Breve storia del corsetto

Corset de sport de A Claverie

Breve storia del corsetto

corsetto con spalline epoca regnecy
Corsetto prima metà Ottocento: allacciatura dietro, regolazione sul davanti, stecche laterali, spalline.

Il corsetto è stato per le donne un importante articolo di abbigliamento, per molti secoli. Le sue forme sono state in continua evoluzione, al passo con le tendenze della moda.

Perché il corsetto?

corsetto vittoriano
Nella seconda metà dell’Ottocento andava la forma a clessidra

L’obiettivo del bustino era modellare le forme, sostenendo o schiacciando il seno, stringendo la vita, esaltando i fianchi o dare la giusta postura. Talvolta… anche agli uomini!

Anche se il corsetto è più considerato un capo femminile, infatti, anche gli uomini possono indossarli per vari motivi. Non dimentichiamo che molti corsetti, specialmente in epoca moderna, sono stati creati e utilizzati per motivi medici, in particolare a scopo correttivo e per il sostegno della schiena in caso di particolari patologie.

Il corsetto si è diffuso, in Europa, a partire dal XVI secolo, raggiungendo l’apice della sua popolarità in epoca vittoriana.

La prima immagine di una possibile corsetto risale però al 2000 a.C.: si trova nelle rappresentazioni femminili cretesi. Anche la statua della dea serpente sembra indossarne uno, ma si tratta di un tipo di corsetto esterno, non un capo da indossare come intimo.

E qui già si crea una distinzione principale: il corsetto fin dalle sue origini si divide in due categorie principali: quello considerato parte della biancheria intima e quello usato come capo d’abbigliamento, che si trova tuttora in molti costumi tipici popolari.

 

corsetto medievale
Corsetto medievale
Fonte: http://www.suesoldfashions.com/corsets.htm

Il termine “corsetto” è attestato a partire dal 1300: prende origine dal francese antico e ha la stessa radice della parola “corpo”: ecco da dove deriva il fatto che “busto” sia suo sinonimo, un capo d’abbigliamento a stretto contatto col corpo o col busto.

Il termine “stays” è stato spesso usato in inglese dal 1600 fino all’inizio del XX secolo e corrisponde a un tipo di corsetto privo di stecche, che si poteva indossare sopra i vestiti: il termine probabilmente deriva dal francese estayer, .

Il corsetto nel 16 ° e 17 ° secolo

Il primo corsetto è stato introdotto da Caterina de’ Medici in Francia nel 1500, dove fu subito adottato dalle donne della corte francese: era stretto, di forma allungata e si portava sotto i vestiti.

Divenne subito “indispensabile per la bellezza della figura femminile.”

Corsetto del 1600. Fonte: pinterest
Corsetto del 1600.
Fonte: pinterest

I corsetti in questo periodo venivano indossati con un guardinfante, antenato della crinolina, che dava forma alle sottane: il corsetto appiattiva il busto, spingendo i seni verso l’alto e dando risalto alla scollatura dell’abito. In quest’epoca i corsetti avevano larghe spalline e arrivavano fino alla vita.

Bimba (infanta Margherita) con bustino e guardinfante
Bimba (infanta Margherita) con bustino e guardinfante

Lo scopo di questi corsetti non era tanto creare un vitino sottile, quanto sottolineare la piattezza del ventre e la rotondità del seno, sottolineata spesso da ampie scollature.

Questi corsetti erano tipicamente fatti di tessuto stratificato, irrigidito con colla, e strettamente allacciati grazie a un sistema di stringhe incrociate (sul davanti in molti casi). Risale ti a questo periodo sono stati anche trovati dei busti in metallo (ferro), ma si spera e si pensa che fossero pensati solo a scopo ortopedico, e non come abbigliamento.

Entro la metà del XVI secolo, i corsetti erano un indumento indossato comunemente dalle donne europee e britanniche. I capi gradualmente cominciarono a presentare i “busk”, un lungo pezzo di balena o legno cuciti in un involucro sul corsetto per mantenere la sua forma rigida: le famose stecche di balena.

La parte anteriore del corsetto era tipicamente coperta da una “pettorina”, una struttura rigida a forma di V a scopo decorativo.

In epoca elisabettiana, gli ossi di balena (fanoni) erano comuni nei corsetti per mantenere il loro aspetto rigido. Le stecche erano tipicamente di legno, corno, avorio, metallo, o balena e venivano inserite per irrigidire la parte anteriore del corpetto.

corsetto 1600
Corsetto elisabettiano, da pinterest

Erano intagliate e sagomate a forma di lama sottile, inserite nel corsetto, dove erano trattenute da lacci, in modo che potessero essere facilmente rimosse e sostituite.

Le stecche venivano utilizzate soprattutto per occasioni speciali. Una stecca proveniente dal corsetto di una dama poteva per un uomo rappresentare il prossimo coronamento degli sforzi per sedurla (Ewing 1978, 29).

Verso la fine del 1500, le stecche di balena vennero utilizzate ai lati e sul retro del corsetto, per cui il busto veniva allacciato davanti.

