Julia Margaret Cameron. Pittorialismo vittoriano

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Pittorialismo vittoriano: che cos’è il pittorialismo?

Henry Peach Robinson
Henry Peach Robinson

Il pittorialismo è un movimento nato a metà Ottocento, quasi subito dopo l’invenzione della macchina fotografica.

Le fotografie, in un primo momento, venivano considerate inferiori alla pittura e alla scultura, sia perché venivano prodotte da un apparecchio e non dalla mano di un artista, sia perché riproducevano fedelmente la realtà: il movimento pittorialista aveva come obiettivo quello di elevare la fotografia a livello delle altre arti, dimostrando che le fotografie avevano gradi potenzialità artistiche.

La disputa tra fotografia considerata come “riproduzione” della realtà e fotografia considerata come “interpretazione” della realtà è dunque antica quanto la fotografia stessa: 
fin dall’esordio degli apparecchi fotografici  i dagherrotipisti, che  preferivano la nitidezza e la definizione offerte dal dagherrotipo si contrapposero ai calotipisti, che adottavano la stampa al sale, più delicata ed evanescente.

The great wave, di Gustave Le Gray - 1857
The great wave, di Gustave Le Gray – 1857

Per le foto dei pittorialisti vennero usate tecniche particolari, atte allo scopo di rendere in alcuni casi le immagini più simili a disegni, in altri a creare effetti speciali per “eliminare” il realismo in eccesso.

Fra le tecniche usate:  la stampa alla gomma bicromata o al bromolio, gli obiettivi soft-focus, la stampa combinata di più negativi su un unico positivo. Per questi motivi, il processo preferito dei primi pittorialisti fu quello, appunto, della calotipia, nel quale la superficie irregolare del supporto cartaceo rendeva confusi i dettagli.

I primi pittorialisti erano pittori e scultori, spesso ritrattisti. Spinti dalle potenzialità della macchina fotografica , dai minori costi, o dal desiderio di nobilitare lo strumento, si dedicarono alla fotografia, applicando a essa le conoscenze e il gusto tipico della pittura e della scultura.

Lancillotto e Ginevra di Julia Margaret Cameron
Lancillotto e Ginevra di Julia Margaret Cameron

I soggetti scelti erano del tutto simili a quelli che rappresentava la pittura dell’epoca: dalla ritrattistica al paesaggio, dalle foto a sfondo sociale a immagini oniriche, simboliche: una corrente seguirà la parabola dei preraffaeliti, dando orgine alla fotografia preraffaelita.

I primi esperimenti di questo movimento furono fatti in, Francia, ma ben presto il pittorialismo si diffuse in tutta Europa, in particolare Inghilterra, Itala e Russia.

Fra gli esponenti citiamo: Gustave Le Gray, principalmente paesaggista;  Henry Peach Robinson e Oscar Gustav Rejlander, i primi a utilizzare il ritocco fotografico; in RUssia  Evgenyi Vyshnyakov e Yan Bulgak.

Nell’Inghilterra vittoriana, però, l’esponente di maggior rilievo è una donna, Julia Margaret Cameron, che ci ha lasciato le immagini più suggestive del movimento pittirialista.

Julia Margaret Cameron e il pittorialismo vittoriano.

Julia Margaret Cameron
Julia Margaret Cameron

Julia Margaret Cameron, figlia di James Pattle, un ufficiale inglese della British East India Company, e di Adeline de l’Etang nacque a Calcutta nel 1815.

Visse in Francia sino al 1838, quindi tornò in India per sposare Charles Hay Cameron. Si trasferì a Londra nel 1848 quando il marito si ritirò dagli affari. Nel 1860 la famiglia Cameron acquistò una proprietà nell’Isola di Wight dopo aver visitato la tenuta del poeta Alfred Lord Tennyson,  Dimbola Lodge, dove oggi si trovano un museo e una mostra fotografica della Cameron.

