Il tè del venerdì con Carragh Sheridan

Il tè del venerdì con  Carragh Sheridan

Oggi atmosfere vittoriane per un’autrice un po’ misteriosa, che ci presenta il romanzo La materia di cui è fatta la vita, un titolo affscinate per una storia d’altri tempi che promette di trasportarci lontano con la fantasia.

Benvenuta Carragh Sheridan!

Miss Darcy è una curiosona e sta già fremendo per la prima domanda che è tutta sua ed è quella più indiscreta.

carragh sheridan

Il tuo è un nome d’arte, che nasconde…? Anche se non ti chiediamo di rivelarci la tua identità, ti chiediamo qualcosa di te. Che cosa puoi raccontarci senza tradirti eccessivamente? Come mai hai scelto questo nome? Ha un significato particolare per te?

La scelta del nome Carragh Sheridan è dovuta a una mia affascinazione per le leggende irlandesi. Io faccio il ghost writer e mi è capitato con il mio lavoro di dover fare ricerche in merito a miti fantastici dell’Irlanda e di dover avere un’infarinatura di gaelico antico (per la creazione di alcuni termini e la traduzione di altri) così ho fatto anche una ricerca di nomi (mi servivano per i personaggi), tra le varie interpretazioni esistono anche i due nomi Carragh che significa amore e Sheridan che significa selvaggia, insieme mi sono sembrati il connubio perfetto per rappresentare il tipo di libri che avevo in mente di scrivere (e un po’ rappresentano anche il mio vero io). La scelta di utilizzare un nome d’arte è dovuta proprio al mio lavoro di ghost writer, per i miei libri preferisco per questioni professionali mantenere ancora per un po’ il mistero sulla mia vera identità. 

capelli in epoca vittoriana

Ci sono degli autori classici o moderni che ti hanno influenzata maggiormente?

Io sono una lettrice onnivora e leggo da sempre (in parte per passione personale, in parte per professione) credo che leggendo così tanto un po’ tutti gli autori direttamente o indirettamente abbiano influenzato il mio modo di scrivere e la mia maturazione negli anni. Farne un elenco sarebbe lunghissimo ma ci sono alcuni nomi che mi hanno lasciato un segno indelebile e che sicuramente che io abbia voluto o meno hanno influito sulle mie scelte anche narrative. Edith Warthon, Emily Brontë, Marguerite Durand, per citarne alcuni, aggiungerei anche Kazuo Ishiguro, Nicolas Barreau (che ho scoperto pochi anni fa) e ci sarebbero alcune autrici di romance d’ambientazione storica quasi sconosciute che ho scoperto per caso per i tipi della Harmony. Volendo potrei continuare con l’elenco ma davvero sarebbero troppi. Considerando poi che sono una persona molto curiosa e mi piace scoprire continuamente nuovi scrittori sia tra i classici che tra i contemporanei. 

Parliamo del tuo romanzo storico breve, La materia di cui è fatta la vita. Come mai la scelta del periodo vittoriano?

Volevo un periodo storico che fosse ancora legato a costumi e convenzioni sociali in parte castranti per la figura femminile ma che, al tempo stesso, fosse un periodo di innovazioni e dove i primi vagiti di una presa di coscienza delle donne tentavano di farsi sentire. In fondo la fine del XIX secolo è stato un periodo di grandi trasformazioni, grandi mutamenti per tutti, uomini e donne, e una giovane donna poteva cominciare a sperare di pretendere di essere se stessa nonostante il costume sociale rigido e coercitivo. Non per niente proprio quel secolo è stato la culla anche di invenzioni importanti per tutti noi e spesso queste invenzioni erano frutto di una mente femminile.

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Telemaco SIignorini, la lettera

 I protagonisti di “La materia di cui è fatta la vita”: come sono nati? Se dovessi definirli con una sola parola, quale abbineresti a ciascuno?

I protagonisti sono nati per caso, come quasi tutti i miei personaggi. È nata prima Emma (che a dire il vero all’inizio portava anche un altro nome, l’ho cambiato in fase di correzione testo) perché mi sono figurata come potesse vivere un’adolescente femmina in un periodo come quello vittoriano, quando era costretta a seguire un percorso di vita il più delle volte già stabilito da altri. Oggi siamo abituati a scegliere la nostra strada indipendentemente dal sesso ma io mi immagino una ragazza in quell’epoca che aveva una passione, una di quelle passioni che ti bruciano dentro, ma una passione che andava in contrapposizione con quello che la società si aspettava da lei.

Ho immaginato come sarebbe stata tormentata all’idea di dover abbandonare i propri sogni, come si sarebbe sentita davanti al fatto che da una parte si poteva ritenere una fortunata, nonostante sola al mondo aveva trovato una famiglia ricca che le aveva permesso una vita agiata, dall’altra probabilmente imprigionata in una gabbia dorata che l’avrebbe uccisa dentro lentamente. Alexander è nato dopo di lei, mi serviva un personaggio decisamente differente, direi l’opposto, per giocare sul fatto degli opposti che si attraggono e, sopratutto, per lavorare sul messaggio che l’apparenza spesso inganna, infatti lui si dimostrerà molto diverso da ciò che lascia intuire a chi lo circonda. Per quanto riguarda la parola ne abbinerei una sola ad entrambi: determinazione. Per motivi e con obiettivi diversi sono due giovani che lottano per affermare loro stessi e affrancarsi da un mondo che non riconoscono appieno. Un po’ quello che fanno tutti gli adolescenti di ogni epoca per diventare adulti, in fondo.

 

Recentemente è uscita una nuova opera, Ritorno ad Abbey Court: sempre romance ad ambientazione inglese, ma contemporanea. In quale epoca ti muovi più agevolmente? Quale invece senti più distante da te?

