L’ albero di Natale nella tradizione e nell’epoca vittoriana
Quando si parla di festività natalizie, il primo pensiero oggi va all’ albero di Natale, l’abete decorato che ormai è divenuto in tutte le case il simbolo delle feste.
Non è sempre stato così, anzi, nelle nostre case l’ albero di Natale è una tradizione relativamente recente. Per una volta, però, Miss Darcy è lieta di annunciare che… questa decozione non ha origine vittoriana!
L’origine no… ma l’epoca in cui l’albero di Natale si è diffuso in Inghilterra è proprio quella.
A voi un piccolo viaggio nel tempo, inseguendo le origini dell’Albero di Natale!

Le antiche festività
L’origine dell’ albero di Natale è molto antica e si lega alle antiche festività del centro Europa e celtiche che si svolgevano a ridosso del solstizio d’inverno, il 21 dicembre.
I giorni più corti dell’anno, il progressivo ritorno della luce erano molto importanti e venivano celebrati, appunto con la luce.
L’ albero di Natale è il fulcro fra diverse simbologie: in particolare, nella cultura celtica e in quella vichinga l’abete aveva particolari significati. L’albero di Natale unisce molte valenze, quelle dell’albero e quella delle varie decorazioni, in particolare le luci.
L’abete e i sempreverdi, piante che non perdono le foglie coi rigori invernali, assumono in varie religioni profondi significati, di vita, di eternità e valore magico: a loro viene deputato il compito di traghettarci dal dominio delle tenebre a quello della luce.

L’abitudine di decorare alberi in vario modo appartiene dunque a numerose tradizioni, ma in particolare la nascita dell’albero di Natale si collega, come quella del ceppo natalizio, a Yule, che nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, coincide col solstizio d’inverno. Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat, e viene celebrata intorno al 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale, ancora oggi, dalle wicca.
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Nei linguaggi scandinavi, il termine Jul significa sia Yule che Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”): il legame fra le due tradizioni è evidente.

È proprio dai Paesi nordici che ci giunge l’albero di Natale, insieme a vari riti pagani molto antichi nati per celebrare questo periodo di forte valenza simbolica.
La festa cristiana di Natale, si sa, si inserisce in questo contesto. Certamente non per festeggiare il compleanno di Gesù, ma per ricordare come il Cristo sia giunto a illuminare il mondo con la Sua Luce, che l’Avvento sia un passaggio dalle tenebre della morte alla luce della vera vita illuminata da Cristo.
Sulla base di queste valenze, la Chiesa ha sovrapposto la ricorrenza natalizia alle precedenti festività in cui il Sole Bambino sorgeva vincendo le tenebre.
Sia nei riti cristiani che in quelli pagani, il periodo precedente al Natale o a Yule è fortemente connotato dal contrato fra vita e morte, dalla lotta del buio e della luce.
L’albero che non perde foglie diviene il simbolo della Croce di Cristo, l’albero di vita eterna, fra i cui rami splende la Luce di Dio, per guidare gli uomini.

Un raro meraviglioso punto d’unione fra culture diverse, tradizioni diverse.
Attorno all’albero dunque, ruotano, in base alle tradizioni diverse, riti diversi. Fra i popoli germanici l’albero era simbolo di fertilità e veniva addobbato in riti propiziatori. Al termine, l’albero veniva bruciato.
Nelle popolazioni nordiche, era uso a Yule accendere falò nei campi e fuochi dentro casa per aiutare il sole a vincere l’oscurità: si usavano grossi ceppi ricavati dalle tenute padronali, preferibilmente da querce o frassini per le loro valenze simboliche.
Da qui nasce la tradizione del ceppo di Natale, così grande da bruciare a volte fino all’epifania.
I dodici giorni di Natale, appunto!

L’origine dell’albero di Natale
Tradizionalmente, i primi alberi di Natale comparvero in Estonia, nel 1441: a Tallin, nella piazza principale, veniva allestito un grande albero attorno a cui nubili e scapoli danzavano sperando di trovare l’anima gemella.

L’usanza si diffuse poi in Germania e nel Sedicesimo secolo sono attestate testimonianze di alberi di Natale addobbati con frutta e fiori di carta. Un’usanza simile a quella che ancora oggi portano avanti le wicca col ramo di Yule, decorato con biglietti sui quali vengono espressi desideri e benedizioni.
I primi alberi di Natale, dunque, appartenevano alla vita pubblica: bisognerà aspettare il XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo per trovare l’albero di Natale nelle case della Renania. L’uso di candele per addobbare i rami dell’albero è attestato già nel XVIII secolo.