Julia Margaret Cameron
Maud

La passione per la fotografia nacque solo nel 1863, quando ricevette in regalo una fotocamera dalla figlia Julia. L’attività fotografica conquistò la Cameron che praticò principalmente il ritratto e la rappresentazione allegorica di racconti e romanzi.

Le sue immagini incorporano l’atmosfera sognante dell’epoca vittoriana, il leggero “fuori fuoco” restituisce eterei ritratti di bambini e di donne immerse nella natura.

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I Wait. La modella è Rachel Gurney.

Tra i personaggi che passarono per l’obiettivo di Julia Margaret Cameron ci sono Charles Darwin, Alfred Lord Tennyson, Robert Browning, John Everett Millais, William Michael Rossetti, Edward Burne-Jones, Ellen Terry e George Frederic Watts.

Marie Spartali Stillman, modella e pittrice preraffaelita, fotografata da Julia Margaret Cameron nel 1868
Marie Spartali Stillman, modella e pittrice preraffaelita, fotografata da Julia Margaret Cameron nel 1868

Su richiesta del poeta Alfred Lord Tennyson, Julia Margaret Cameron illustrò il suo componimento Idilli del re (Idylls the King) utilizzando personaggi in costume.

A Rose from Armida's Garden (una rosa dal giardino di Armida) del 1894, di Marie Spartali Stillman
A Rose from Armida’s Garden (una rosa dal giardino di Armida) del 1894, di Marie Spartali Stillman

La maggior parte delle fotografie di Julia Margaret Cameron rientrano in due categorie: i ritratti e le allegorie, illustrazioni di opere religiose e letterarie. Nelle opere allegoriche, in particolare, si nota l’influenza artistica chiaramente preraffaellita.

Nel 1875 la famiglia Cameron tornò a Ceylon, ma la sua attività fotografica fu impedita dal difficile reperimento dei materiali fotografici. Nessuna fotografia di quest’ultimo periodo è giunta fino a noi.

Ritratto di John Herschel
Ritratto di John Herschel

I soggetti rappresentati erano spesso membri della sua famiglia, le figlie in particolare, ma anche la servitù e altri parenti: fra le modelle preferite la nipote Julia, che diventerà la madre di Virginia Woolf.

In alcune immagini, invece, Julia Margaret Cameron si avvalse di attori del teatro shakespeariano.

Julia Margaret Cameron
Sadness, Foto ritratto di Ellen Terry del 1864 di Julia Margaret Cameron.

Qui potete trovare una splendida Gallery delle sue fotografie, alcune delle quali persino acquistabili:

https://www.artsy.net/artist/julia-margaret-cameron

 


https://it.wikipedia.org/wiki/Julia_Margaret_Cameron

https://it.wikipedia.org/wiki/Pittorialismo

https://en.wikipedia.org/wiki/Julia_Margaret_Cameron

http://www.nadir.it/crea/PITTORIALISMO/pittorialismo.htm

http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=6825&IDCategoria=55

http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=6789&IDCategoria=55

https://it.wikipedia.org/wiki/Marie_Spartali_Stillman

Regency vs Victorian

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 Regency vs Victorian: le luci e le ombre dell’Ottocento inglese.

 

regency vs victorian

Regency vs Victorian: Periodo della Reggenza o epoca vittoriana? Forse a comprendere questa domanda saranno le lettrici accanite di romance storici. E di classici inglesi.

Perché, in fondo al cuore, credo che non si possa fare a meno di schierarsi per uno o per l’altro periodo, di sentirsi a casa fra le quiete pareti domestiche dei romanzi Regency o desiderare le burrascose avventure che l’epoca vittoriana ispira.

