata da Thomas Bewick, è fra le preferite nella prima metà del secolo.
L’incisione, chiara su fondo scuro, ha diffusione pari alla classica tecnica inchiostro su carta, ma già a metà del secolo cominciano a diffondersi nuove tecniche che saranno sempre più apprezzate. Ricordiamo la galvanoplastica e l’acquaforte per le tecniche di incisione monocromatiche.
Le illustrazioni vittoriane in quadricromia.
Le macchine da stampa tuttavia permettono un passo in più rispetto alla più diffusa ed economica illustrazione monocromatica, quella in quadricromia.
Per queste immagini vengono utilizzate molte tecniche pittoriche, ad eccezione del colore a olio, i cui tempi di asciugatura si mal conciliano coi tempi della stampa: acquerelli e pastelli si prestano invece molto bene, ma non solo. Per portare il cuore nelle incisioni troviamo le tecniche della mezzatinta e dell’acquatinta, tecniche che si prestano inoltre a essere successivamente colorate a mano (Canto di Natale è stato illustrato con questa tecnica).
La litografia, comparsa alla fine del 1700, è un’altra tecnica molto utilizzata per le illustrazioni: verrà utilizzata nel corso del XIX e XX secolo da molti artisti, anche come tecnica pittorica.
I pittori e le illustrazioni vittoriane
Le illustrazioni vittoriane spesso hanno paternità o maternità illustre. Oltre ad artisti che si sono dedicati quasi esclusivamente a questo genere di pittura, sono stati molto gli artisti che si sono cimentati nell’illustrazione di libri.
In questo periodo il legame fra arte e letteratura si fa molto stretto: in particolare i preraffaelliti si ispirano a opere letterarie, dipingendo quadri e proponendosi come illustratori.
Ma anche la pittura accademica si lascia influenzare dalle opere letterarie. Ricordiamo come in epoca vittoriana Sogno di Una Notte di Mezza Estate, tornato in auge in teatro, venga ripreso da molti artisti accademici e non in opere d’arte.
I preraffaelliti illustratori
Fra i preraffaelliti troviamo numerosi nomi che si legano a illustrazioni vittoriane famose.
Christina Rossetti fu autrice del celebre poema Il mercato dei Goblin, illustrato da Dante Gabriel per la pubblicazione, ma tutti i più importanti pittori della fratellanza si dedicarono a illustrare: Millais, Hunt, Hughes, Leighton, Watts e Poynter. Walter Crane, in particolare, più noto per le sue illustrazioni arturiane che per le sue opere pittoriche.
Alcuni di loro si occuparono anche di riviste illustrate, ma per la maggior parte le loro opere si trovano in pregiate edizioni o in libri gioco per bambini.
Quotidiani e riviste
Gran parte del mercato delle illustrazioni, in questo periodo, è destinato a quotidiani e riviste: fino all’avvento della fitografia e alla sua diffusione, dalla metà alla fine del secolo, è ai disegni che viene demandato il compito di accompagnare i testi nei quotidiani e di dare colore alle riviste.
The Illustrated Police News era un settimanale illustrato, fra i più antichi tabloid britannici. Discendente diretto dei manifesti delle esecuzione del XVIII secolo, riportava fatti di cronaca nera e casi giudiziari d’effetto con disegni e didascalie. DIvenne molto famoso in seguito agli omicidi di Jack lo Squartatore.
Anche le riviste di moda, fino a che le modelle non furono fotografate, si basavano sul disegno dei modelli, così come le riviste tematiche, some caccia e pesca, necessitavao di illustrazioni per essere più interessanti.
Le edizioni di pregio
Molti editori in questo periodo dedicarono collane a edizioni di pregio illustrate. Fra queste ricordo la famosa edizione dei romanzi di Jane Austen con tavole di H. M. Brock, che si occupò anche di Grandi Speranze di Dickens e altre opere importanti.
Varie opere dickensiane uscirono in edizione lusso, sia in bianco e nero che con tavole a colori.
