I bambini e la morte in epoca vittoriana

I bambini e la morte in epoca vittoriana

I bambini e la morte in epoca vittoriana sono, purtroppo, un binomio fin troppo frequente. Per questo, secondo alcuni articoli trovati on line, alcuni giochi che facevano erano modi per “prepararsi… alla morte”.

Senza arrivare a questa conclusione, possiamo davvero notare come questo aspetto della vita entrasse nel quotidiano anche dei più piccoli, in molti modi diversi, ed è certo che anche il gioco riflettesse tale abitudine.

i bambinine la morte in epoca vittoriana

La mortalità infantile in epoca vittoriana

La mortalità infantile in epoca vittoriana era altissima, le cause molto varie.

Si moriva nascendo.

I parti erano la prima prova che i bambini dovevano affrontare e l’ostacolo si superava se si era di sana e robusta costituzione e/o molto fortunati. Abbiamo parlato del parto in epoca Regency, in epoca vittoriana le conoscenze non erano molto maggiori. Inoltre, la sempre crescente ospedalizzazione delle partorienti nelle città aumentava il rischio di setticemia per madre e figlio a causa delle infezioni contratte per la scasa igiene.

Non c’erano molte conoscenze nemmeno riguardo l’alimentazione, per cui mamme e bambini venivano nutriti un po’ a caso e se non c’era allattamento al seno (morte della madre, malattie, debolezza del neonato) il rischio di morire nelle prime settimane o primi mesi era alto. I bambini morivano di atrofia, ossia di fame, se non si riusciva ad alimentarli.

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Immagine post mortem di bambina sconosciuta. Wikimediacommons

Si moriva crescendo.

Nella fascia infantile si moriva per malattia. Morbillo, vaiolo, difterite, colera, tubercolosi, varicella, scarlattina, febbri di vario genere, ma anche solo influenza o per banali infezioni contratte giocando: le cure poco più che palliative, l’igiene ancora tutta da scoprire rendevano i primi anni di vita un vero terno al lotto. Infezioni gastrointestinali e diarree da cattiva alimentazione erano veri killer.

Nelle case, poi, spesso i bambini erano tanti e di varia età: potevano esserci drammatiche stragi infantili per una sola malattia.

Nelle città come Londra si aggiungeva l’aria irrespirabile per le polveri di carbone. E chi aveva la sventura di nascere nei quartieri poveri, poteva aggiungere fra le cause di morte anche l’infortunio sul lavoro.

Leggi anche: Il lutto nell’epoca vittoriana – il galateo del lutto

Nell’Inghilterra del 1840 l’aspettativa di vita media era di ventinove anni.

Sempre nel 1840 diventava adulto solo un bambino su sei, e circa un terzo dei bambini nati moriva prima dei cinque anni. (https://www.libdemvoice.org/life-expectancy-of-13-thats-victoria-values-for-you-17571.html)

Nel 1849 in alcune zone di Londra il tasso di mortalità per i bambini sotto i 5 anni era di circa il 33%. A Kensington, un quartiere relativamente ricco di Londra, nel corso di un anno, si sono verificati complessivamente 1.022 morti tra neonati e bambini.  (https://londonspulse.org/2016/05/02/infantandchildmortality).

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I bambini e la morte in epoca vittoriana – la morte in famiglia

Le famiglie erano spesso numerose e i lutti erano all’ordine del giorno.

Il lutto in epoca vittoriana era, come abbiamo visto, estremamente ritualizzato e doveva seguire corsi stabiliti.

Non a caso, molte donne una volta indossato il nero per un primo lutto, restavano in nero per tutta la vita. A parte il costo di tinture per abiti e guardaroba (l’abito da lutto, una volta smesso, non veniva tenuto, perché “portava male”, quindi o si indossava o si eliminava), capitava spesso che al periodo di lutto richiesto per un genitore ne seguissero altri, come quello per un figlio, o un fratello. Questo significava che nelle famiglie anche i bambini dovessero abituarsi al clima richiesto durante il periodo da trascorrere in gramaglie. Dovevano abituarsi alle camere ardenti allestite in casa, o addirittura a dividere il letto con i fratellini morti in attesa che venissero sepolti, se nella casa non c’era uno spazio adeguato per la camera ardente.

