La dodicesima notte – l’Epifania in epoca Regency

La dodicesima notte – l’Epifania in epoca Regency

La dodicesima notte, quella dell’Epifania, è una festa speciale per gli inglesi, che fin dall’antichità hanno creato tradizioni e leggende legate a questo periodo particolare.

I dodici giorni di Natale

I dodici giorni di Natale sono quelli che vanno dal 25 dicembre al 6 gennaio, i giorni delle festività natalizie appunto, e sono considerati un periodo unico, ricco di festeggiamenti.

L’antica canzone “Twelve Days of Christmas” – 12 giorni di Natale nasce da una filastrocca in cui l’innamorato fa un dono diverso per ciascun giorno del periodo natalizio.

Twelfth Night

La dodicesima notte – le origini

In Inghilterra è nel Medioevo che si formano e consolidano le tradizioni inerenti alla notte dell’Epifania, che conclude in grande il periodo di festa continua: a testimoniare questo è William Shakespeare, che in epoca Tudor utilizza come ambientazione per una delle sue più famose opere teatrali, La dodicesima notte.

L’origine più antica dei festeggiamenti delle dodici notti risale alle feste romane dei Saturnali, che si svolgevano dal 17 al 23 dicembre, durante i quali ci si scambiavano doni e venivano celebrati banchetti. Sempre dai Saturnali prenderebbe avvio la “festa dei folli”, che viene ripresa nelle festività anglosassoni e che culminano nella dodicesima notte. Però, a differenza dei romani, il falso re, o vescovo, o lord… non veniva poi sacrificato al termine delle celebrazioni.

La dodicesima notte e lo scambio di ruoli – la festa dei folli

È proprio nel contesto della “festa dei folli” che si inserisce la commedia di Shakespeare, il cui titolo sottolinea lo scambio di ruoli, in una commedia degli errori in cui nessuno è chi dice di essere. Il travestimento – che si è conservato in feste come il carnevale e in ognissanti, faceva parte anche di queste festività antiche, ma non tanto attraverso un abbigliamento diverso, quanto in una temporanea inversione dei ruoli.

Durante le feste dei folli, infatti, i padroni servivano a tavola e i servi si lasciavano servire. Venivano eletti falsi papi e falsi vescovi ai quali la folla obbediva, spesso presi fra i reietti della società. Il clero “folle” derivava direttamente dalle celebrazioni dei saturnali, durante i quali veniva scelto un falso re temporaneo, e col tempo, perdendosi il significato originale, anche la festa dei folli si è snaturata ed è stata, a partire dal 1400, condannata severamente dal Concilio di Basilea e messa al bando in tutte le nazioni, lasciando solo tracce in altre tradizioni derivate, come appunto la dodicesima notte, nella quale viene eletto un re della notte fra i partecipanti a un grande banchetto e a questa persona, servo o padrone che sia, viene data ogni facoltà di comando. La festa dei folli fu condannata dai primi protestanti e tra i cattolici sembra che l’abuso fosse in gran parte scomparso al tempo del Concilio di Trento, anche se casi di feste di questo tipo sopravvissero in Francia fino al XVI secolo.

dodicesima notte

Il re delle feste e la dodicesima notte -Il re delle feste, Lord of Misrule.

In Inghilterra, il Lord of Misrule – conosciuto in Scozia come Abate of Unreason e in Francia come Prince des Sots  – era un ufficiale nominato a sorte durante il Natale per presiedere alla “Festa dei folli”. Il Signore del malgoverno era generalmente un contadino o un suddiacono nominato per essere responsabile delle feste natalizie, che spesso includevano ubriachezza e feste sfrenate. Fino alla riforma anglicana, la chiesa inglese concedeva un ruolo simile a un giovane vescovo: queste figure erano insomma parte integrante delle festività.

