Ve lo devo proprio dire io che le ragazze nubili non si scambiavano doni con giovanotti, che donne sposate non facevano doni ad altri uomini, idem i mariti. Il capofamiglia andava sempre e comunque omaggiato, ma dagli uomini delle altre famiglie imparentate.
Anche fra amici e familiari si scambiavano regali: era consentito fra consanguinei, sposi, fidanzati. Questi doni erano generalmente di natura più personale rispetto ai doni obbligatori.
Regali di ringraziamento
Anche le persone di ceto più basso talvolta offrivano piccoli doni ai superiori di rango, per esempio rami di agrifoglio e vischio, oggetti artigianali….. un candelaio poteva regalare per esempio candele ali migliori clienti, ecc. Lo stesso avveniva nelle campagne: i possidenti ricevevano omaggi dal raccolto, così come i medici e i pastori.
I regali in epoca regency e vittoriana: le donne e l’home made
le donne trascorrevano l’anno a preparare regali di Natale, fatti con le loro mani, con materiale più o meno prezioso.
C’erano riviste apposite che spiegavano come decorare oggetti o davano idee per lavoretti graziosi.
fra i regali più frequenti c’erano fazzoletti ricamati, scialli, sciarpe, coperte, polsini, pizzi… I ricami prevalevano su tutto ed erano per esempio apprezzate pantofole, ventagli ricamati.
Non solo le abili con l’ago potevano farsi apprezzare: molte, in grado di destreggiarsi come artiste, donavano dipinti, miniature. Dalle riviste alla realtà prendevano corpo scatole con decoupage e altri oggetti decorati.
Fra gli acquisti destinati ai maschietti c’erano tabacchiere di tutti i pezzi, capi d’abbigliamento non troppo intimi (sciarpe, guanti). Poi passando a doni impegnativi, si potevano fare soste in gioielleria, da modiste, dai profumieri.
fino alla diffusione dei libri a prezzo abbordabile, regalare libri era molto costoso, ma completi da scrittura erano molto graditi: penne, calamai, carta, tamponi e anche la base, di solito in pelle, per facilitare la scrittura. con il diminuire del prezzo dei libri, le librerie divennero una meta fra le favorite, per regali di grandi e piccini.
Gli spartiti, per lo stesso motivo, fino all’età vittoriana erano ricopiati a mano da solerti musiciste e donati alle amiche.
Arriva l’epoca vittoriana
Il dono divenne più diffuso verso la fine del periodo della Reggenza e nel periodo vittoriano. Siamo all’inizio dell’epoca commerciale: i biglietti d’auguri girano per l’Inghilterra al costo di un penny, e tante aziende iniziano a invadere il mercato del regalo natalizio. Gli inserzionisti iniziarono a pubblicare annunci sui periodici che suggerivano nuove idee per i regali. Una pubblicità del 1814 pubblicata nell’archivio di Ackermann suggeriva che l’acquisto di corsetti e balconcini brevettati di Marston, progettati per supportare comodamente i deboli e i debilitati, fosse un regalo più adeguato per i propri genitori.
L’albero di Natale e i regali in epoca regency e vittoriana
per quanto riguardava invece i bambini,, in epoca vittoriana si consolida una tradizione attesissima.
L’albero, vero (ma qui vi rimando all’articolo corrispondente), entrava nelle case alcuni giorni prima di Natale e restava spoglio o con le decorazioni semplici, come i festoni.
solo dopo cena, i bambini venivano fatti uscire dalla stanza e gli adulti cominciavano il lavoro importante di decorare l’albero con le palline, altri decori, ma soprattutto con le cornucopie piene n di dolci e coi regalini più piccoli dei bambini. Bamboline, trombette, diventavano parte delle decorazioni.
La parte complicata era quella delle candele, perchè un bambino arrosto per Natale può essere dono gradito solo a Krampus….