Quando le stecche vennero inserite anche sul davanti, l’allacciatura passò dietro.

Anche se in questo periodo era molto popolare, il corsetto non fu indossato da tutti. Maria, Regina di Scozia, per esempio, non lo portava.

zione francese, il corsetto passò di moda a favore di una maggiore praticità e semplicità

Il corsetto nel 18 ° e l’inizio del 19 ° secolo

Il tipo più comune di corsetto nel 1700 è stata di forma conica rovesciata, spesso indossato per creare un contrasto tra un torso quasi conico e rigido sopra la vita e la gonna ampia e pesante sotto.

corsetto
Corsetto di epoca georgiana.
Fonte: www.etsy.com

Lo scopo principale dei busti del 18° secolo è stato quello di sollevare e modellare il seno, stringere il diaframma, sostenere la schiena, migliorare la postura per aiutare una donna a stare dritta, con le spalle verso il basso e indietro. La vita era solo leggermente stretta per la creazione di una parte superiore del tronco a forma di V sulla quale sarebbe indossato il mantello; tuttavia, ‘jump’ (bustini di stoffa, più morbidi e privi, o quasi di ossatura) di lino trapuntato venivano indossati al post degli stays nelle situazioni informali.

I jump e gli stays erano considerati indumenti intimi.

I corsetti del Settecento erano abbastanza confortevoli, non limitavano la respirazione, e consentivano alle donne di lavorare, anche se limitavano alcuni movimenti e piegamenti.

Abbigliamento intimo Regency: corsetto ridotto a poco più di un regiseno.
Abbigliamento intimo Regency: corsetto ridotto a poco più di un reggiseno.

È nell’Ottocento che il corsetto diventa un capo più impegnativo, fino a modificare perfino la posizione degli organi delle donne.

biancheria regency
fonte: https://janeaustensworld.wordpress.com

Nel primo Ottocento il bustino era soprattutto un metodo per sostenere il seno, e arrivava appena sotto la linea di busto. I Corsetti cominciavano a dare una forma più snella, ma questo non era il loro scopo primario.

I corsetti, con l’avvento della moda stile impero tipica delle Francia Napoeonica e del’epoca Regency, divennero meno costrittivi, in quanto la vita degli abiti non era segnata. Una qualche forma di corsetto era ancora indossato da maggior parte delle donne del tempo, ma questi erano spesso corti e non scendevano fino alla vita.

Successivamente, però, i corsetti tornarono ad allungarsi e, in epoca vittoriana, dovendo dare forma alla vita, si estesero fino ai fianchi. Tornarono a essere allacciati sul retro e irrigiditi con stecche.

Il corsetto verso l’epoca vittoriana

Il tipico corsetto vittoriano
Il tipico corsetto vittoriano

Quando la vita tornò nella sua posizione naturale, intorno al 1830, il corsetto ricomparve e servì al duplice scopo di sostenere il seno e di ridurre il punto vita. Il busto vittoriano è in assoluto quello più costrittivo: le stecche venivano anche realizzate in acciaio ed è costituito da due parti, una per ogni lato. Alcuni modelli prevedevano un sistema di bottoni per permettere alle donne di allacciarlo anche sul davanti in modo più agevole.

In questo periodo il modello femminile ideale è “a clessidra”, con vitino sottile fino all’assurdo.

Nel 1830, gli abiti hanno le spalle gonfie e gonne larghissime: la vita, anche senza stringere esageratamente il busto, risulta comunque sottile.

Nel 1839, un francese di nome Jean Werly brevettò dei corsetti femminili realizzati sul telaio. Questo tipo di corsetto divenne popolare fino al 1890, quando i corsetti fatti a macchina guadagnarono popolarità. Prima di questa invenzione, tutti i corsetti erano realizzati a mano, spesso in casa, oppure da sarte specializzate in corsetteria.

Il corsetto vittoriano

Le_Corset_de_Toilette_-_56_FigLa moda non andò incontro alle donne: con la scomparsa delle larghe maniche a sbuffo, ma rimase in voga la vita sottile, il corsetto dovette ovviare alle mancanze all’effetto ottico. La moda vittoriana esigeva vita sottilissima, a partire dalla metà fino alla fine del 19°

È negli anni 1840 e 1850 che il Tightlacing, l’allacciatura strettissima, divenne popolare.

Il corsetto differiva dai modelli precedenti in numerosi modi: per prima cosa non si fermava alla vita ma scendeva fino ai fianchi, era curvo piuttosto che a forma di imbuto. Mentre molti corsetti erano ancora cuciti a mano sulle misure di chi lo indossava, si sviluppò anche un fiorente mercato dimeno costosi corsetti industriali.

Il corsetto a fine Ottocento

Per tutte le età!
Per tutte le età!

Alla fine del 19° secolo finalmente qualche medico cominciò a discutere sul fatto che le allacciature strettissime facessero male alla salute, specie in gravidanza. Le donne ancora affezionate all’allacciatura stretta cominciarono a essere aspramente criticate

In realtà, l’indossare un corsetto stretto poteva causare indigestione e costipazione, ma non aveva nulla a che fare coi sintomi di cui i corsetti furono accusati, fra cui l’isteria femminile.