I bambini e la morte in epoca vittoriana

Abbigliamento da lutto per bambini – i bambini ai funerali

Anche per i piccoli c’era una sorta di “educazione al lutto” e anche loro dovevano indossare abbigliamento consono. L’abbigliamento da lutto infantile era nero o bianco.

Quando moriva un fratellino o un parente bambino, era abitudine che la bara fosse bianca e portata da altri bambini, di solito vestiti di bianco. Perciò erano i bambini che accompagnavano i fratelli defunti nell’ultimo viaggio alla tomba.

cimitero vittoriano

Il gioco del funerale.

Non c’è da stupirsi se, in questo piacevole e allegro clima, uno dei giochi quotidiani fosse “il funerale”.

I bambini si divertivano a mettere in scena funerali in cui il defunto di solito era una bambola o uno dei giocatori (anche un fratellino troppo piccolo per potersi lamentare del ruolo andava benissimo) e si organizzava per bene la cerimonia.

Non era molto diverso, per loro da qualunque altro gioco d’imitazione. Le bambine con le bambole erano invitate a imparare i futuri ruoli domestici e materni, imparavano a servire il tè ai pupazzi. E spesso, le bambole delle bimbe più ricche erano dotate anche di un corredo, che comprendeva, ovviamente, pure un outfit funebre. Perciò era logico che fra i giochi si facesse pure quello col morto.

Leggi anche: 5 curiosità sul lutto vittoriano

lutto vittoriano

L’autrice inglese Mary Carbery, nata nel 1849, ricorda i suoi fratelli e cugini che seppellivano la sua bambola preferita, Otto, nel giardino durante il “gioco del funerale” come veniva chiamato.

Nel romanzo di Charles Dickens del 1840 The Old Curiosity Shop, la piccola Nell incontra un gruppetto di bambini intenti a giocare utilizzando come defunto un bimbo piccino.

Tutti insieme al cimitero! Passatempi macabri di famiglia

Oltre al gioco in casa, si giocava pure al cimitero.

Era un posto tranquillo e fra le tombe ci si poteva nascondere, rincorrersi. Era un luogo “familiare” e i bambini più poveri, che non avevano parchi e giardini a disposizione, potevano lasciare le strade affollate e giocare serenamente.

I cimiteri, poi, erano luoghi apprezzati un po’ da tutti: si facevano addirittura pic nic di famiglia sulle tombe dei propri cari. Era un modo per sentirsi ancora vicini a loro e per stare per un po’ lontani dal tanfo delle strade. Meglio mangiare in mezzo all’odore di putrefazione, no?

Giocattoli in epoca vittoriana - giochi da bambina nell'800

Frozen Charlotte – i bambini e la morte in epoca vittoriana

Frozen Charlotte è una bambolina di porcellana che troviamo a partire dal 1850 fino agli anni ’20 del Novecento. Era un giocattolo molto noto e ambito in epoca vittoriana.  Il nome deriva dalla popolare ballata americana Fair Charlotte, basata sul poema “A Corpse Going to a Ball” di Seba Smith, che racconta di una ragazza di nome Charlotte che si rifiutò di avvolgersi nelle coperte durante un giro in slitta perché non voleva nascondere il suo bel vestito. Risultato? Alla fine del viaggio è morta assiderata.  Questa bella ed edificante poesia era, per i vittoriani, così divertente che cominciarono a produrre, comprare e regalare bamboline di porcellana, nude nudette, raramente con una camiciola accennata, confezionate in una piccola bara. Si riconoscono perché di solito sono piccoline, create in un unico pezzo di porcellana come una statuetta, dall’aspetto di una bimbetta dritta e rigida come un baccalà (eh, è congelata!).

Il contenitore è a volte simile a una vaschetta da bagno.

