Elizabeth Barrett Browning – La grandezza, l’amore, il dolore

Elizabeth Barrett Browning – La grandezza, l’amore, il dolore

Elizabeth Barrett Browning nacque a Durham il 6 marzo 1806 in una famiglia molto benestante, arricchita grazie al commercio dalle piantagioni da zicchero del padre, in Giamaica.

I primi anni della poetessa sono molto felici. La numerosa famiglia vive in campagna – in tutto i fratelli Barrett sono dodici, di cui Elizabeth è la maggiore – dove i ragazzi possono dedicarsi ad attività all’aria aperta senza tuttavia trascurare gli studi.

Elizabeth manifesta un’intelligenza precoce e una grande attitudine allo studio, in particolare dei poeti latini e greci, di Shakespeare e Dante. L’amore per le lettere la porta, ancora bambina, a una  notevole conoscenza delle lingue classiche e della filosofia, in particolare metafisica. Da autodidatta si dedica anche con successo allo studio dell’ebraico per approfondire la propria conoscenza della Bibbia: la giovanissima studentessa è infatti anche animata da una fede profonda e attenta.

Elizabeth Barrett Browning compone il suo primo poema epico a soli dodici anni. Poco tempo dopo la sua vita cambia drasticamente a causa di una malattia che ancor oggi non è stata identificata con certezza: probabilmente, secondo l’antropologa Anne Buchanan, si trattò di una malattia molto rara, la paralisi periodica ipokaliemica, che causa episodi di paralisi muscolare dalla durata variabile associati a una riduzione dei livelli di potassio nel sangue.

Questa malattia la costringerà a vivere da reclusa, come un’inferma, per il resto della sua vita, e a diventare dipendente dalla morfina per alleviare le sofferenze, ma non sarà in grado di domare il suo spirito, così come non ci riusciranno i dissesti finanziari della famiglia.

Fra il 1832 e il 1837 la famiglia Barrett si trasferisce diverse volte, per arrivare infine a Londra: la rivolta degli schiavi in Giamaica pone fine alla fortuna del commercio del padre.

elizabeth barrett browning

Elizabeth Barrett Brownin  – la giovinezza

Gli  anni della giovinezza di Elizabeth sono funestati da gravi lutti, il primo dei quali è la morte della madre, nel 1828, che richiede, oltre a causare un grande dolore, un riassestamento della gestione della grande famiglia. Tra il 1837 e il 1838 la poetessa fu nuovamente colpita da una malattia, probabilmente un’ulcerazione tubercolare dei polmoni. Quello stesso anno, su insistenza del suo medico, si trasferì da Londra a Torquay , sulla costa del Devonshire. Nel febbraio 1840 suo fratello Samuel muore di febbre in Giamaica; pochi mesi dopo il fratello prediletto da Elizabeth, Edward annega nel 1840, proprio durante un viaggio a Torquay.

A questi drammi, si aggiunge la difficoltà di vivere con il padre, possessivo, austero e fanaticamente religioso, così dispotico da costringere i figli a promettere solennemente di non sposarsi mai.

Elizabeth Barrett Browning, dunque, dopo i primi anni felici, si ritrova a vivere come una reclusa nella  casa paterna al 50 di Wimpole Street e con ben poche speranze di felicità, se non quelle che le possono giungere dalla scrittura e dalla compagnia di un cagnolino, Flush: Virginia Wolf racconterà di Elizabeth proprio ponendo al centro della narrazione il cane, che darà il nome all’opera biografica della grande scrittrice.
Nel 1844 vengono pubblicati  i Poems: Elizabeth, già resa celebre da alcune sue opere, raggiunge con questa silloge la fama e il riconoscimento della sua grandezza.

elizabeth barrett browning
un’illustrazione dei Sonetti Dal Portoghese

Elizabeth Barrett Browning e l’amore

Il poeta Browning, leggendo la raccolta, viene spinto dal desiderio di conoscerne l’autrice e le scrive.

“Adoro i tuoi versi con tutto il cuore, cara signorina Barrett.”