263px-Invicorator_belt
Anche il vostro uomo tornerà un figurino, senza faticosa ginnastica!

In parte come risposta ai pericoli percepiti dai busti stretti, ma anche a causa della crescente interesse delle donne nelle attività all’aria aperta, la forma del corsetto cambiò drasticamente. Nel 1884, un medico tedesco, Gustav Jaeger (1832-1917) propose corsetti sanitari in lana, descritti come flessibili ed elastici. Essi erano anche robusti e resistenti ai movimenti. Jaeger sosteneva che la lana aveva proprietà terapeutiche per problemi di salute cronici: l’eccesso di peso e di indigestione. Ed ecco che ci crediamo ancora oggi! Un altro modello considerato salutare fu creato nel 1887, con rivestimento in pelle. Era destinato alle donne dinamiche e desiderose di salute. E voi avete pensato subito male…

Il corsetto Edwardian

download (1)In questo periodo la moda ha una nuova evoluzione: le gonne presentano tutto il loro sviluppo sul dietro e la forma della dama si adegua, così come la postura: nasce il corsetto S-bend, curva a S, che per la sua conformazione spinge il sedere indietro e resta rigido sul davanti e si affianca ai corsetti salutari verrà indossato fino ai primi anni 1910.

263px-GoodSenseCorsetWaists1886page153Il busto straight-front divenne famoso grazie a Inez Gaches-Sarraute , una corsettiera  con laurea in medicina. Doveva essere meno dannoso di altri corsetti perché esercitava meno pressione sulla zona dello stomaco, tuttavia i benefici allo stomaco erano più che controbilanciati dai danni alla schiena per la postura innaturale a cui costringeva. Il sostegno al seno, la prima funzione di questo capo d’abbigliamento, ormai è inesistente.

Una nuova evoluzione della moda, improntata a forme più morbide e naturali, dopo il 1908 cominciò gradatamente a mandare i corsetti fuori moda. In questo periodo furono introdotte le prime forme di reggiseni e cinture molto meno impegnative sostituirono il corsetto.

Il Novecento del Corsetto

In dolce attesa? Corsetto con fiducia!
In dolce attesa? Corsetto con fiducia!

Dal 1908 al 1914, la silhouette degli abiti alla moda rese necessario un ulteriore allungamento del corsetto. Il nuovo tipo di busto arrivava a coprire le cosce e modificava la posizione dell’anca, rendendo la vita apparire più alto e più ampia. Il nuovo corsetto era considerato scomodo, ingombrante, e inoltre richiedeva l’uso di strisce di tessuto elastico. Lo sviluppo dell’industria della gomma e dei materiali elastici diede il colpo di grazia: arrivarono più sottili cinture a stringere la vita, senza infastidire più di tanto.

Dopo la prima guerra mondiale

Da pinterest, un corsetto anni '60. ANdavano anche i bustier, più piccoli
Da pinterest, un corsetto anni ’60. Andavano anche i bustier, più piccoli

Poco dopo l’ingresso degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale nel 1917, gli Stati Uniti chiesero alle donne di smettere di comprare corsetti per liberare metallo per la produzione di guerra. Questo passaggio liberato circa 28.000 tonnellate di metallo, abbastanza per costruire due navi da guerra.

Il corsetto, che conteneva acciaio al 1860, perse altra popolarità a vantaggio dello sforzo bellico, tuttavia, gli indumenti intimi che modellano il corpo sono stati spesso chiamati corsetti: fino agli anni 1920 si trovano modelli di corsetto abbastanza comuni.

Da pinterest, biancheria anni '20
Da pinterest, biancheria anni ’20

I cambiamenti nell’economia dopo la prima guerra mondiale cambiarono anche il ruolo delle donne nella società. Nei primi anni del 20 ° secolo, una giovane donna tipicamente cominciava a portare il corsetto a circa 15 anni e si sposava, senza un’instruzione, verso i 18 anni: dopo la guerra, le donne più giovani hanno cercato una formazione e, nel mondo occidentale, il matrimonio è stato progressivamente ritardato. Negli anni ’20 solo le donne in sovrappeso o in stato di gravidanza scelgono di indossare un corsetto, tipicamente un corsetto sotto-busto.

Tuttavia, questi indumenti erano meglio conosciuti come cinture e avevano il preciso scopo di ridurre i fianchi in termini di dimensioni. Negli anni del Novecento, i corsetti sono poi ricomparsi in vari momenti nella moda femminile: ad esempio nel, ma la seconda guerra mondiale fermò subito il loro ritorno. Nel 1952, un corsetto noto come ‘La vedova allegra’ fu proposto da Warner. La vedova allegra differiva da corsetti precedenti perché separava il seno, mentre i corsetti di solito li comprimevano insieme. Vedova allegra e cinture restarono in voga negli anni ‘50.

Dal web: lo spostamento degli organi dovuto al corsetto
Dal web: lo spostamento degli organi dovuto al corsetto

Nel 1990, la moda fetish recuperò i corsetti spesso indossati come capo abbigliamento esterno piuttosto che indumenti intimi. Entro il 2010, il busto aveva recuperato una nuova popolarità della moda.

