San Valentino nell’età vittoriana

San Valentino nell’età vittoriana

San Valentino nell’età vittoriana è un piccolo grande evento per le signore e signorine.

In questa occasione, infatti, esse possono manifestare per una volta in modo più o meno giocoso il loro interesse per un uomo e smuovere un po’ le acque chete delle regole sociali che vedevano, in quel periodo alquanto problematici e rigidi i rapporti fra i sessi.

il libertino di hiddenbook regency romance romanzo rosa

Nei nostri viaggi nel tempo abbiamo già evidenziato come il corteggiamento, in età vittoriana, fosse una questione piuttosto complessa.

Uomini e donne, specie se celibi e nubili, avevano pochissime occasione di trascorrere del tempo da soli: giusto un giro di valzer. Madri e chaperon all’uopo predisposti scortavano le signorine bennate in tutte le occasioni.

In un mondo in cui i rapporti fra i sessi erano regolamentati in modo severo, pena l’ostracismo sociale, ogni occasione era buona per riuscire a ottenere l’attenzione di un potenziale marito o moglie.

Dai romanzi di Jane Austen, ma anche da altri autori che ci hanno raccontato l’epoca della Reggenza, come Tackeray, possiamo ricavare che nei primi decenni dell’Ottocento il rispetto delle regole non mettesse poi in crisi eccessiva e bene o male ci si attenesse (salvo poi scappare a Gretna Greeen!) le giovani vittoriane erano vulcani di idee per aggirare i divieti.

Ricordiamo il linguaggio del ventaglio, così di moda in questo periodo, ma non solo: guanti, fazzoletti e parasole potevano essere utilizzati per comunicare coi giovanotti la propria disponibilità.

A buon intenditor…

Ma i giochi, a dire il vero, non finivano con il fidanzamento, anzi proseguivano, perché era proprio questo il momento d’oro per le giovani donne. Più libere, al centro dell’attenzione, potevano finalmente ricevere doni, fiori, messaggi e lasciarsi corteggiare. Alla luce del sole.

natale regency
pinterest

L’epoca vittoriana, epoca di cambiamenti, è anche quella che sancisce il cambiamento del rapporto fra i sessi. Sottile. Non ancora evidente: basta guardare all’arte per vedere in quanti quadri le spose siano tutt’altro che sorridenti.

Il matrimonio, dunque, è un dovere, ma il fidanzamento è il sogno.

E qui si diffondono, in epoca vittoriana, i famosi biglietti di San Valentino.

Ma c’erano anche prima? Scopriamolo insieme!

San Valentino nell’età vittoriana
Saint Valentine day, 1861

San Valentino, un po’ di storia

Il santo festeggiato è Valentino da Terni, assurto agli onori d’altare nel 496. La sua popolarità probabilmente, dipende dal fatto che questa festa fu sovrapposta ai pagani Lupercali, durante i quali venivano svolti riti per propiziare la fecondità nella nuova stagione alle porte.

San Valentino nell’età vittoriana
San Valentino

L’abitudine di inviare e scambiare messaggi d’amore, però arriva nel basso medioevo, forse riconducibile al circolo di Geoffrey Chaucer e alle prime forme letterarie e culturali dell’amor cortese.

La belle dame sans merci
La Belle Dame Sans Merci Walter Crane 1865

Alla diffusione di queste tradizioni, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo.

San Valentino nell’età vittoriana

Vari poeti si cimentarono sul tema e  anche Shakespeare cita San Valentino, nell’Amleto, attraverso Ofelia.

“Sarà domani San Valentino,

“ci leveremo di buon mattino,

“alla finestra tua busserò,

“la Valentina tua diventerò.

“Allora egli si alzò,

“delle sue robe tutto si vestì,

“la porta della camera le aprì,

“ed ella non più vergine ne uscì.  (Atto IV scena V)

Qualche curiosità

Se pensiamo che le follie su questa giornata siano tutte datate epoca vittoriana, ci sbagliamo.

La fine del Settecento aveva già fornito parecchio materiale interessante. Per esempio, Nel 1797 un libretto fu pubblicato dal titolo The Young Man’s Valentine Writer, una specie di prontuario con versi poetici in cui si poteva trovare facilmente il proprio messaggio di San Valentino. Insomma, un bigino per fidanzati pigri e poco portati per la poesia.

età vittoriana
Handmade Valentine from 1816. Photo by Nancy Rosin, www.victoriantreasury.com

San Valentino era propizia alla formazione di coppie, ma non sempre erano ben assortite, anzi, a quanto pareva più improbabile era l’unione, tanto più si pensava crescessero le prospettive di felicità.

In questa lettera, viene espressa una certa perplessità sull’usanza degli scapoli di un villaggio di raccogliere in un cappello tutti i nomi delle ragazze nubili e di gettarli a sorte, per dividersi il compito di mandare a ciascuna un Valentino.

Derby Mercury – 7th March 1782

sir,

Amongst many customs useful and ridiculous which have been handed down to us from our Ancestors, I lately observed one of drawing Valentines, on the Evening preceding Valentine’s Day, which was much in this Manner, the Boys collected all the names of females (unmarried) they could remember, and wrote them separately upon little tickets or bits of paper, which were put into a hat and shaked about for some time, when each of them drew one of these out, and the next day sent a kind of poetical epistle to the girl who was his Valentine or Lot.