La diffusione dell’ albero di Natale in Europa
Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno, mentre era meno diffusa nelle regioni germaniche più a sud, dove i cattolici lo consideravano un uso protestante.
Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi.
A Vienna l’ albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, e in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans.
In Italia, invece, la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita, sempre nella seconda metà dell’Ottocento, al Quirinale.
Da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese: non a caso l’albero di Natale è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione, di tipo più consumistico, del secondo dopoguerra. Ma anche in questo caso, era appannaggio di chi se lo poteva permettere.
Per avere una produzione di alberi natalizi bisogna però andare in Svizzera e Germania, ai primi dell’Ottocento.

L’albero di Natale e la tradizione inglese
Fino a metà Ottocento, o meglio fino al matrimonio della regina Vittoria con il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, la tradizione natalizia inglese è piuttosto spoglia.

I festeggiamenti erano sottotono rispetto a come saranno in epoca vittoriana, ma questo lo vedremo prossimamente.
Per l’ albero di Natale, quello che è certo che fino all’arrivo del principe tedesco, nelle case inglesi non compariva affatto.
Fu Alberto a importare la tradizione a palazzo, e grazie soprattutto alla rivista “The Illustrated London News” che nel 1848 propose una litografia raffigurante la famiglia reale attorno all’Albero di Natale, la tradizione invase ben presto tutte le case inglesi… che se lo potevano permettere!

L’ albero di Natale in epoca Vittoriana
Dopo il 1848, quindi, le famiglie nobili e le più abbienti avevano le case decorate sulla scia del palazzo reale: nei salotti l’albero di Natale dominava la scena, ma non mancavano altre decorazioni.
Per tradizione, l’ albero di Natale si acquistava nei giorni precedenti il Natale, ma si decorava alla Vigilia (così è rimasto anche negli Stati Uniti). I bambini erano tenuti fuori dalla sala fino a che l’albero non era completato.

Gli alberi vittoriani venivano importati da Germania e Norvegia, e si adattavano a tutte le tasche: dai più piccoli a quelli adatti agli enormi atrii dei manieri.
Venivano venduti senza radici, montati su una base in legno oppure liberi da appoggi, per essere infilati in grandi vasi pieni di terra o materiale di riporto. la base poi veniv ricoperta con drappi o con muschio, su cui in alcuni casi, veniva costruito un paesaggio.
Il mio primo albero era proprio così e no… non sono vittoriana!
Alberi artificiali comparvero già dalla metà dell’Ottocento: erano fatte con piume (d’oca, di struzzo…) colorate di verde. Ma quelli veri andavano per la maggiore.
Christmas Putz
La base dell’ albero di Natale era un piccolo mondo.
Era il luogo che accoglieva i regali che sarebbero stato poi consegnati alla Vigilia o alla mattina di Natale, ma non solo!
Per coprire l’appoggio degli alberi, specie nelle case con bimbi, ai piedi dell’Albero veniva apprestato un piccolo recinto all’interno del quale veniva raffigurato, come accennato prima, un paesaggio. Villaggi, fattorie, monti, ferrovie… qui in Italia spesso il Presepe trovava collocazione proprio lì. Minuscole ambientazioni in cartapesta e legno, che rendevano felici i bambini e… non solo loro.

L’usanza di questi paesaggi si difuse soprattutto su territorio americano.
Anche i Christmas Putz venivano adeguatamente illuminati, per creare suggestivi panorami.

Le decorazioni dell’albero di Natale vittoriano
Le decorazioni Natalizie erano molto varie, anche a seconda delle possibilità della famiglia.
Le cartoline d’auguri, le foto e le immagini giunte fino a noi, nonché le decorazioni giunte fino a noi, ci raccontano molte storie, tutte diverse e tutte affascinanti.

I vittoriani, lo sappiamo, non mancavano di fantasia e, se in un primo tempo hanno aderito alla tradizione tedesca decorando cogli alberi con frutta, dolci e decori di carta, si sono ben presto lanciati in una loro interpretazione dell’arte natalizia.