Il corsetto in gravidanza e allattamento

modelli di corsetto, anche per dolce attesa
modelli di corsetto, anche per dolce attesa
Allattare è facile! Se riesci a respirare, puoi allattare!
Allattare è facile! Se riesci a respirare, puoi allattare!

Il busto si portava in gravidanza e serviva a dare forme migliori alle signore sformate, almeno sopra il pancione. Non serviva, come le fasce di oggi, a sostenere la pancia e aiutare la schiena: dalla forma di comprende quanto poco fosse contenitivo nella parte bassa. I corsetti venivano indossati anche dopo il parto (se siete mamme un pensierino ce lo avete fatto anche voi: ancora oggi fra l’altro si discute se le guaine siano o meno da portare). Se una mamma voleva allattare, ecco i corsetti con pratiche aperture per facilitare l’operazione.

Fig8Forme_des_anciens_corsetsI corsetti in gravidanza erano meno nocivi di quanto si pensasse a fine Ottocento, anche se il pensiero di quanto gli organi venissero spostati dal costante uso del busto non fa pensare a qualcosa di salutare per le donne.

Dalla fine dell’infanzia, il corsetto era compagno costante della vita della donne, in ogni fase e in ogni occasione.

https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_corsets

https://it.wikipedia.org/wiki/Guardinfante

https://en.wikipedia.org/wiki/Corset

https://www.history.org/history/clothing/women/wglossary.cfm

http://thedreamstress.com/2013/08/terminology-whats-the-difference-between-stays-jumps-a-corsets/

http://www.demauroy.net/SFIMO/storia.htm

10 strane foto di epoca vittoriana e la loro spiegazione

img-24

10 strane foto di epoca vittoriana e la loro spiegazione

10 strane foto di epoca vittoriana e la loro spiegazione: inventare la fotografia e usarla con grande creatività: questo è il mondo vittoriano!

10 strane foto di epoca vittoriana
Foto di Emma Barton

L’epoca vittoriana è una fonte inesauribile di argomenti interessanti: una miniera ricca di tesori da scoprire.

Spesso le abitudini di questo periodo ci risultano strane, lontane dal nostro modo di pensare e difficili da comprendere: uno degli aspetti maggiormente inquietanti riguarda certamente il rapporto con il lutto e con la morte, che ha portato lo sviluppo di un genere di fotografia che oggi ci appare sconvolgente, le foto post mortem.

Ma la nascita della fotografia ha condotto, nel periodo che coincide con l’epoca vittoriana, anche alla creazione di numerose altre immagini che la nostra mentalità fatica a comprendere. Ecco una carrellata di queste strane foto di epoca vittoriana e la loro (probabile) spiegazione.

1 – La mamma c’è ma non si vede

10 strane foto di epoca vittoriana
Trova la mamma.
Fonte: www.eticamente.net

A prima vista fanno paura: queste strane foto di epoca vittoriana ritraggono tutte deliziosi bambini seduti su… spaventosi fantasmi.

Le poltrone gobbose, gli spettri velati che vedete sono in realtà mamme e papà, nascosti (più o meno!) sotto a teli, tappeti o dietro a tende. La foto, infatti, doveva ritrarre soltanto il piccolo o i piccoli di casa, ma quando i piccini non erano ancora in grado di stare seduti da soli, o si muovevano troppo (pensiamo ai tempi di posa lunghissimi di queste prime immagini, che richiedevano soggetti perfettamente fermi per vari secondi, e all’impossibilità di fare più scatti di prova) era necessario che un adulto collaborasse alla riuscita della foto. Evidentemente non dovevano essere parte del ritratto e così… ecco questi fantasmi. Niente fotoritocco, ma un sano tappeto e la mamma nella foto sparisce. O quasi.

2 – Ho perso la testa per te!

strane foto di epoca vittoriana
Una coppia di simpatici signori.
Fonte: restaurars.altervista.org

L’invenzione del fotoritocco fece scatenare la fantasia dei fotografi. Se puoi pensarlo puoi farlo: e così nacque la moda dei ritratti decapitati. Ne possiamo trovare di tutti i tipi: ciò che oggi ci colpisce di queste strane foto di epoca vittoriana è il fatto che nella maggior parte di queste i soggetti mantengano, nello scatto, l’elegante compostezza che troviamo anche nei ritratti ufficiali: solo in alcune, forse più tarde rispetto alle prime, anche le persone ritratte cominciarono a essere più naturali e, sapendo di posare per una foto scherzosa, cominciarono a entrare nella parte.