Me ne sono resa conto leggendo un post di Scarlett Douglas Scott sul nostro gruppo Regency & Victorian, nel quale ha inserito la “dichiarazione programmatica” delle nostre attività: ricerca storica, condivisione di curiosità, attività letterarie…

Scrive Scarlett:

Buongiorno mie care dame. Come sapete, la mia passione per l’800 non si limita all’Inghilterra, patria del Regency e del Vittoriano, ma a tutto il Continente. Stavo preparando una cosa breve per acculturarvi sulla cura ottocentesca di alcune malattie, quando mi sono imbattuta in un libro molto spesso e molto accurato sul Cholera Morbus, perciò pazientate, in settimana preparerò un articolo riassuntivo di quello che accadde in Europa e di come non-si curò questo morbo. Perché tutto questo sbattimento, mi chiederete? Per un motivo molto semplice. La stesura di un romanzo richiede accuratezza di ambientazione, di dettagli. Come avrete notato, Antonia vi sta fornendo molte informazioni che riguardano la vita femminile, fin nel più intimo e infimo dettaglio. Ma dove vivevano queste donne? Cosa stava accadendo attorno a loro, fuori dalle mura delle loro lugubri case bigotte e luttuose? E altro scopo di questi articoli è quello di ispirarvi storie più allettanti di una semplice love story sotto organze e merletti, spingendo le autrici a imbastire trame più realistiche, appassionate, sofferte, e sì anche terribilmente travagliate, sporche e fumose come lo furono tutte le città europee all’inizio dell’800. Accettate la sfida?

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La campagna inglese, idilliaca e serena

Mi sono resa conto, leggendo queste parole, che in effetti quello che io amo scrivere e descrivere è un mondo pulito, idilliaco, si potrebbe dire, fatto delle piccole cose e degli ambienti domestici descritti dalla Austen. Un mondo che di fumoso ha ben poco, anzi… un mondo ripulito dalle brutture della realtà, fatto solo di quelle sfumature interiori che mi piace analizzare, sondare, approfondire.

Mi è venuta in mente, chissà perché, Margaret Hale di Nord e Sud della Gaskell.

È come se l’Ottocento inglese, anche nella letteratura, fosse diviso in un ideale Sud e Nord: Regency vs Victorian.

Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone.
Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone, nel Sud.

Il Sud di Margaret è un luogo da sogno: pulito, verde, pacifico e pacioso, nel quale i giorni scorrono uguali e ritmati dalla natura e dalle stagioni. Helstone è un piccolo villaggio di campagna, in cui tutti si conoscono, dove la vita è gradevole e piena di piccoli, monotoni piaceri.

Il Nord, agli occhi di lei, è solo un luogo grigio, pieno del fumo delle fabbriche, del grigio di strade e case, in cui anche le persone paiono grigie, tetre, avvolte della stessa caligine della città.

Siamo, nel romanzo della Gaskell, in piena rivoluzione industriale, ma la divisione che ci propone è esistenziale: meglio il passato, il mondo pulito che ci siamo lasciati alle spalle, o il presente e il futuro, rappresentato da questo tetro Nord?

È, in fin dei conti, la domanda che mio sono posta io: Regency vs Vittoriano.

Che cosa cerco nei libri altrui, che cosa voglio regalare ai miei?

Margaret a Milton, la città del Nord
Margaret a Milton, la città del Nord

La risposta è arrivata prima della domanda, dalle parole di un’altra scrittrice, Lisa Molaro:

Quello che cerchiamo nell’epoca ottocentesca, quello di cui i nostri tempi hanno bisogno, è l’eleganza: un’eleganza che abbiamo perduto.

Aggiungo: la bellezza. Come Margaret Hale, anch’io cerco questo Sud, questo mondo Regency pieno di bellezza. La bellezza dei luoghi non ancora contaminati, la bellezza delle persone, dei sentimenti, della ricerca (o della conoscenza) di sé. Cerco luoghi in cui posso idealmente vedere il cielo, alzare gli occhi e riscoprire le stelle.

Cerco una Londra che è come una città delle fate, fatta di luce, di sogni ancora da realizzare, di abiti preziosi e musica, e danze, e ricerca d’amore.

Ma eccomi al punto: Regency vs Victorian. Si può dimenticare, o fingere di dimenticare, l’esistenza di un lato oscuro?