La fine del Natale

Durante il regno di Elisabetta I, per eliminare dalla casa le decorazioni natalizie, bisognava aspettare la festa della Candelora, quindi per tutto gennaio si potevano tenere le decorazioni. Successivamente, è proprio il 6 gennaio la data che pone fine a tutte le festività ed è consigliato ripulire la casa da abete, decori, ghirlande e tutto ciò che riguarda il tempo appena trascorso: aspettare oltre, secondo questa tradizione, porterebbe male.

L’albero di natale, ormai secco, è pronto per essere bruciato e per sostituire il ceppo di yule, che ormai ha terminato di ardere. I resti del ceppo venivano poi conservati, in quanto si attribuivano loro proprietà magiche (si credeva che favorissero il raccolto, l’allevamento, la fertilità delle donne e degli animali e la salute e che proteggessero la casa dai fulmini) e spesso venivano riutilizzati per accendere il ceppo dell’anno successivo.

Nell’800, l’albero di Natale, che veniva decorato con frutta secca, e che era stato già depredato dei dolci e dei regalini dai più piccoli, in questa notte speciale veniva spogliato del tutto, e la frutta secca distribuita davanti al camino.

Chambers Yule Log
Chambers Yule Log

La torta della dodicesima notte

La vera protagonista delle feste natalizie e dell’epifania è la Twelfth Cake, una torta che nasce, nell’antichità, come dono da offrire al sacerdote e alla processione che sarebbe passata ad aspergere le case con acqua benedetta il giorno dell’epifania. In seguito, mescolando un po’ la festa dei folli e questa tradizione religiosa, si prende l’abitudine di consumarla la dodicesima notte, e di nascondere in essa un fagiolo: chi lo trovava diventava il re per una notte, o aveva grande fortuna nell’anno nuovo a seconda del folclore locale e dei periodi.

Questa tradizione è quella da cui deriva anche il Christmas pudding, nel quale venivano nascosti alcuni oggetti simbolici e la cui preparazione richiedeva lunghi rituali.

Sebbene la tradizione di preparare questi dolci risalga al periodo medievale, la ricetta del 1803 di John Mollard sembra essere la prima ricetta stampata della Twelfth Cake. Si trattava di dolci dall’aspetto magnifico ed elaborato, che raggiunsero il massimo del loro splendore proprio in epoca Regency.

Proprio in questo periodo, la Twelfth Cake viene “regolamentata” e i suoi decori standardizzati. Glassa rosa di zucchero, fiori e ghirlande, ma soprattutto… le corone sopra alla torta erano gli elementi distintivi.

torta dodicesima notte

La ricetta di Mollard per la Twelfth Cake

Prendete sette libbre di farina, fate una cavità al centro, in cui versare con un cucchiaio con un gill e mezzo di lievito (6 once),  e un po’ di latte tiepido; poi aggiungete intorno una libbra di burro fresco spezzato in piccoli grumi, una libbra e un quarto di zucchero setacciato, quattro libbre e mezzo di ribes lavato e raccolto, mezza oncia di cannella setacciata, un quarto di oncia di chiodi di garofano pestati, macis e noce moscata misti, arancia candita a fette o scorza di limone e cedro. Quando il pan di spagna sarà lievitato, amalgamare tutti gli ingredienti con un po’ di latte tiepido; preparate gli stampi ben imburrati e infarinati, poi riempiteli con il composto e infornateli, e quando sono quasi freddi glassateli con lo zucchero preparato a tale scopo come da ricetta; o possono essere semplici.

Da John Mollard, The Art of Cookery. (Londra 1803).

La festa della dodicesima notte

Nel granaio o in grandi saloni, si festeggiava la dodicesima notte, e per ogni ospite a un intrattenimento era il momento di momento di assumere il ruolo di un personaggio particolare per l’intera serata. Per dividere i ruoli, si pescava una carta a caso da un mazzo illustrato con immagini di vari personaggi. Oltre al Re e alla Regina, che guidavano i festeggiamenti, ce n’erano molti altri: il consigliere Double Fee, la signora Prittle Prattle, l’olandese di Puddle Dock, Toby Tipple e Sir Tun Belly Wash erano quelli più popolari. L’intrattenimento serale si concludeva con il taglio dell’elegante torta glassata, solitamente molto grande e decorata con due corone per il re e la regina e immagini di pasta di zucchero o cera degli altri personaggi.