A dire il vero nessuna delle due la sento particolarmente distante. Sicuramente nel periodo contemporaneo mi muovo più agevolmente per un discorso di fissare sulla carta una trama che ha le caratteristiche a noi più usuali (abitudini, costumi sociali, ecc.). Il periodo storico mi costringe a scrivere un po’ più lentamente, primo perché ho l’abitudine comunque di fare ricerca sugli usi e costumi dell’epoca (anche se purtroppo molte cose devono essere forzate per una questione di economia del romanzo) e secondo perché durante la stesura mi devo immedesimare maggiormente nell’ambientazione.

La Materia di cui è fatta la Vita a dire il vero è stato una sorta di esperimento. Nella mia professione mi è stato chiesto spesso di scrivere di ambientazione storica, in genere venivano richiesti romanzi molto lunghi, adesso con questi libri che sono solo miei ho voluto provare a rendere le emozioni anche immerse in un’atmosfera storica con una cifra stilistica più sintetica e asciutta. Personalmente ritengo che la formula del racconto nel nostro paese sia troppo poco considerata, spesso i lettori hanno difficoltà persino a distinguere un racconto da un romanzo breve, non vengono educati alla lettura con criterio. In gran parte per colpa della scuola come è impostata oggi, che ha perso moltissimo, per quanto riguarda grandi scrittori che si sono cimentati nella formula del racconto, creando anche capolavori della letteratura, nelle epoche passate se ne possono annoverare veramente tante. Il pubblico di lettori dovrebbe tornare a rivalutare questa forma di scrittura, la bontà di uno scritto, in fondo, non si determina dalla sua lunghezza. 

Quali sono i tuoi progetti? Hai intenzione di spaziare in altri generi? In particolare quale ti incuriosisce?

Per il momento posso dire che le mie energie sono concentrate su Ritorno ad Abbey Court che è neonato e ha ancora bisogno di cure da parte mia, per quanto riguarda prossimi progetti non posso ancora dire nulla di preciso ad eccezione del fatto che naturalmente per natale uscirà un nuovo romance natalizio, un appuntamento che vorrei poter mantenere fisso ogni anno amando particolarmente il periodo delle feste. Altri generi non saprei, sicuramente mi attrae l’idea di poter approfondire il discorso storico magari toccando altri periodi al di fuori del vittoriano. Per il momento tante idee ma nulla di preciso, in ogni caso non mancherò di avvisare il mio pubblico nel caso di novi ed eventuali esperimenti da parte mia.

 

E Miss Darcy come sempre si accaparra anche l’ultima domanda: come lo prendi il tè?

Con limone, niente latte né zucchero.

 Helen Allingham - la poesia della campagna inglese

Grazie per averci fatto compagnia!!

 

La materia di cui è fatta la vita

Quando la madre di Emma muore lei è solo una bambina e viene ricoverata in un istituto che accoglie orfani. Inaspettatamente, però, Lord Tristan Wilson, dopo qualche tempo, si presenta all’istituto e dichiara di volerla adottare. Riportandola nuovamente nella casa degli Wilson. Ma non tutti sono contenti di riaverla tra quelle mura. A partire da Lady Charlotte Wilson che ha dovuto inghiottire il boccone amaro della verità. Emma, infatti, è nata da una relazione extraconiugale di Lord Tristan. E si è vista costretta a sottostare al volere del marito di prendere in casa quella piccola orfana e crescerla al pari di Sarah, la loro unica figlia legittima, coetanea di Emma.

Per forma e convenzione sociale Lady Charlotte crescerà Emma dandole tutti i privilegi riservati a Sarah ma non amandola mai come se fosse una figlia. Emma diventa così una Wilson anche agli occhi della società e, nonostante le differenze tra le due ragazze e non solo fisiche, diventerà una giovanissima donna sofisticata e aristocratica come sua sorella Sarah.

Tra le due sorelle, però, una differenza è dominante. Mentre Sarah è perfettamente figlia dell’educazione e del costume dell’epoca e sogna di realizzarsi in un matrimonio giusto e conveniente per il suo ceto. Emma coltiva un altro sogno, quello di diventare un medico. Un futuro in netta contrapposizione con ciò che ci si aspetta da una donna, per giunta di famiglia facoltosa e importante come una Wilson.

In un’Inghilterra bigotta e conformista come quella vittoriana Emma combatterà i preconcetti e i pregiudizi tipici dell’epoca per poter arrivare a realizzare il proprio sogno ed essere se stessa… l’amore però no, non era contemplato, sarebbe stato un intralcio, soprattutto se il lui in questione è il bellissimo e spocchioso duca su cui ha messo gli occhi anche sua sorella Sarah… ma si sa l’amore se ne infischia di ciò che pensano le persone, se ha deciso di arrivare non chiede il permesso a nessuno!

Biografia di Carragh Sheridan:

Carragh Sheridan è il nome d’arte di una scrittrice italiana. Vanta molti anni di esperienza come scrittrice e articolista nel mondo culturale ed editoriale. Ha lavorato come ghost writer e pubblicato diversi romanzi a nome di altri, nonché articoli, con il suo nome reale, che hanno toccato le tematiche più diverse. Nel 2016 ha deciso di dedicarsi prevalentemente alla sua attività di scrittrice dopo aver trovato la sua dimensione e il suo divertimento nello scrivere brevi racconti romantici. Il passo ai romanzi unendo al rosa la sua passione per la storia è stato breve.

I riferimenti di Carragh Sheridan

www.carraghsheridan.altervista.org  

[email protected]

https://www.facebook.com/CarraghSheridanWriter/

https://twitter.com/CarraghSheridan

Il romanzo su Amazon

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