3 – Raperonzolo

Donne dai capelli lunghissimi. Giovani, ma anche di mezza età. A volte addirittura di spalle, per mostrare solo la lunghissima, splendida chioma.

foto capelli vittoriane
Lunghe chiome. Fonte : www.goticomania.it

 

Sappiamo che nell’Ottocento i capelli erano importantissimi per le donne, che non li tagliavano mai, se non in caso di malattia. I capelli erano considerati estremamente sexy, una delle parti femminili più erotiche: venivano sciolti solo in camera da letto, altrimenti venivano portati raccolti e intrecciati (a seconda dell’età). Ecco perché queste foto si potrebbero considerare, in un certo modo, sia una testimonianza dei costumi vittoriani, sia… immagini un po’ osé. Le pose di queste foto ricordano spesso l’arte preraffaelita, rendendo queste immagini vere e proprie opere d’arte. A volte le dame erano rappresentate davanti allo specchio, in modo che oltre alla chioma in primo piano si potesse ammirare il volto. Esistono diverse foto di gruppo, probabilmente di sorelle.

4 – Vuoi giocare con noi?

Le gemelle di Portland. Font10 strane foto di epoca vittorianae: www.vanillamagazine.it
Le gemelle di Portland.
Fonte: www.vanillamagazine.it

Ritrovate da un antiquario di Portland e scattate da un fotografo locale verso la fine dell’Ottocento: sono le foto di gemelli, in pose diverse, di età diverse, di estrazioni sociali diverse. Ma tutte scattate dallo stesso autore e tutte raccolte nello stesso archivio. Una vera passione del fotografo che sembra l’inizio di un film Horror.

5 – I malati

Una paziente psichiatrica. Fonte: www.pinterest.com
Una paziente psichiatrica. Fonte: www.pinterest.com

Per la prima volta, in modo sistematico, vengono rappresentati i malati, i pazzi, i medici mentre propongono orripilanti cure: da una parte, certamente, l’intento scientifico e culturale di documentare, ma dall’altra… è l’epoca vittoriana in cui l’uomo ammette di essere attratto (a volte morbosamente) da ciò che è diverso, strano, incomprensibile: anche l’arte comincia a ritrarre la realtà senza privarla del realismo. La fotografia può soddisfare la curiosità di chi “non può vedere dal vivo”.

6 – I fantasmi

i fantasmi in epoca vittoriana
Fonte: http://www.paranormal360.co.uk/

I medium erano ricercatissimi nell’Inghilterra vittoriana. Fare sedute spiritiche era di gran moda nelle serate in società e un medium che potesse pure documentare attraverso un book le sue capacità medianiche era sicuro di trovar facilmente ingaggi.

Il gioco è fatto: fumi, nebbie, veli, teste evanescenti e fluttuanti. Da aggiungere al curriculum e tante grazie al fotoritocco!

7 – Le stranezze

Fonte: www.strangebeaver.com
Fonte: www.strangebeaver.com

L’epoca vittoriana è epoca di stranezze. Dietro l’apparente compostezza e serietà si nasconde a volte un umorismo insospettato: è quello che troviamo in alcune foto i cui soggetti fanno le cose più bizzarre. Uscire dagli schemi si poteva: si faceva. E sentiamo queste persone incredibilmente vicine a noi.

8 – Le fate

Le fate esistono. Questa ne è la prova. Fonte: wikipedia
Le fate esistono. Questa ne è la prova.
Fonte: wikipedia

Di questa storia vi racconterò meglio in un prossimo articolo, ma le foto delle fate scattate da queste due bimbe scatenarono un vero e proprio caso, di cui si occuparono eminenti studiosi, fra cui il celeberrimo Hudini, che amava smascherare i trucchi altrui, un CICAP d’altri tempi. La stranezza delle foto è che nessuno riuscì a capire se si trattasse o meno di un falso, finché le stesse piccole fotografe non lo svelarono.

9 – Le foto artistiche

Fading_Away

Oggi ci fanno sorridere: a metà fra quadri e fotografie, rappresentano scene di ogni genere. La fotografia è in fase di sperimentazione, ci si chiede se sostituirà la pittura. Ed ecco che i più artistici fra i fotografi provano a vedere fin dove può spingersi la macchina fotografica. Il risultato oggi ci pare buffo: il pupazzo c’è e si vede. Possiamo vedere queste foto come se fossero i set dei pittori dell’epoca, solo che al posto di tele e pennelli troviamo l’impietosa macchina fotografica. Perché scattare, allora? Perché è in questo periodo che anche le tele cercano il realismo, che i pittori vogliono sollevare il velo e scoprire la realtà, in cui il simbolo viene veicolato dal realismo: e questo provano a fare anche i fotografi. Da qui nasce il pittorialismo, che vede la fotografia assurgere ad arte.

10 – Foto post mortem

le foto post mortem
Il piedistallo serviva a tenere in posa le salme. Si nota in molte foto, anche insospettabili.

Ne abbiamo parlato a fondo qui: le foto post mortem sono le foto di epoca vittoriana che più ci sconvolgono. Oggi ci paiono disturbanti, tanto è lontana da noi una cultura che convive così bene con la morte. O che così vuole farci pensare, attraverso le immagini di sé che ci ha lasciato.