Un immagine della fumosa Londra vittoriana
Un immagine della fumosa Londra vittoriana

Perché la bellezza, nella vita e nel nostro mondo, non può essere né assoluta né eterna.

Ed ecco che Margaret scopre il Nord: scopre il grigiore, il freddo, il sudiciume della città industriale. Un mondo freddo anche dal punto di vista dei rapporti umani.

Il mondo vittoriano, più di quello Regency, è terreno di contrasti.

Nei romanzi della Austen i problemi della lotta di classe sono inesistenti: ne abbiamo un vago sentore solo a leggere bene quando i gentiluomini e le gentildonne parlano dei commercianti, degli avvocati, dei contadini, ma sembra di avere a che fare con un mondo congelato nei ruoli, una situazione immutata e immutabile. Lo stesso avviene coi fatti storici: le guerre contro Napoleone si risolvono in poco più che qualche accenno al Continente.

Emma, 1997
Emma, 1997

Il mondo dei romanzi Regency riprende appieno questo modo di presentare la storia. Una letteratura priva di morte, anche quando ci sono dei lutti (usati al massimo come espedienti letterari per appianare la via a qualche storia d’amore).

Ben diversa è la letteratura vittoriana, che con la morte ha costante contatto. Che non la disdegna, anzi, l’affronta con coraggio, lucida determinazione e serietà.

Non a caso è nella pittura di epoca vittoriana che fra i soggetti compaiono anche letti di morte, con famigliari addolorati all’intorno. E non a caso è in quest’epoca che nasce una vera cultura del lutto.

Regency vs Victorian significa comprendere quale aspetto prevale in noi, quale cultura stiamo dando alla nostra vita: il che non significa dimenticare o cancellare aspetti della vita, ma con quali colori stiamo dipingendo il nostro animo.

Jane Eyre
Jane Eyre

Per Margaret Hale accettare la vita al Nord significa accettare di crescere, di diventare adulta. E questo accade nel momento in cui ogni legame con Milton, la città in cui si è trasferita, si rompe.

Forse la vita è una costante lotta fra nord e Sud, fra Regency e vittoriano: fra la ricerca del bello e dell’astrazione e la presa di coscienza della caducità.

Regency vs Victorian: non ci deve essere per forza un vincitore. Non ci sarà mai. La vera vittoria la ricerca, costante, assidua, che conduce a scoprire la vera bellezza, insita in ogni aspetto della vita.

La Stagione Londinese: mondo Regency #2

Stagione londinese london season

La Stagione Londinese: mondo regency

La Stagione Londinese, cuore e fulcro di moltissimi romanzi rosa ambientati nella Londra del diciannovesimo secolo, era il periodo dell’anno in cui avveniva il debutto in società delle giovani donne appartenenti ai ranghi più elevati. Ma che cos’era questa Stagione, quando si svolgeva, e che cosa accadeva?

La vita dei nobili: quando cominciava la Stagione?

Un ballo da Almack’s

La vita delle famiglie nobiliari inglesi era scandita da ritmi abbastanza precisi: la maggior parte del denaro per il mantenimento dello stile di vita derivava dai possedimenti terrieri, le “tenute”, che venivano coltivate da fittavoli. I Lord tramandavano al primogenito maschio insieme al titolo anche alcuni beni inalienabili, di solito la dimora principale del casato e i terreni annessi: di queste tenute e di altre terre (a volte i nobili arrivavano a “possedere” interi villaggi, di cui erano responsabili per quanto riguardava manutenzioni, ristrutturazioni ecc.) si dovevano occupare, spesso attraverso sovrintendenti, altre di persona.

Per questo motivo, la nobiltà trascorreva molti mesi dell’anno in campagna, in particolare nei periodi in cui le attività agrarie erano più fervide. I più coscienziosi seguivano da vicino i lavori dei campi e si assicuravano che i propri braccianti e fittavoli vivessero in condizioni adeguate e dignitose. Non sempre era così: anche per questo, con l’avvento delle industrie, si ebbe un immediato spopolamento delle campagne, alla ricerca di un benessere maggiore.