Ne nasce uno scambio epistolare della durata di un anno, che conduce i due a volersi conoscere di persona: ne nasce un grande amore. Queste lettere oggi sono fra opere che meglio comunicano a noi lettori lo spirito del romanticismo vittoriano.

Il padre di Elizabeth si oppone immediatamente alle loro intenzioni, e ostacola quell’unione fino ad arrivare a maledirla.

La coppia però è determinata a stare insieme e così, nonostante i numerosi problemi di salute della donna, i due fuggono insieme dopo essersi sposati in segreto. Elizabeth e Robert si recano in Italia, accompagnati dal cane Flush a cui Elizabeth non può rinunciare. Con loro parte anche Wilson, infermiera e amica di Elizabeth, che è anche stata testimone delle nozze.

Inizia, per la poetessa, una vita nuova e stimolante, ben diversa dalla solitaria esistenza a cui è abituata. Il clima, gli stimoli, la felicità coniugale e letteraria la portano a vivere il periodo più sereno della sua vita,e per un po’, anche la sua salute migliora, tanto che riesce a portare a termine la gravidanza e a dar alla luce suo figlio Pen dopo diversi aborti spontanei.

Elizabeth col figlio

Il soggiorno fiorentino

A Firenze la poetessa dà vita alla sua opera più famosa, i Sonetti dal portoghese (1850), in cui raccoglie le poesie dedicate a suo marito: sono fra i versi d”amore più belli e profondi di sempre. La vita dei Browning a Firenze li porta a conoscere l’importante comunità letteraria inglese che si trova in questa città e che ha dato vita a una vivacissima comunità culturale. Elizabeth, attenta anche alle tematiche sociali, si dimostrerà essere un elemento di spicco di questo gruppo.

Purtroppo, la felicità della famiglia Browning è di breve durata: le condizioni di salute di Elizabeth si aggravano, e nel 1861 la poetessa muore
tra le braccia del marito. Viene sepolta in una bellissima tomba di marmo di Carrara nel cimitero degli Inglesi a Firenze, dove ancora oggi riposa.

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Elizabeth Barrett Browning – non solo poesie d’amore

Sebbene Elizabeth sia nota soprattutto per l’opulenza dei suoi poemi dedicati all’amore, non fu certo limitata a questo tema: la sua mente era troppo vivace, la sua cultura troppo ricca per consentirle di limitare il suo sguardo sulla vita alla sola sfera dei sentimenti. Elizabeth Barrett si interessò all’emancipazione femminile e a molti tempi sociali importanti, per i quali si espresse anche in versi: il lavoro minorile (“The Cry of the Children”)

Lo sentite il pianto dei bambini, O miei fratelli,
prima che la tristezza arrivi con gli anni?
Essi appoggiano le loro giovani teste contro le loro madri,
e questo non ferma le loro lacrime.
I piccoli agnelli belano nei prati,
i giovani uccelli cinguettano nel nido,
i giovani cerbiatti giocano con le ombre,
i fiorellini si piegano verso ovest-
Ma i giovani, giovani bambini, O miei fratelli,
piangono amaramente!
Piangono nella ricreazione degli altri,
nel paese della libertà (Inghilterra). (tutta la poesia qui)

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Si occupò anche della controversa questione della schiavitù e, sebbene la sua famiglia d’orine avesse tratto da essa il suo profitto, Elizabeth si schierò come abolizionista, dimostrando una spiccata personalità e indipendenza di pensiero.

In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza
Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.
Ti amo al pari della più modesta necessità
Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
Ti amo con la passione che gettavo
Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
Ti amo di un amore che credevo perduto
Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,
I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,
Ti amerò ancora di più dopo la morte.

rossetti

Se devi amarmi, per null’altro sia
se non che per amore.
Mai non dire:
“L’amo per il sorriso,
per lo sguardo,
la gentilezza del parlare,
il modo di pensare
così conforme al mio,
che mi rese sereno un giorno”.
Queste son tutte cose
che posson mutare,
Amato, in sé o per te, un amore
così sorto potrebbe poi morire.
E non amarmi per pietà di lacrime
che bagnino il mio volto.
Può scordare il pianto
chi ebbe a lungo
il tuo conforto, e perderti.
Soltanto per amore amami
e per sempre, per l’eternità.

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