Le strane foto di epoca vittoriana: alcune fonti.

http://www.vanillamagazine.it/i-ritratti-decapitati-dell-epoca-vittoriana/

http://flashbak.com/38-photos-that-prove-victorian-women-never-cut-their-hair-39354/

http://www.dailybest.it/society/moda-vittoriana-capelli-lunghissimi/

http://zonamorta.it/le-madri-nascoste-nelle-fotografie-vittoriane/

http://www.vanillamagazine.it/gemelli-dell-epoca-vittoriana-13-fotografie-misteriose-trovate-in-un-antiquario-di-portland/

https://it.wikipedia.org/wiki/Pittorialismo

https://en.wikipedia.org/wiki/Pictorialism

http://www.vanillamagazine.it/gemelli-dell-epoca-vittoriana-13-fotografie-misteriose-trovate-in-un-antiquario-di-portland/

http://www.paranormal360.co.uk/the-best-of-victorian-ghost-photography/

http://www.vanillamagazine.it/gli-sconvolgenti-ritratti-di-malati-di-mente-nell-inghilterra-vittoriana/

http://zonamorta.it/le-madri-nascoste-nelle-fotografie-vittoriane/

http://genealogistsblog.blogspot.it/2015/08/7-strange-interests-of-our-victorian.html

Julia Margaret Cameron. Pittorialismo vittoriano

cameron

Pittorialismo vittoriano: che cos’è il pittorialismo?

Henry Peach Robinson
Henry Peach Robinson

Il pittorialismo è un movimento nato a metà Ottocento, quasi subito dopo l’invenzione della macchina fotografica.

Le fotografie, in un primo momento, venivano considerate inferiori alla pittura e alla scultura, sia perché venivano prodotte da un apparecchio e non dalla mano di un artista, sia perché riproducevano fedelmente la realtà: il movimento pittorialista aveva come obiettivo quello di elevare la fotografia a livello delle altre arti, dimostrando che le fotografie avevano gradi potenzialità artistiche.

La disputa tra fotografia considerata come “riproduzione” della realtà e fotografia considerata come “interpretazione” della realtà è dunque antica quanto la fotografia stessa: 
fin dall’esordio degli apparecchi fotografici  i dagherrotipisti, che  preferivano la nitidezza e la definizione offerte dal dagherrotipo si contrapposero ai calotipisti, che adottavano la stampa al sale, più delicata ed evanescente.

The great wave, di Gustave Le Gray - 1857
The great wave, di Gustave Le Gray – 1857

Per le foto dei pittorialisti vennero usate tecniche particolari, atte allo scopo di rendere in alcuni casi le immagini più simili a disegni, in altri a creare effetti speciali per “eliminare” il realismo in eccesso.

Fra le tecniche usate:  la stampa alla gomma bicromata o al bromolio, gli obiettivi soft-focus, la stampa combinata di più negativi su un unico positivo. Per questi motivi, il processo preferito dei primi pittorialisti fu quello, appunto, della calotipia, nel quale la superficie irregolare del supporto cartaceo rendeva confusi i dettagli.

I primi pittorialisti erano pittori e scultori, spesso ritrattisti. Spinti dalle potenzialità della macchina fotografica , dai minori costi, o dal desiderio di nobilitare lo strumento, si dedicarono alla fotografia, applicando a essa le conoscenze e il gusto tipico della pittura e della scultura.

Lancillotto e Ginevra di Julia Margaret Cameron
Lancillotto e Ginevra di Julia Margaret Cameron

I soggetti scelti erano del tutto simili a quelli che rappresentava la pittura dell’epoca: dalla ritrattistica al paesaggio, dalle foto a sfondo sociale a immagini oniriche, simboliche: una corrente seguirà la parabola dei preraffaeliti, dando orgine alla fotografia preraffaelita.

I primi esperimenti di questo movimento furono fatti in, Francia, ma ben presto il pittorialismo si diffuse in tutta Europa, in particolare Inghilterra, Itala e Russia.

Fra gli esponenti citiamo: Gustave Le Gray, principalmente paesaggista;  Henry Peach Robinson e Oscar Gustav Rejlander, i primi a utilizzare il ritocco fotografico; in RUssia  Evgenyi Vyshnyakov e Yan Bulgak.

Nell’Inghilterra vittoriana, però, l’esponente di maggior rilievo è una donna, Julia Margaret Cameron, che ci ha lasciato le immagini più suggestive del movimento pittirialista.

Julia Margaret Cameron e il pittorialismo vittoriano.

Julia Margaret Cameron
Julia Margaret Cameron

Julia Margaret Cameron, figlia di James Pattle, un ufficiale inglese della British East India Company, e di Adeline de l’Etang nacque a Calcutta nel 1815.

Visse in Francia sino al 1838, quindi tornò in India per sposare Charles Hay Cameron. Si trasferì a Londra nel 1848 quando il marito si ritirò dagli affari. Nel 1860 la famiglia Cameron acquistò una proprietà nell’Isola di Wight dopo aver visitato la tenuta del poeta Alfred Lord Tennyson,  Dimbola Lodge, dove oggi si trovano un museo e una mostra fotografica della Cameron.

Julia Margaret Cameron
Maud

La passione per la fotografia nacque solo nel 1863, quando ricevette in regalo una fotocamera dalla figlia Julia. L’attività fotografica conquistò la Cameron che praticò principalmente il ritratto e la rappresentazione allegorica di racconti e romanzi.