Dunque i possidenti terrieri tendevano a trascorrere parecchio tempo nelle tenute, castelli, manieri e ville che ancora oggi troviamo disseminati nelle rigogliose campagne inglesi.

Il periodo estivo era anche dedicato agli scambi di visite, che, a causa della durata dei viaggi, significavano spesso varie settimane.
Una tenuta di campagna

In autunno, inoltre, gli uomini erano spesso impegnati nella caccia ed era solo col sopraggiungere dell’inverno che finalmente Londra e le città si popolavano. Le donne, di solito, raggiungevano per prime la capitale, per potersi preparare adeguatamente. C’erano da aprire le case, rinnovare l’abbigliamento, rinsaldare le vecchie amicizie, scoprire che cosa era accaduto agli amici nel periodo estivo… si può dire che la preparazione alla Stagione vera e propria cominciava già in autunno.

Il vero inizio, però coincideva con l’apertura delle sedute del parlamento, che obbligava i Lord a riversarsi a Londra per adempiere ai propri doveri politici.

Era perciò dopo Natale (festa che da alcuni veniva trascorsa ancora in campagna) che si apriva ufficialmente la Stagione Londinese, per protrarsi poi fino a circa metà dell’estate.

Secondo le guida di Debrett, una sorta di galateo della nobiltà inglese, la stagione vera e propria si svolgeva invece da aprile ad agosto: il periodo precedente viene dunque chiamato “La piccola Stagione”, per distinguersi dal periodo più intenso di attività, primaverile.

La Stagione Londinese, in effetti, coincideva con l’apertura della stagione teatrale, che era primaverile, e che si svolgeva non solo a Londra, ma in tutte le principali città inglesi. Il debutto delle giovani ovviamente non poteva avvenire per tutte nella capitale: in molte località dunque la primavera determinava l’inizio di un grande fermento nelle famiglie delle giovani in età da marito e di chi apparteneva ai ceti più elevati.

Vero è che nei mesi invernali, era a Bath che si riversava gran parte dell’élite inglese (e di chi se lo poteva permettere): un po’ perché era di moda, un po’ perché tanti millantavano acciacchi e malanni che avrebbero tratto giovamento dalle acque salubri delle terme, la cittadina diventava un luogo di primaria importanza sociale. Qui troviamo anche la protagonista di Northanger Abbey, alle prese con un debutto un po’ raffazzonato, ma direi efficace.

Le sorelle Dashwood, protagoniste di Ragione e Sentimento, invece, trascorrono a Londra un lungo periodo, proprio dall’autunno inoltrato alla primavera (infatti Marianne spera che Willougby sia stato trattenuto dalla caccia in campagna e che non risponda alle sue lettere per questo, mentre le due ragazze, poco prima di lasciare la città attendono l’arrivo di Edward previsto per febbraio).

Ma cosa si faceva durante la Stagione Londinese?

Franz Xaver Simm – Preparing for the ball

La risposta è semplice, o quasi: si cercava marito.

Sulla vita delle giovani donne abbienti vi racconterò in un prossimo articolo, oggi le seguiamo in giro per Londra a caccia di stoffe, nastri, cappellini e… giovanotti.

Parlare di Stagione Londinese significa parlare di una tradizione proseguita fino alla metà del secolo scorso (guardate il film “come sposare una figlia” e vi divertirete a vedere una delle ultime Stagioni Londinesi, con una debuttante fuori dagli schemi), durante la quale le giovinette venivano presentate al monarca ufficialmente, a corte.

Leggi anche: L’educazione femminile nell’800

Questa tradizione, andata in declino in seguito alle guerre mondiali, è stata abolita da Elisabetta II nel 1958.

