Halloween o Ognissanti?

Halloween o Ognissanti?

halloweenUn bel dilemma: festeggiare o non festeggiare? Lasciarsi trasportare dal gioco del terrore o prendere dalla nostrana tradizione religiosa soltanto? A quali valori dare importanza? È vero che permettere ai bambini questi festeggiamenti apre le porte a un neo paganesimo?

Halloween, questo sconosciuto.

Le mamme della mia età lo sanno bene, Halloween non c’è sempre stato, qui da noi.

Quando al cinema tanti anni fa arrivò E.T. ricordo che mi lasciò molto perplessa quello “strano carnevale” che i bambini festeggiavano per la strada e in autunno. E non fate tanti calcoli, ve lo dico io: sono vecchissima.

Anche mia madre non sapeva spiegarmi di quella tradizione: di halloween qui non si sapeva nulla, era completamente fuori dalla nostra cultura.

Per noi qui fino a pochi anni fa c’era la festa dei Santi, seguita da quella dei defunti. Erano due giorni (e lo sono ancora per tante persone) di tour de force fra cimiteri, parenti, messe in suffragio, improvvisato giardinaggio per mettere a posto le tombe a regola d’arte e non sfigurare con i vicini di loculo.

Fino a qualche anno fa per trovare un costume da strega bisognava cercare parecchio e solo da febbraio.

No, Halloween non è affatto parte del nostro immaginario. O quasi.

halloween

Halloween, cos’è

Ormai lo sappiamo tutti. La notte che precede la festa di tutti i Santi, il 31 ottobre, è per i Paesi di origine anglosassone, una notte molto speciale.

In realtà, la festa di Halloween vera e propria, coi dolci e i costumi, è tipicamente americana. Non europea, dunque, anche se derivata da una tradizione inglese. Ha avuto il massimo della sua espansione quando è stato notato che commercialmente  poteva portare enormi vantaggi. Questo fenomeno, iniziato ovviamente nella patria del consumismo, è arrivato alla lunga anche qui, direttamente con le zucche in plastica e con la riesumazione delle maschere di carnevale. Un occasione d’oro per i venditori di prodotti che aveva un mercato limitato a un mese e ha avuto la possibilità di raddoppiare gli introiti.

Cominciamo col nome, anche questo ormai risaputissimo. Halloween deriva da All-Hallows-Eve, vigilia di Ognissanti.

La festa  vera e propria trae origini da una festa celtica che cadeva proprio in questi giorni, Shamain, che segnava il passaggio verso la stagione fredda.  La vigilia di Samhain (in irlandese Oidhche Shamhna) era la festività principale del calendario celtico, e veniva celebrata verso il 31 ottobre: rappresentava la fine dell’estate, in corrispondenza dell’ultimo raccolto.

Uno degli elementi principali della festività, tipicamente irlandese, erano i falò: anche in epoca cristiana, i contadini usavano lanciare nel fuoco le ossa del bestiame macellato. L’usanza era quella di spegnere tutti i fuochi domestici e di riaccenderli solennemente portando a casa la luce sacra dei falò.

Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava e i vivi potevano accedervi.

È, in questa tradizione, la notte in cui i morti possono vagare in mezzo ai vivi: da qui l’abitudine di travestirsi, per non essere riconosciuti dagli spiriti e mescolarsi a essi.

Altre tradizioni pagane si inseriscono in questo periodo dell’anno, come le feste romane dedicate a Pomona e la festa dedicata ai defunti Parentalia.

fantasma fantasmi

Come è accaduto per molte altre festività pagane,  la tradizione cristiana ha poi sovrapposto i propri culti a quelli preesistenti.

La tradizione del “nostro” halloween è però molto più recente. Più recente dell’istituzione ufficiale della festa di Ognissanti (a metà del IX secolo).

Gli aspetti più tipici della festa di halloween li dobbiamo, però, alla tradizione americana, importata dai padri pellegrini. Nel Nuovo Mondo, infatti, si sono ben presto sviluppate tradizioni e leggende nuove, come quella di Jack Lanterna (da cui è derivata l’abitudine di intagliare le zucche).

Ma è poi vero che halloween è americana soltanto?

Abbiamo detto che Halloween è una tradizione pagana e americana, che nulla ha a che fare con la nostra cultura.

In realtà, questo non è corretto. In tutta l’Europa, fin dall’antichità, il periodo successivo all’equinozio è sempre stato ricco di tradizioni legate al mondo contadino.

Così come il cristianesimo ha scelto di porre le sue festività in concomitanza delle preesistenti feste pagane, così anche tradizioni poi assorbite dalla cultura cristiana pongono le loro radici nella cultura pagana.

In questa notte in molte località europee e italiane si trovano antiche consuetudini, riconducibili alla festa dei santi, dei morti o di più remote reminiscenze.