Le sue immagini incorporano l’atmosfera sognante dell’epoca vittoriana, il leggero “fuori fuoco” restituisce eterei ritratti di bambini e di donne immerse nella natura.

margaret cameron
I Wait. La modella è Rachel Gurney.

Tra i personaggi che passarono per l’obiettivo di Julia Margaret Cameron ci sono Charles Darwin, Alfred Lord Tennyson, Robert Browning, John Everett Millais, William Michael Rossetti, Edward Burne-Jones, Ellen Terry e George Frederic Watts.

Marie Spartali Stillman, modella e pittrice preraffaelita, fotografata da Julia Margaret Cameron nel 1868
Marie Spartali Stillman, modella e pittrice preraffaelita, fotografata da Julia Margaret Cameron nel 1868

Su richiesta del poeta Alfred Lord Tennyson, Julia Margaret Cameron illustrò il suo componimento Idilli del re (Idylls the King) utilizzando personaggi in costume.

A Rose from Armida's Garden (una rosa dal giardino di Armida) del 1894, di Marie Spartali Stillman
A Rose from Armida’s Garden (una rosa dal giardino di Armida) del 1894, di Marie Spartali Stillman

La maggior parte delle fotografie di Julia Margaret Cameron rientrano in due categorie: i ritratti e le allegorie, illustrazioni di opere religiose e letterarie. Nelle opere allegoriche, in particolare, si nota l’influenza artistica chiaramente preraffaellita.

Nel 1875 la famiglia Cameron tornò a Ceylon, ma la sua attività fotografica fu impedita dal difficile reperimento dei materiali fotografici. Nessuna fotografia di quest’ultimo periodo è giunta fino a noi.

Ritratto di John Herschel
Ritratto di John Herschel

I soggetti rappresentati erano spesso membri della sua famiglia, le figlie in particolare, ma anche la servitù e altri parenti: fra le modelle preferite la nipote Julia, che diventerà la madre di Virginia Woolf.

In alcune immagini, invece, Julia Margaret Cameron si avvalse di attori del teatro shakespeariano.

Julia Margaret Cameron
Sadness, Foto ritratto di Ellen Terry del 1864 di Julia Margaret Cameron.

Qui potete trovare una splendida Gallery delle sue fotografie, alcune delle quali persino acquistabili:

https://www.artsy.net/artist/julia-margaret-cameron

 


https://it.wikipedia.org/wiki/Julia_Margaret_Cameron

https://it.wikipedia.org/wiki/Pittorialismo

https://en.wikipedia.org/wiki/Julia_Margaret_Cameron

http://www.nadir.it/crea/PITTORIALISMO/pittorialismo.htm

http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=6825&IDCategoria=55

http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=6789&IDCategoria=55

https://it.wikipedia.org/wiki/Marie_Spartali_Stillman

Regency vs Victorian

regvic

 Regency vs Victorian: le luci e le ombre dell’Ottocento inglese.

 

regency vs victorian

Regency vs Victorian: Periodo della Reggenza o epoca vittoriana? Forse a comprendere questa domanda saranno le lettrici accanite di romance storici. E di classici inglesi.

Perché, in fondo al cuore, credo che non si possa fare a meno di schierarsi per uno o per l’altro periodo, di sentirsi a casa fra le quiete pareti domestiche dei romanzi Regency o desiderare le burrascose avventure che l’epoca vittoriana ispira.

Me ne sono resa conto leggendo un post di Scarlett Douglas Scott sul nostro gruppo Regency & Victorian, nel quale ha inserito la “dichiarazione programmatica” delle nostre attività: ricerca storica, condivisione di curiosità, attività letterarie…

Scrive Scarlett:

Buongiorno mie care dame. Come sapete, la mia passione per l’800 non si limita all’Inghilterra, patria del Regency e del Vittoriano, ma a tutto il Continente. Stavo preparando una cosa breve per acculturarvi sulla cura ottocentesca di alcune malattie, quando mi sono imbattuta in un libro molto spesso e molto accurato sul Cholera Morbus, perciò pazientate, in settimana preparerò un articolo riassuntivo di quello che accadde in Europa e di come non-si curò questo morbo. Perché tutto questo sbattimento, mi chiederete? Per un motivo molto semplice. La stesura di un romanzo richiede accuratezza di ambientazione, di dettagli. Come avrete notato, Antonia vi sta fornendo molte informazioni che riguardano la vita femminile, fin nel più intimo e infimo dettaglio. Ma dove vivevano queste donne? Cosa stava accadendo attorno a loro, fuori dalle mura delle loro lugubri case bigotte e luttuose? E altro scopo di questi articoli è quello di ispirarvi storie più allettanti di una semplice love story sotto organze e merletti, spingendo le autrici a imbastire trame più realistiche, appassionate, sofferte, e sì anche terribilmente travagliate, sporche e fumose come lo furono tutte le città europee all’inizio dell’800. Accettate la sfida?

download
La campagna inglese, idilliaca e serena

Mi sono resa conto, leggendo queste parole, che in effetti quello che io amo scrivere e descrivere è un mondo pulito, idilliaco, si potrebbe dire, fatto delle piccole cose e degli ambienti domestici descritti dalla Austen. Un mondo che di fumoso ha ben poco, anzi… un mondo ripulito dalle brutture della realtà, fatto solo di quelle sfumature interiori che mi piace analizzare, sondare, approfondire.

