Adam Buck, la classicità e la miniatura della Reggenza

Adam Buck, la classicità e la miniatura in epoca Regency

Adam Buck nacque a Cork nel 1759.

Compì i suoi studi e divenne miniaturista nel 1780, mentre ancora abitava in Irlanda. Anche suo fratello Frederick, che era pittore a sua volta, si dedicò alle miniature in seguito al suo successo.

Si trasferì permanente a Londra nel 1795, cambiando più volte la residenza, dapprima appoggiandosi a Rudolph Ackermann, titolare di un importante negozio londinese, e poi a Holland, che gli fornì il gradino giusto verso la celebrità.

Adam Buck

Fra i suoi clienti vi furono varie celebrità dell’epoca: Angelica Catalani, cantante d’opera, JP Kemble, attore, Sir Francis Burdett, politico, Thomas Hope, mecenate e filosofo, il duca di York e la sua amante Mary Anne Clarke. Anche Giorgio IV, il Reggente in persona, fu un estimatore delle sue opere.

La vera fama di Adam Buck arrivò insieme ai ritratti della Clarke, che insieme al Duca di York fu protagonista di uno scandalo. Le miniature che la ritraevano (commissionate dal suo amante!) divennero così oggetto di grande interesse.

Adam Buck
1799

Adam Buck e il neoclassicismo

L’immagine che abbiamo oggi dello stile Regency in parte è dovuta anche alle sue opere, che influenzarono lo stile del periodo.

Il suo nome, oggi poco noto, era nel periodo della Reggenza molto in voga: fin dal suo trasferimento a Londra i suoi ritratti a matita e i suoi acquerelli attirarono l’attenzione dei nobili e dei personaggi di spicco della scena culturale.

In particolare, Adam Buck fu attratto dallo studio e dal recupero della classicità e dei modelli classici.

Influenzato dallo Sterne, e in particolare dal suo Viaggio Sentimentale (opera che in Italia arrivò tramite la traduzione di Foscolo), divenne esponente del neoclassicismo, ma in un modo del tutto unico.

Rimanendo legato al mondo delle miniature e del ritratto, si dedicò a dipingere scene di vita quotidiana e ritratti, ma in uno stile classicheggiante, con chiari richiami all’arte greca.

Adam Buck
Ritratto di signora

 

Pose, costumi, colori, nelle sue opere tutto rimandava alle linee semplici, eteree, pulite di un mondo classico e idealizzato.

Già, nelle prime opere note di Buck, datate dalla fine 1770 ai primi anni 1780, c’è un chiaro senso di grande interesse dell’artista per il neoclassico.

Le sue donne sono vestite in abiti simili ai pepli delle statue greche e le sue figure richiamano quelle delle pitture vascolari greche.

Molte delle miniature di Buck, come ad esempio un ritratto della scrittrice Maria Edgeworth, sono dipinte in profilo laterale, come su una moneta romana, piuttosto che nelle posture più tradizionali a tre quarti o di fronte.

buck
Maria Edgeworth

La sua opera contribuì certamente all’affermazione in Inghilterra di quegli stili neoclassici che oggi abbiniamo all’epoca Regency: l’abbigliamento stile impero, le acconciature femminili, ma anche quella ricerca architettonica tipica della Reggenza.

Insomma, le sue miniature furono come un piccolo cuneo, che permise al neoclassicismo di influenzare gli stili inglesi.

A osservare bene, tutto l’arredamento raffigurato nei suoi dipinti è lo stesso che troviamo su vasi e antichi affreschi.

Quasi prive di elementi paesaggistici, le sue opere pongono tutta l’attenzione sulle figure umane, sui loro movimenti e sui loro visi.

Nel primo decennio dell’Ottocento alcune delle sue immagini divennero famosissime perché utilizzate come decoro per una serie di porcellane da tavola: nacque addirittura uno “stile Buck”.

Nonostante per diversi anni Adam Buck fosse più apprezzato miniaturista e avesse una vasta clientela, morì nel 1833 in povertà.

La moda neoclassica, infatti, fu di breve durata e, per quanto di antica tradizione, anche quella delle miniature già verso la metà dell’Ottocento vide il suo tramonto, che divenne definitivo con l’arrivo dei dagherrotipi prima e delle fotografie poi.

Henry Hunt, Adam Buck, watercolour, circa 1810

Negli ultimi anni della sua vita Adam Buck, che non volle staccarsi dai suoi modelli, si dedicò all’insegnamento.

Tra il 1795 e il 1833 espose più di 170 miniature e piccoli ritratti a figura intera presso la Royal Academy.

Oggi viene considerato, per lo più un pittore mediocre, che ha ripiegato sulla stilizzazione per ovviare a carenze tecniche, ma nonostante questo gli viene riconosciuto il merito d’ aver dipinto un ‘epoca e di averci lasciato testimonianze di uno stile che ha fatto la storia.

Leggi anche: L’arte russa nel 1800 – breve storia della pittura russa ottocentesca

Adam Buck
Ritratto di giovane donna al mare, 1800

Le ceramiche Ercolano

I dipinti di Adam Buck furono utilizzati come decori per una serie di porcellane molto in voga in epoca Regency, le ceramiche e porcellane Ercolano, intorno agli anni dieci dell’Ottocento.

Prodotte a Liverpool, erano famose per i soggetti spesso figurativi e ispirati alla classicità (Ercolano era in quegli anni molto di moda per via degli scavi che alla fine Settecento avevano portato alla luce le città sepolte dall’eruzione del Vesuvio).

Dopo le prime produzioni in terracotta l’azienda differenziò i prodotti, proponendo anche raffinate porcellane Bone China.

Oggi una tazza da caffè “in stile Buck” vale circa 200 euro.

Adam Buck
Porcellana Ercolano (dal web)

 

http://www.apollo-magazine.com/public-relations-adam-bucks-regency-portrait-miniatures/

https://en.wikipedia.org/wiki/Adam_Buck

https://janeaustensworld.wordpress.com/tag/regency-painter/

https://en.wikipedia.org/wiki/Herculaneum_Pottery

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