Europea è  “dolcetto o scherzetto”, che si fa risalire a una sorta di farsa propiziatoria per evitare la povertà (e l’accattonaggio): se ne trova traccia già in Shakespeare.

In molte località d’Italia esistono tradizioni antichissime legate alla notte del 31, precedenti all’arrivo del famigerato halloween.

Dolci, come il “pane dei morti”, le “ossa dei morti”, preparati con frutta secca e canditi, compaiono nelle case italiane da molto prima dell’avvento di halloween.

Questi dolci prendono i nomi non da strani riti pagani, ma dalla cristianissima commemorazione dei defunti che la Chiesa ha voluto porre il giorno successivo alla festa dei Santi.

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La commemorazione dei defunti, con tutte le pie pratiche ad essa associate, certo ha poco anche spartire con il mistero e la magia di Halloween, ma per certi versi il richiamo fra le due tradizioni è forte, e non casuale: la Chiesa ha posto i santi a sigillo di un momento particolare dell’anno, un momento in cui (diciamolo) la magia dilaga, oggi anche grazie al ritorno di riti neopagani.

Halloween sì o no?

Questo è un vero dilemma, specie per chi è cristiano.

Secondo alcuni esorcisti, indulgere in questa festa e permettere ai bambini di giocare con l’occulto è assolutamente deleterio, perché evocare, anche se per gioco, forze demoniache o occulte apre le porte al male.

Questa raccomandazione mi vede d’accordo, ma solo in parte.

I bambini hanno una naturale attrazione per la magia e il mistero, credo che, se opportunamente guidati a interpretare questa “festa”, possano viverla in un modo positivo.

Ovviamente il messaggio che non deve passare è “occulto è buono”, ma bene o male, la nostra società oggi ci impone, se non di festeggiare, almeno di notare la presenza di halloween.

Nelle strade, nei supermercati, ovunque è un fiorire di colorati dolcetti e decorazioni divertenti: Come non esserne attratti, piccoli e grandi? Come non sentire il fascino di una notte in cui è consentito camminare nel buio, in mezzo alle proprie paure, e uscirne indenni?

In questo senso, senza inneggiare al paganesimo, alle magie o a riti e rituali, ma dando ad halloween una valenza educativa, si può ribaltare molto la prospettiva.

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Come il cristianesimo ha posto le sue sentinelle alle porte degli inferi, così anche noi genitori siamo posti a custodi dei piccoli, in questa notte misteriosa. Senza falsi perbenismi, senza eccessivi allarmismi, senza negare  e senza troppo concedere. Vigilando.

Perché negare qualche buffa storia di fantasmi, qualche dolcetto in compagnia, magari usando proprio il contrasto fra le usanze nostrane con tutti gli orpelli d’importazione, per mostrare ai piccoli anche la bellezza delle nostre tradizioni?

Personalmente, amando le storie di fantasmi, e quelle sulle streghe, non ce l’ho fatta a dire ai miei figli che da halloween arriva solo il male. Ho voluto chiarire, certo, il confine che non va superato, ma un po’ di brividi e risate non li ho negati.

Ho imparato a notare insieme a loro quanto ogni occasione sia buona per vendere di più, evitando di esagerare con zucche di plastica e infilando con soddisfazione nei piatti una porzione in più di zucca vera, anzi giocando proprio con quella frutta e verdura di stagione che altrimenti provocherebbe smorfie davanti al piatto.

Ho imparato a ridere insieme ai miei figli davanti al rapido cambio degli scaffali che, tolti gli scheletri, si riempiono di decori natalizi.

Non è facile destreggiarsi. Non è facile per niente, poi, da cristiani, far capire ai piccoli che la messa del giorno successivo è più importante del film del terrore della sera.

Come dar torto ai bambini, che si annoiano visibilmente fra riti e preghiere, quando il mondo presenta loro alternative più divertenti?

Penso che anche qui, la chiave sia nel dialogo, nell’apertura alle loro curiosità. Festeggiare i santi deve essere un momento gioioso, così come commemorare i defunti può diventare l’occasione di tramandare piccole storie di famiglia, anche buffe, per creare quei legami che il tempo assottiglia e spezza.

Tutto sta, credo, nel saper costruire la propria storia, la propria tradizione di famiglia. In barba alle mode e a tutto il resto. Dando sempre la priorità al sentire dei propri figli.

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In casa mia arrivano i dolci dei morti, e sì, concedo che la sera di ognissanti sia un po’ speciale. Attendiamo un giorno bello, quello in cui non le porte degli inferi, ma quelle del cielo si aprono e ci permettono di comunicare con chi ci ha preceduti e ancora ci avvolge col suo amore.

Per una notte vestite da streghe? Perché no, in fondo io sono così tutto l’anno.

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