Attorno a questo debutto ufficiale ruotavano miriadi di eventi, incontri, balli, inviti… gli impegni si susseguivano incessanti in una girandola che spesso costringeva a ritmi peggio che lavorativi.

Le giovani, se non a corte, venivano lanciate in società a un ballo, organizzato dalla famiglia. Questa tradizione, a quanto mi risulta, è ancora viva: anzi, esistono in molte città balli pubblici per il debutto delle ragazze diciottenni, organizzati una volta all’anno.

Ma torniamo alla Londra del passato. In tutte le case più importanti era un susseguirsi di cene e serate danzanti, inviti a tè pomeridiani, passeggiate, incontri… Solo la mattina, per recuperare un po’ di sonno, era risparmiata da visite e incontri. Fino a un certo orario, almeno.

I luoghi della Stagione

Almack’s

In epoca Regency alcuni locali pubblici diventano fulcro di attività sociali.

Fra questi bisogna ricordare il celeberrimo Almack’s, il primo club ad aprire le porte anche alle donne. Nelle sue Rooms ospitava sale da gioco e da ballo. La serata del mercoledì era quella in cui veniva organizzato il ballo pubblico, a cui si accedeva presentando un vaucher da dieci ghinee, che tuttavia non era facile da reperire: l’ingresso al club era, infatti, subordinato all’approvazione delle patronesse.

Queste donne, divenute celebri proprio per la loro influenza sulla società londinese, erano determinanti per il successo delle giovinette debuttanti: erano loro a scegliere chi meritava di entrare da Almack’s. Chi entrava nelle loro grazie poteva considerarsi arrivato.

Leggi anche: Almack’s, il cuore della London Season

Le più famose patronesse furono proprio quelle del periodo della reggenza: Amelia Stewart, viscontessa Castlereagh; Sarah Fane; Emily Agnello, contessa di Cowper, sorella del primo ministro Lord Melbourne, e poi sposata con un altro primo ministro, Lord Palmerston; Maria Molyneux, contessa di Sefton , moglie di William Molyneux, 2 ° Conte di Sefton; L’On. Sarah Clementina Drummond-Burrell, poi divenuta Lady Willoughby de Eresby; Dorothea Lieven, contessa de Lieven, e Principessa Lieven dopo 1826; la Contessa Esterházy, Principessa Esterházy dopo 1833.

Due erano principalmente i parchi dove l’alta società si recava a passeggiare: Hyde Park, prediletto per le passeggiate a cavallo o con piccole vetture, e Vauxall Garden, nel quale venivano organizzati anche fuochi pirotecnici ed eventi: quasi un parco divertimenti d’epoca.

Leggi anche: Le Patronesse di Almack’s

Gli uomini non disdegnavano di passare molto del loro tempo lontani dalle feste e dal chiacchiericcio femminile rifugiandosi nel club, fra cui il celebre White.

Il West End Theatre
Il West End Theatre
Eventi sportivi particolarmente attesi erano le corse dei cavalli ad Ascot, per le quali la nobiltà doveva attenersi a rigide norme d’abbigliamento, le varie partite di polo, le regate, il torneo di Wimbledon.

C’erano manifestazioni come il Chelsea Flower Show, una mostra botanica, oppure la  Royal Academy Summer Exhibition, una mostra di pittura; altri importanti momenti di ritrovo erano le varie rappresentazioni teatrali, fra cui il Glyndebourne Opera Festival, la Stagione del West End Theatre, dal 1838 i Proms… insomma, le possibilità erano innumerevoli, e a queste si aggiungevano i quotidiani ricevimenti privato organizzati da famiglie più o meno importanti.

 

Ma come fare a trovare marito durante la Stagione? E come venivano regolati i rapporti fra uomini e donne in questo turbine di eventi?

Questo argomento merita un articolo tutto per sé, perciò vi aspetto al prossimo… giro di danze!

Troverete questo e altro nel volume Regency & Victorian – in viaggio fra usi e costumi dell’800 inglese. 