Gran parte di questi decori erano costruiti in famiglia, in particolare dalle signore e signorine di casa che trascorrevano parecchio tempo nel confezionamento degli addobbi.
Fra le decorazioni artigianali si contavano piccoli sacchetti e cornucopie di carta per caramelle e dolcetti, biscotti, noci e frutta secca, frutta candita, dolci colorati e infiocchettati, ritagli di carta, nastri di vario genere, catenelle di carta colorata, strisce dorate (le progenitrici dei più moderni capelli d’angelo). Fra le più diffuse erano le decorazioni fatte con carta ritagliata (scapbooking), soprattutto nelle case di chi non poteva permettersi costosissime decorazioni importate dalla Germania.
Per i più ricchi, a partire dal 1870, l’industria e l’artigianato si prodigarono nella produzione di decorazioni preziose: arrivarono le palline di vetro soffiato, spesso elaborate fino a essere pezzi unici; angeli in stoffa, porcellana e altri materiali, addobbi in piombo, pizzo, cera e altro materiale.
I soggetti dei decori erano vari, da quelli religiosi o tradizionali, come angeli e volti di bimbi, a quelli patriottici, fino a oggetti di ogni genere, miniaturizzati e appendibili.
Il mercato delle decorazioni era soprattutto tedesco. Le più ricercate erano quelle provenienti dalla Turingia e dalla Sassonia. Fra queste erano particolarmente apprezzati gli addobbi prodotti a Sebnitz e gli ornamenti Dresdner (dalla città di Dresda).

Il puntale dell’ albero di natale vittoriano
Il puntale dell’albero era il pezzo più importante degli addobbi.
Andersen, ne L’abete, parla di una stella dorata. In effetti, erano due le scelte preferite (un po’ come oggi): la stella e l’angelo.
La prima è un ricordo della cometa che accompagna i re Magi, il secondo ha una sua tradizione tutta particolare.
Gli angeli sono il prediletto fra i soggetti religiosi in epoca vittoriana. Nelle Christmas card sono spesso presenti, mentre le natività sono meno apprezzate e diffuse.

Nella cultura anglosassone e nordica (citiamo ancora Andersen) le figure angeliche sono molto presenti e sentite nella fede popolare.
Angeli compaiono come decorazioni sugli alberi di Natale e nei biglietti d’auguri, ma il più importante e più bello è quello che va sulla punta dell’albero, la cui presenza di rifà, ancora una volta, alla tradizione tedesca.
In alcune parti del Paese, infatti, tradizione vuole che Gesù Bambino mandi avanti a sé un angelo come messaggero e che questa creatura soprannaturale, di bianco vestita e con una corona d’oro sul capo, porti i doni. A Norimberga, a tutt’oggi i tradizionali e storici mercatini di Natale si aprono con un monologo dell’angelo del Natale, che viene scelto ogni anno fra i giovani della città.
Questo è l’angelo che troviamo sulla cima dell’ alberodi Natale vittoriano.

L’illuminazione
Le prime luci elettriche arrivarono nel 1880: Edward H. Johnson, socio di Thomas Edison nella “Edison’s Illumination Company”, illuminò il primo albero di Natale con ben ottanta lampadine rosse, bianche e blu, ma fino ad allora, e anche per parecchio tempo dopo, gli alberi furono decorati con candeline.
Le piccole candele venivano attaccate ai rami con un goccio di cera (versione economica) o con appositi oggetti che fungevano da base e da candelabro, raccogliendo la cera (versione lusso). Questi appoggi nel corso del secolo si svilupparono cercando di essere sempre più sicuri, ma le fiamme libere spesso costituivano un pericolo serio per le abitazioni.
Ecco perché l’albero veniva completato solo la vigilia di Natale e illuminato in quella notte.

Al lume delle sue candele la famiglia si riuniva, spesso per il tradizionale scambio dei doni.
Ma quali erano le tradizioni che accompagnavano queste intense giornate? Lo scopriremo… nel prossimo viaggio nel tempo.
Ora spegniamo le candele, lasciamo che il ceppo arda nel camino, mentre Miss Darcy vi saluta e vi riporta ai Natali presenti.

http://elisabethsissi.blogspot.it/2014/12/il-natale-vittoriano-tra-usi-costumi-e.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_di_Natale
https://it.wikipedia.org/wiki/Yule
http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_calend_yule.htm
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http://www.diyexplore.com/christmas-decorations/christmas-tree-victorian-decorations