Mi è venuta in mente, chissà perché, Margaret Hale di Nord e Sud della Gaskell.

È come se l’Ottocento inglese, anche nella letteratura, fosse diviso in un ideale Sud e Nord: Regency vs Victorian.

Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone.
Mrgaret Hale, nel serial della bbc. A Helstone, nel Sud.

Il Sud di Margaret è un luogo da sogno: pulito, verde, pacifico e pacioso, nel quale i giorni scorrono uguali e ritmati dalla natura e dalle stagioni. Helstone è un piccolo villaggio di campagna, in cui tutti si conoscono, dove la vita è gradevole e piena di piccoli, monotoni piaceri.

Il Nord, agli occhi di lei, è solo un luogo grigio, pieno del fumo delle fabbriche, del grigio di strade e case, in cui anche le persone paiono grigie, tetre, avvolte della stessa caligine della città.

Siamo, nel romanzo della Gaskell, in piena rivoluzione industriale, ma la divisione che ci propone è esistenziale: meglio il passato, il mondo pulito che ci siamo lasciati alle spalle, o il presente e il futuro, rappresentato da questo tetro Nord?

È, in fin dei conti, la domanda che mio sono posta io: Regency vs Vittoriano.

Che cosa cerco nei libri altrui, che cosa voglio regalare ai miei?

Margaret a Milton, la città del Nord
Margaret a Milton, la città del Nord

La risposta è arrivata prima della domanda, dalle parole di un’altra scrittrice, Lisa Molaro:

Quello che cerchiamo nell’epoca ottocentesca, quello di cui i nostri tempi hanno bisogno, è l’eleganza: un’eleganza che abbiamo perduto.

Aggiungo: la bellezza. Come Margaret Hale, anch’io cerco questo Sud, questo mondo Regency pieno di bellezza. La bellezza dei luoghi non ancora contaminati, la bellezza delle persone, dei sentimenti, della ricerca (o della conoscenza) di sé. Cerco luoghi in cui posso idealmente vedere il cielo, alzare gli occhi e riscoprire le stelle.

Cerco una Londra che è come una città delle fate, fatta di luce, di sogni ancora da realizzare, di abiti preziosi e musica, e danze, e ricerca d’amore.

Ma eccomi al punto: Regency vs Victorian. Si può dimenticare, o fingere di dimenticare, l’esistenza di un lato oscuro?

Un immagine della fumosa Londra vittoriana
Un immagine della fumosa Londra vittoriana

Perché la bellezza, nella vita e nel nostro mondo, non può essere né assoluta né eterna.

Ed ecco che Margaret scopre il Nord: scopre il grigiore, il freddo, il sudiciume della città industriale. Un mondo freddo anche dal punto di vista dei rapporti umani.

Il mondo vittoriano, più di quello Regency, è terreno di contrasti.

Nei romanzi della Austen i problemi della lotta di classe sono inesistenti: ne abbiamo un vago sentore solo a leggere bene quando i gentiluomini e le gentildonne parlano dei commercianti, degli avvocati, dei contadini, ma sembra di avere a che fare con un mondo congelato nei ruoli, una situazione immutata e immutabile. Lo stesso avviene coi fatti storici: le guerre contro Napoleone si risolvono in poco più che qualche accenno al Continente.

Emma, 1997
Emma, 1997

Il mondo dei romanzi Regency riprende appieno questo modo di presentare la storia. Una letteratura priva di morte, anche quando ci sono dei lutti (usati al massimo come espedienti letterari per appianare la via a qualche storia d’amore).

Ben diversa è la letteratura vittoriana, che con la morte ha costante contatto. Che non la disdegna, anzi, l’affronta con coraggio, lucida determinazione e serietà.

Non a caso è nella pittura di epoca vittoriana che fra i soggetti compaiono anche letti di morte, con famigliari addolorati all’intorno. E non a caso è in quest’epoca che nasce una vera cultura del lutto.

Regency vs Victorian significa comprendere quale aspetto prevale in noi, quale cultura stiamo dando alla nostra vita: il che non significa dimenticare o cancellare aspetti della vita, ma con quali colori stiamo dipingendo il nostro animo.

Jane Eyre
Jane Eyre

Per Margaret Hale accettare la vita al Nord significa accettare di crescere, di diventare adulta. E questo accade nel momento in cui ogni legame con Milton, la città in cui si è trasferita, si rompe.

Forse la vita è una costante lotta fra nord e Sud, fra Regency e vittoriano: fra la ricerca del bello e dell’astrazione e la presa di coscienza della caducità.

Regency vs Victorian: non ci deve essere per forza un vincitore. Non ci sarà mai. La vera vittoria la ricerca, costante, assidua, che conduce a scoprire la vera bellezza, insita in ogni aspetto della vita.

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy