Un secondo lungo una vita: beccatiillibro!

Un secondo lungo una vita di Lisa Molaro: Beccatiillibro!

Il primo libro dell’anno a cui dedico una recensione è un romanzo molto particolare.

Particolare è anche il modo in cui l’ho scoperto e letto: perché ho avuto l’onore di passeggiare fra queste pagine prima che venissero pubblicate.

Devo dire che ero un po’ spaventata: l’autrice era diventata da poco un’amica. Quando entro in modalità valutazione divento una iena e temevo che un eventuale giudizio negativo potesse ferirla. Le avevo chiesto io di leggere il romanzo: chiacchierando mi aveva accennato alla sua protagonista, pur senza sbilanciarsi troppo, ed era riuscita a incuriosirmi molto,  facendomi pensare a una storia con un grande impatto emotivo. Così, anche  se non era fra i generi che scelgo di solito (insomma, io che leggo letteratura intimistica????), ho chiesto all’autrice di poter leggere l’opera.

E ho avuto l’onore di ricevere l’opera in anteprima.

L’impatto è stato quello di una scrittura molto particolare, diversa da quelle a cui sono abituata. L’impressione era quella di una penna delicata, elegante, mai scontata.

Il romanzo si apre su una scena corale, di normalità quotidiana. Tante persone che, lo senti subito, sono solo la cornice. Ti aspetti, da un momento all’altro, di veder spuntare i veri protagonisti, ti guardi intorno, provando un senso di attesa.

Puntualmente, i protagonisti prendono possesso della scena, arrivano rompendo l’armonia di questo acquerello vivace fatto di immagini tranquillizzanti, portando anche nella lettura quell’istante che spezza ogni equilibrio.

La trama, in apparenza, è semplice: Beatrice, una giovane donna felicemente fidanzata, subisce improvvisamente la perdita dell’uomo che ama. Il dolore, inaspettato e immenso, la costringe a chiudersi in un gelo profondo.

Ecco, in realtà di semplice non c’è nulla. Non la protagonista, attraverso cui filtriamo la realtà, nel cui cuore ci troviamo immersi pagina dopo pagina. Non la narrazione, che continua a sorprendere. Non gli altri personaggi, che vediamo attraverso gli occhi di Beatrice.

In realtà, però, non tutti i personaggi vengono presentati dal POV di Beatrice, perché “Un secondo lungo una vita” non è un monologo, ma un dialogo.

Abbiamo, infatti, due voci che si alternano, una prevalente, quella di Beatrice, e una che ci giunge come un sussurro (o, per avvicinarci alla sensibilità dell’autrice, come un battito d’ali leggere): quella di lui, dell’amato perduto. Non c’è ombra in questo duetto, non abbiamo fantasmi, né luci intense di paradisi e aldilà splendenti: non ci vengono date spiegazioni o giustificazioni; questa è una storia che parla di legami, di vincoli forti.

Come dice il mio amato Cantico, “forte come la morte è l’amore”: non “più forte”, ma altrettanto. E nella storia di Lisa Molaro troviamo questo tipo di vincolo.

Un secondo lungo una vita” è un dialogo straziante di puro amore che supera la morte. A dire il vero, le due voci non si fondono mai in un vero dialogo, perché si avverte fortemente che fra i due vi è una barriera insormontabile: questa però non è costituita dalla morte, ma dal solo dolore di Beatrice. L’amato sente lei, la vede, la ascolta, le sta accanto, ma Beatrice rimane cieca e sorda all’amore di lui e a tutti i segnali che la vita le manda per farla tornare a se stessa.

Tutto ruota intorno al gelo in cui Beatrice si rinchiude. Cristallizzata nel suo dolore, ella cerca di rendersi insensibile e riesce così bene nell’intento da divenire impenetrabile, o quasi, a tutto: alla voce dell’amato che le sta accanto, alla disperazione della sua famiglia che entra in crisi per la propria incapacità di aiutarla, ai tentativi degli amici di riportarla alla normalità.

Un secondo lungo una vita è quello che separa Beatrice dal suo amore, ma anche da se stessa, dagli affetti, dal passato. Ma un secondo è anche quello, infinito, in cui si cristallizza il suo cuore.

Perché hai l’impressione che in tutto questo gelo nemmeno il tempo possa passare, e che Beatrice sia come una moderna Biancaneve, immersa nel sonno che lei stessa sceglie per anestetizzare la sofferenza.

I brani che l’autrice dedica al protagonista maschile sono particolarmente belli. Scorrevoli, emozionanti, a volte commoventi.

E il romanzo è nato per far riflettere. Sul dolore, sul lutto, ma soprattutto sul senso dalla vita.

È un romanzo che non ci racconta bugie sull’amore romantico, ma ci mette di fronte alla verità che tutto passa, ma solo l’amore (vero) resta. E dell’innamoramento, della passione, dei petti depilati, dei muscoli guizzanti, per una volta, possiamo fare a meno.

Un secondo lungo una vita, di Lisa Molaro.

lo trovate (anche) qui:

http://www.amazon.it/Un-secondo-lungo-una-vita-ebook/dp/B019YSEZFY/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1451722471&sr=1-1&keywords=lisa+molaro

 

 

 

 

 

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