Il club vittoriano – storia di un’istituzione centenaria

Il club vittoriano – storia di un’istituzione pluricentenaria

Come nasce il club

Il club vittoriano, in realtà, nasce molto prima e rimane ancora oggi un’istituzione importante nella società inglese. Scopriamo di più su questa realtà.

(Le informazioni che trovate qui sono prese principalmente da Victorian web, riassunte e tradotte)

I club nascono in Inghilterra come evoluzione delle coffee house, sorte dopo il 1652, data in ci è incominciata nel Regno l’importazione del caffè dalla Turchia.

Questi locali in breve tempo divennero molto frequentati, in particolare dai gentiluomini, che sfruttavano la possibilità di consumare in compagnia di amici una buona bevanda e nel frattempo fare quattro chiacchiere.

L’origine del famoso White è proprio questa: contemporanea all’importazione del caffè arriva quella del cioccolato, e “White’s Chocolate House” apre in St. James alla fine del 1600.

Le coffe e le chocolate house diventano ben presto luoghi in cui si discute di politica, di lavoro, sorge l’esigenza che le frequentazioni diventino più “esclusive”, e mentre in Italia, in Francia e altrove si confermano i locali pubblici, molti di quelli inglesi si trasformano in club, nei quali si entra in base a richieste vagliate.

I club assumono ben presto connotazioni politiche e sociali, divenendo simbolo di classe.

White's Club
White’s Club

I Whigs si radunano presso la St. James’s Coffee House; i Tories alla casa del cioccolato Ozinda, vicino al St. James Palace… ben presto, ogni categoria poteva vantare un club specifico pronto ad accoglierne gli appartenenti. Avvocati, architetti, studenti, sportivi: a ognuno il suo.

Di seguito, un elenco dei principali club londinesi:
Beau Brummell: aveva persino un suo posto personale, al White’s

Uomini e donne: i club vittoriani e il sessismo

La maggior parte dei club aveva uno specifico target di associati e spesso la prima discriminazione era proprio quella sessuale: le donne non erano ben accette nei club, ed era loro vietato persino l’ingresso, non solo l’associazione.

Ancora oggi da White’s le signore non possono entrare: l’unica eccezione è stata fatta per la regina Elisabetta II, che è stata ammessa per due brevi visite.  La Regina, però, non è socia: il club a tutt’oggi è fra i più esclusivi del mondo e fra i membri annovera il Principe di Galles e il Duca di Cambridge.

I club vittoriani – dove?

All’inizio del ventesimo secolo, Londra vantava circa duecento club maschili; metà di questi era stata fondata negli ultimi trent’anni dell’800, e a metà del secolo i richiedenti potevano aspettarsi un’attesa di diciotto o venti anni.

I club di gentiluomini tendevano a raggrupparsi a Londra nella zona situata prevalentemente fra St. James’s Street e Pall Mall, che nel XVI e XVII secolo era ancora suburbana e cominciava ad assumere la forma di una strada;  solo alla fine del diciassettesimo secolo fu coniato il nome Pall Mall, mutuato dal gioco “pallemaille”, palla maglio, di cui un campo si trovava proprio da queste parti.

“View of St James’s Palace, Pall Mall etc” di Thomas Bowles, pubblicata nel 1763. La vista è rivolta a est. L’ingresso di St. James’s Palace è sulla destra.

Il più importante tra i club vittoriani era l’Athenaeum, fondato nel 1824 per gli uomini – ma anche le donne – di scienza, letteratura e arte. Ha avuto varie sedi, ma ancora oggi  contiene opere d’arte di una certa importanza.

club vittoriani
Athenaeum

Il Reform club fu fondato nel 1836 dal deputato, Edward Ellice (1783-1863), inizialmente per far incontrare i membri di entrambe le camere del parlamento con le idee radicali, diffusesi in occasione del passaggio del Reform Act del 1832. Il suo club gemello, il Carlton, fu fondato nel 1832 per i conservatori politici.

Un interno dell’Athenaeum

Non solo politica

Londra, nel 1800 era una capitale imperiale ed economica. I club perciò non avevano solo una valenza politica, ma soprattutto legata al commercio e alla produttività nazionale.

Il Travellers Club, fondato nel 1819 per gli uomini che avevano viaggiato per un minimo di 500 miglia al di fuori delle Isole britanniche, era un tipico esempio di club che univa gli interessi di coloro che avevano un’ampia prospettiva coloniale.

Il Royal Colonial Institute, similmente, fu fondato per uomini associati alle colonie mentre il British India e l’United Service Club (1815), furono fondati dopo la Battaglia di Waterloo per ufficiali di alto livello. Altri club importanti e importanti includevano il Garrick (1831), che vantava una delle migliori collezioni d’arte, l’Eccentric (1890) per musicisti; il Saville (1868), per le giovani generazioni di letterati; e il Sauvage (1857), per attori, musicisti e artisti. – (Barbara Black).

Non solo per uomini…

Non dimentichiamo l’istituzione per eccellenza in epoca Regency e Vittoriana, il Club di Almack’s, regno delle Patronesse luogo d’incontro per eccellenza.

Le patronesse di Almack’s

I club femminili in epoca vittoriana… al prossimo viaggio!

Che cosa si faceva nel club vittoriano

In epoca Regency, grazie al cattivissimo esempio del Principe Reggente, la già dilagante piaga delle scommesse e del gioco diventa ancora più diffusa. Per i gentiluomini, il luogo privilegiato è proprio il club, dove in sicurezza e discrezione è possibile scommettere su tutto e su tutti. Il debito da gioco è un debito d’onore, si estingue con la morte del contraente, perciò non è infrequente nei romanzi incontrare gentiluomini suicidi a causa dei debiti.

I club, ovviamente, non erano nati per questo, ma qui, oltre a trovare compagni per chiacchiere, bevute, pasti, letture, era facile trovare avversari per le scommesse.

Il famoso Mr. Fogg, protagonista de Il giro del mondo in 80 giorni, scommette 20.000 sterline con altri cinque membri del Reform Club, più sopra citato.

I club erano dotati di sale da pranzo, sale da fumo, palestre, piscine… erano luoghi dove i signori potevano allenarsi negli sport preferiti, di solito scherma, boxe o lotta.

White’s Club

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