Le bambole Frozen Charlotte avevano dimensioni variabili da meno di un pollice (due centimetri e mezzo) a 18 pollici (un po’ meno di mezzo metro!) ed erano di solito bianche (eh, è assiderata), oppure tinte di rosa. Ne esistono anche varanti nere. Le bambole più piccole venivano talvolta inserite come regalino nei Christmas Pudding. Il successo di queste bamboline agghiacciate e agghiaccianti era dovuto a vari motivi: le più piccole erano perfette abitatrici nelle case delle bambole, per esempio. Alcuni modelli erano, poi, formate dalla parte frontale smaltata e il retro in gres non smaltato: per la gioia delle bimbe, la bamboletta galleggiava sulla schiena quando veniva messa in acqua.

Frozen Charlotte ebbe la massima diffusione fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo negli Stati Uniti. Le versioni più piccole delle bambole erano anche conosciute come penny dolls, perché venivano spesso vendute per un centesimo. La maggior parte dei pezzi, però, sono stati prodotti in Germania, nota per le sue porcellane: fra i materiali di realizzazione troviamo anche il bisquit.

Leggi anche: Giocattoli in epoca vittoriana; i giochi nell’800

Filastrocche sulla morte

Se vogliamo completare il quadro di infanzia traumatica vittoriana, non possiamo dimenticare le deliziose filastrocche che venivano insegnate ai bambini o che comunque i bambini imparavano dagli amichetti. Cose per nulla spaventose, fuori di senso, o semplicemente disturbanti. Una famosa e molto amata:

Solomon Grundy

Born on Monday

Christened on Tuesday

Married on Wednesday

Ill on Thursday

Worse on Friday

Died on Saturday

Buried on Sunday

That is the end of Solomon Grundy.

«Solomon Grundy,

nato di lunedì,

battezzato di martedì,

sposato di mercoledì,

ammalatosi di giovedì,

peggiorato di venerdì,

morto di sabato,

sepolto di domenica.

questa è la fine di Solomon Grundy.»

Per non parlare della celebre Cock Robin, ispiratrice di innumerevoli dipinti e di tanta simbologia legata proprio ai pettirossi.

Cock Robin in un quadro di John Anster Fitzgerald

E una delle poesie scritte da Christina Rossetti per bambini, in “Sing-Song: A Nursery Rhyme Book”

“A baby’s cradle with no baby in it,

A baby’s grave where autumn leaves drop sere;

The sweet soul gathered home to Paradise,

The body waiting here.”

La culla di un bambino senza bambino dentro,

la tomba di un bambino dove le foglie d’autunno cadono sere;

La dolce anima si è riunita a casa in Paradiso,

Il corpo che aspetta qui.

Poi non dimentichiamoci le rime create dalle bimbe per saltare la corda (skipping-rope rhyme), tipo questa, ispirata alla vicenda di un truce omicidio di fine secolo.

Lizzie Borden took an axe

And gave her mother forty whacks.

When she saw what she had done,

She gave her father forty-one.

Lizzie Borden ha preso un’ascia

E ha dato a sua madre quaranta colpi.

Quando ha visto cosa aveva fatto,

Ne ha dati a suo padre quarantuno.

Se ancora tutto questo non era sufficiente, si aggiungeva l’educazione religiosa, fortemente radicata in molte famiglie vittoriane.

In un libro di inni per bambini del 1862 compare un melodioso memento mori:

“One day, dear children you must die

Though you are young and healthy now

Within the grave your limbs must lie

And cold and stuff your bodies grow”

“Un giorno, cari figli, dovete morire

Anche se ora siete giovani e in buona salute

Nella tomba le vostre membra devono giacere

E freddo e rigido resterà il vostro corpo”

Insomma, l’educazione alla morte faceva parte del quotidiano dei bambini vittoriani. E ora rivediamo un attimo le fiabe che all’epoca piacevano tanto a piccoli e grandi. Non è che Cappuccetto Rosso o Hansel e Gretel fossero poi così… più spaventose del resto!

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i bambini e la morte in epoca vittoriana – approfondisci:

https://www.thevintagenews.com/2019/01/24/childrens-toys/

https://www.brainz.org/24-terrifying-thoughtful-and-absurd-nursery-rhymes-children/

 

 

 

 

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