Alcune fonti:

https://en.wikipedia.org/wiki/Season_(society)

https://en.wikipedia.org/wiki/Season_(society)

http://georgianagarden.blogspot.it/2009/11/la-stagione-mondana.html

http://georgianagarden.blogspot.it/2009/11/il-debutto-in-societa.html

http://thelondonseason.org/the-london-season/

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Proms

https://en.wikipedia.org/wiki/West_End_theatre

https://en.wikipedia.org/wiki/Royal_Academy_Summer_Exhibition

https://en.wikipedia.org/wiki/Order_of_the_Garter

Regency, storie d’amore fra pizzi e merletti.

John Pettie Two Strings To Her Bow 1882

Regency, che cos’è

regency, george iv
Giorgio IV

Il termine regency si riferisce a un periodo storico inglese, che va dal 1811 al 1820, durante il quale il Principe di Galles, Giorgio, salì al potere appoggiato dai Lord Commissari, con la carica di reggente, a causa dell’inabilità del padre al governo.

Giorgio III, infatti, già da diversi anni aveva manifestato i sintomi di una malattia degenerativa ereditaria, la porfiria, che lo aveva portato a una forma di pazzia e aveva reso necessario l’intervento della camera dei Lord per un passaggio del potere al principe ereditario, senza il consenso del monarca in carica.

Per estensione, oggi si considerano parte dell’epoca regency gli anni che vanno dall’inizio dell’Ottocento fino agli anni ’30 dello stesso secolo, in quanto costituiscono un periodo di transizione fra l’epoca georgiana e quella vittoriana: si tratta di un trentennio denso di avvenimenti e di grandi mutamenti culturali e sociali, durante il quale le arti hanno avuto sviluppi del tutto peculiari.

La storia dell’epoca regency

regencyIl secolo XIX si apre in Europa nel segno del cambiamento, sotto molteplici punti di vista. La rivoluzione francese ha minato la sicurezza delle monarchie nazionali, ma ancora di più a modificare il panorama politico del continente è stata la fulminea ascesa di Napoleone che, sfruttando le proprie abilità militari, è asceso al potere mirando all’ambizioso progetto di riunificare l’Europa in un nuovo, vasto impero sotto il suo dominio.

Gli anni della Reggenza del Principe Giorgio sono quindi segnati dalla guerra contro Napoleone (1803-1815)  e dalla vittoria britannica sulle truppe francesi.

L’epoca regency, inoltre, vede l’inizio della prima rivoluzione industriale e di quei mutamenti sociali che poi diventeranno sempre più imponenti nel corso del secolo, in modo particolare in Inghilterra.

La cultura regency

Lord Byron

Il clima culturale, in questo periodo, è particolarmente vivace. Tutte le arti entrano in un momento di notevole vitalità: letteratura, pittura, musica, architettura vivono un particolare stato di grazia, assumendo connotazioni peculiari che porteranno appunto a coniare il termine “regency” per identificare stili e gusti sviluppatisi in questo trentennio.

L’epoca regency ci regala alcune fra le figure di maggior spicco di sempre della letteratura inglese: Jane Austen, autrice di romanzi dedicati al mondo femminile, ricchi della sua acuta analisi della società contemporanea e della natura umana; Thomas de Quincey, esponente di spicco del romanticismo inglese e precursore del decadentismo, Sir Walter Scott, autore di Ivanoe, uno dei primi romanzi storici, che diede grande impulso al genere nell’Europa romantica; Mary Shelley, che col il suo Frankenstein diede nuova linfa al romanzo gotico.

Fra i poeti si possono annoverare i grandi Byron, Coleridge, Shelley, Wordsworth, Keats, esponenti della poesia romantica inglese ed europea.

Nella pittura – in particolare nelle opere di Constable e Turner, coi loro panorami, e di Blake, con le sue visioni oniriche e fantastiche – il regency trova una sua dimensione propria, dando inizio a quel gusto romantico e un po’ nostalgico che caratterizza il secolo diciannovesimo.