Nel 1843 John Leech si occupò di Racconto di Natale in bianco e nero e a colori: sono sue le immagini più famose del racconto.
Anche i romanzi di Thomas Hardy uscirono illustrati, anche grazie alle prime edizioni a puntate su riviste: i testi, in questi casi venivano spesso abbinati a disegni. Fu Helen Allighman a occuparsi di Via dalla Pazza Folla, mentre William Hatherell di Jude l’Oscuro.
Poesie illustrate
Molte edizioni di poesie, uscirono, in questo periodo illustrate. In epoca vittoriana molti grandi si dedicarono a poemi ricchi di fascino e di interesse.
Citiamo il poema di Tennyson In memoriam, illustrato da Alfred Garth Jones, i poemi di Poe, Goblin Market. In questo periodo di grande amore per le fate, viene ripubblicato Faerie Queenie di Spenser, illustrato da Crane.
Di questo periodo sono le indimenticabili opere di Gustave Dorè, in particolare per La ballata del Vecchio marinaio e La divina commedia.
Illustrazioni vittoriane – Le opere per bambini
In epoca vittoriana nasce e si sviluppa la prima, vera letteratura per l’infanzia.
Libri rivolti a piccoli lettori si prestano particolarmente a essere illustrati, e così ci arrivano opere come Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e i libri di Kipling accompagnati da magnifici disegni.
Libri per bambini anche quelli di fiabe, di cui in epoca vittoriana avviene il recupero: anche questi finemente illustrati, si accompagnano ai romanzi e ai racconti per l’infanzia.
La vera novità del periodo vittoriano è la prospettiva con cui si guarda all’infanzia e che traspare da disegni come quelli di Beatrix Potter, di Catherine “Kate” Greenaway e di Rosa C. Petherick.
Nascono, grazie all’editore tedesco Ernest Nister, le prime edizioni di libri pop up e a finestre mobili, nelle quali magnifiche e coloratissime illustrazioni divengono magiche fra le mani dei piccoli lettori.
Magia è anche quella di Beatrix Potter, che insieme ai suoi magnifici disegni compone per i bimbi storie semplici, in cui la natura della campagna inglese diventa protagonista.
La prospettiva è capovolta, non più libri a cui i bambini devono arrivare, ma libri che vanno incontro ai gusti dei bambini. Le illustrazioni si tingono di colori e di sogni.
Resta sempre la domanda: le illustrazioni sono fatte per soddisfare l’immaginazione o per stimolarla?
Entrambe le cose, a seconda del momento e soprattutto del lettore.
Le illustratrici
Spesso, se avete notato, sono nomi femminili a firmare le illustrazioni, soprattutto nella letteratura per l’infanzia. Una sensibilità diversa, certamente, ma soprattutto il fatto che, mentre la pittura richiedeva frequentazioni magari poco signorili, il disegno era un’arte assai consigliata alle signore e alle signorine, per cui spesso venivano dedicate, anche se solo superficialmente, nell’arte. Poteva, se l’abilità e l’applicazione non mancavano, trasformarsi in un lavoro, tutto sommato tollerabile per la società vittoriana e non troppo compromettente.
Spesso era un’attività che poteva proseguire anche dopo il matrimonio, anche se più spesso a essere illustratrici erano moglie compagne di pittori, come Lizzie Siddal.
Insieme alla già citata e da me molto amata Helen Allingham sono molti i nomi interessanti:
Mary Ellen Edwards che illustrò Trollhope; Georgina Bowers, vignettista e caricaturista, Margaret Rebecca Dickinson che come la Potter si occupò di botanica…
Illustrazioni vittoriane, alcuni artisti…
Beatrix Potter
Helen Allingham
I preraffaelliti
Christina Rossetti e Goblin Market
Florence Harrison
Il ciclo arturiano e la Lady of shalot
Illustrazioni vittoriane – alcune Fonti:
http://www.victorianweb.org/art/illustration/tech1.html
http://www.victorianweb.org/art/illustration/
http://www.victorianweb.org/art/illustration/books.html
http://myweb.tiscali.co.uk/speel/illus/prbillus.htm