Chi trovava il fagiolo nascosto nell’impasto, nell’800, dopo la sparizione della festa dei folli, era considerato una persona che avrebbe avuto fortuna dorante l’anno, una sorta di “angelo protettore” della famiglia.

Non solo torte!

Per tutte le feste natalizie e in particolare a Natale, a capodanno e nella dodicesima notte, si mangia e si beve molto.

Fra gli alimenti più tipici ci sono le Mincemeat pies, torte dolci e salate a base di carne e frutta secca, avvolte in un involucro di pasta sfoglia o frolla.

Secondo la tradizione popolare, le mince pie sono il cibo preferito di Babbo Natale. Oggi spesso sostituite da più semplici boicotti, si usava lasciarne un paio in un piattino accanto al caminetto (accompagnato da un bicchierino di brandy o di sherry e da una carota per la renna) come ringraziamento affinché le calze di Natale siano ben riempite di doni.

Sempre secondo la tradizione, quando si prepara il ripieno per le mince pie bisogna sempre girare l’impasto in senso orario; girando in senso antiorario, infatti, si attirerebbe la cattiva sorte per l’anno a venire: anche questa tradizione si ritrova nella preparazione del pudding natalizio.

Fra le bevande più amate troviamo quelle alcoliche, in particolare il sidro di mele e il Wassail, una bevanda a base di sidro brulè e spezie, bevuto tradizionalmente come parte integrante del wassailing, un rituale di bevute e saluti inglesi natalizi d’origine medievale, solitamente inteso a garantire un buon raccolto di mele da sidro l’anno successivo.

Twelfth Night

I l termine “wassail” è attestato per la prima volta nella metà del XII secolo, dall’antico norvegese “ves heill”, una specie di brindisi che con l’arrivo dei sassoni si diffuse in Inghilterra.

Le prime versioni attestate erano preparate con mele arrostite, birra e spezie, che venivano chiamate “Lamb’s wool” or “lambswool”: l’antiquario britannico-irlandese Charles Vallancey suggerì che il termine “lambswool” fosse una corruzione del nome di un festival pagano irlandese, “Lamas Ubhal”, durante il quale si beveva una bevanda simile.

Anche per i bambini si preparava un Wassail, ma analcolico, utilizzando il ginger ale o la ginger beer.

Oggi on line si possono trovare diverse ricette, più o meno alcoliche e speziate, nelle quali troviamo birra, sidro, rum, spezie di vario tipo.

La dodicesima notte Regency & Victorian

Fino all’inizio dell’800, di ricette scritte ce ne sono ben poche, ma dal 1803 agli ’70 dell’800 si diffondono moltissime versioni dei dolci per la dodicesima notte.

D’altra parte, i giorni di Natale erano considerati molti favorevoli per le nozze, per cui le Twelfth Cake si mescolano alle torte di nozze.

Ma… nel 1870, la regina Vittoria ferma tutto, perché a suo giudizio i festeggiamenti della dodicesima notte erano troppo tumultuosi ed esagitati, inadatti a un regno ben ordinato come il suo. Così, progressivamente, le ricette per le Twelfth Cake vengono utilizzate per i dolci di Natale e per le torte nuziali soltanto, lasciando a noi il loro ricordo attraverso antichi stampi che ci arrivano dall’epoca Regency.

 

 

https://janeausten.co.uk/blogs/desserts/twelfth-night-cake

https://ipiaceridellalettura.wordpress.com/2019/12/23/tradizioni-natalizie-in-epoca-regency/

https://www.historicfood.com/John%20Mollard’s%20Twelfth%20Cake.html

 

 

 

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