 

regencyÈ però nell’architettura, che il regency esprime al massimo la sua personalità. In questo periodo Londra vede un nuovo impulso alla crescita e alla ricostruzione: la moda della Stagione (di cui parleremo più a fondo in seguito) porta i nobili a trasferirsi dalle campagne in città per lunghi periodi di tempo, creando così la necessità di dimore adeguate allo status sociale. Nascono nuovi quartieri, zone residenziali di lusso atte a ospitare personaggi di prestigio.

Lo stile regency, che riprende temi classici, è caratterizzato da elementi architettonici tipici, di studiata eleganza, che vogliono ostentare la ricchezza di cui possono e si vogliono circondare i committenti e si abbina a un ritrovato amore per l’archeologia e per le rovine antiche: è in questo periodo che nasce persino il gusto delle false rovine e dei falsi classici, con l’intento di nobilitare le moderne strutture.

Lord Brummel e il dandismo

regency
Lord Brummel

In questo periodo alcune figure acquisiscono grande fama, fra cui in particolare spicca Lord Brummel, nobile molto vicino al reggente, che diede inizio a quello che divenne un vero e proprio fenomeno culturale, il dandismo: si trattava di una ostentazione d’eleganza dei modi e nel vestire, portata all’esasperazione, che aveva come scopo quello di mostrare attraverso la ricercatezza nell’abbigliamento e nello stile, il distacco fra la nobiltà e i ceti borghesi.

Il dandismo è un fenomeno in correlazione coi cambiamenti nella struttura sociale europea che si verificano in questi decenni dell’Ottocento: col suo stile di vita, il suo atteggiamento e il suo modo di presentarsi, che va oltre la mera esibizione di eleganza nel vestiario, il dandy intende distinguersi in modo netto dalle classi inferiori, che guarda con disprezzo e, aggiungerei, con preoccupazione. “Épater la bourgeoisie” (it. “sconvolgere la borghesia”) è considerato uno degli slogan del dandismo.

Laddove l’Ottocento vede il diffondersi di “idoli” quali utilitarismo, progresso, velocità, denaro e successo a ogni costo, il dandismo rappresenta un fenomeno nostalgico di un’epoca in cui l’aristocrazia vedeva riconosciuta socialmente la propria superiorità.

Stile e stile di vita, in quanto indicatori di posizioni sociali o aspirazioni e identificazioni, servono al dandy a stabilire i confini del gruppo e sottolineare le differenze con la massa.

La società regency

Two Strings To Her Bow by John Pettie (1882)

Dal punto di vista sociale, dunque, l’epoca regency si pone come un momento di lento ma progressivo  mutamento, nonostante l’apparente situazione stagnante e la netta separazione fra i ceti. Da un lato, in questo periodo si riscontra un momento di lassismo dei costumi dell’aristocrazia, sulle orme del reggente che si dedica con grande passione ad attività ludiche, quali le corse dei cavalli, e alla moda; dall’altro, si assiste all’ascesa del ceto borghese che, in sordina, acquisisce sempre maggiori privilegi e potere e alla nascita di una nuova classe, quella operaia, che sarà fra i protagonisti della storia successiva.

È nell’epoca regency che la Stagione londinese conosce il momento del suo massimo splendore.

Ma… della Stagione parleremo la prossima volta!

Alcune fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_della_Reggenza

http://bibliotecaromantica.blogspot.it/2009/08/rileggiamoli-il-periodo-regency.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Letteratura_inglese

https://it.wikipedia.org/wiki/Era_georgiana

http://www.british-history.ac.uk/search/series/survey-london

https://it.wikipedia.org/wiki/Regency_(stile)

http://doc.studenti.it/riassunto/storia/ottocento-sguardo-europa.html

http://www.accademia19.it/Pagina_Europa/RM_Europa_Ottocento.htm

http://michelesinclair.com/regency-era-research/

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