I confess the meaning of this is extremely strange to me at present, as I cannot see any thing in it useful or entertaining.  I should therefore be greatly obliged, if any Correspondent of your’s would favour me with a reason for this superstitious ceremony.

I am, Sir,

Your humble Servant,

The INSPECTOR.

san valentino nell'età vittoriana

San Valentino nell’Ottocento

Dunque la festa di San Valentino arriva dritta dal Medioevo, e con essa, in un certo senso, anche l’idea che questo giorno sia adatto a trovare l’anima gemella, dichiararsi, o ottenere la mano della donna amata. E perché no? Anche perché una timida fanciulla faccia il primo passo che la società non le concederebbe in altro modo.

Ecco quindi che arriva una nuova tradizione, tutta anglosassone, dei valentine, biglietti più o meno elaborati, dai soggetti simbolici come cuori, colombe, fiori… recanti messaggi d’amore.

In epoca Regency, ebbene sì, esistono già biglietti di San Valentino: rigorosamente dipinti o costruiti a mano.

Forse la famosa sciarada di Mr. Elton, rivolta a una fiduciosa ma poco sensibile Emma è un’eco di questi messaggi che già circolavano fra i giovani.

san valentino nell'età vittoriana
Biglietto del 1870: I biglietti potevano anche essere usati per rifiutate uno sgardito pretendente. Col simpatico umorismo vittoriano!

Non sempre, intatti, i messaggi erano chiari come il classico Be my Valentine: spesso i messaggi erano, appunto, celati dietro versi, sciarade, accenni lievi… e gli stessi biglietti erano puzzle, forse proprio perché meno si palesavano le proprie intenzioni meno si rischiava di essere compromessi.

Alla fine del Settecento le signore erano già esperte nel dipingere piccole, deliziose immagini, quasi miniature, per il loro valentino. Una giovane Emma, o magari un’impulsiva Lydia, potevano essere proprio le più adatte a inviare a un amato il loro valentine…

San Valentino nell’età vittoriana

San Valentino nell’età vittoriana

Il vero boom del mercato, però, arriva in epoca vittoriana. Qui le signore diventano vere artiste nella costruzione di biglietti. Armate di forbicine, aghi, carta, nastri colori… arrivano a inventarsi piccoli capolavori.

Il commercio dei biglietti stampati, però ariverà con le serigrafie di un’artista americana, Esther Howland.

Poco dopo la laurea presso Mount Holyoke College, all’età di 19 anni, Esther Howland ricevette un San Valentino da un socio di affari di suo padre: decorato con un bordo in pizzo elaborato e ornato di fiori, il biglietto riportava tipici versi di una poesia di San Valentino. Era un biglietto che arrivava direttamente dall’Europa, quindi molto costoso: la giovne donna, che probabilmente aveva più lanima dell’imprenditrice che della romantica, pensò di poter fare di meglio e in più larga scala. Si fece procurare dal padre altri esempi di biglietto e si mise al lavoro: nel giro di poco tempo le sue produzioni andarono a ruba, nel nuovo e nel vecchio continente.

San Valentino nell’età vittoriana
Un biglietto firmato Howland

La diffusione dei biglietti stampati, spediti per posta, fu globale, anche grazie alla riduzione dei costi postali per questo tipo di missiva.

E commercio fu.

Non passò molto tempo che anche a Natale arrivarono i primi biglietti d’auguri.

San Valentino nell’età vittoriana

San Valentino nell’età vittoriana, che stile!

I biglietti fatti a mano erano più o meno elaborati, sia per forma che per contenuto. 4graph.it li suddivide così:

Acrostico: un biglietto che conteneva versetti in cui le prime righe comprendevano il nome dell’amato

Ritaglio: un biglietto realizzato piegando la carta più volte e decorato con un complesso intaglio effetto “pizzo” realizzato con piccole forbici appuntite

Fraktur: un San Valentino con scritta ornamentale in stile manoscritti miniati medioevali

Puntura di spillo: realizzato pungendo piccoli fori nella carta con uno spillo, creando l’apparenza di un pizzo

Teorema: un biglietto realizzato con disegni a stencil.

Puzzle: un biglietto realizzato a mano, che conteneva dei versi da leggere in una determinata sequenza.

Rebus: veri e propri enigmi da risolvere per scoprire il nome dell’amato

Da Pinterest. Biglietini puzzle: chi sarà il tuo Valentino?

San Valentino nell’età vittoriana, una storia

In Via dalla pazza folla di Thomas Hardy troviamo testimonianza delle tradizioni vittoriane riguardo ai biglietti.

 «Povera me, avevo quasi dimenticato il messaggio di San Valentino che avevo comprato ieri!»

esclamò alla fine.

«San Valentino? E per chi, signorina?» disse Liddy. «Per il fittavolo Boldwood?»

Era l’unico nome tra tutti i possibili sbagliati, che, in quel dato momento, paresse a Batsceba più adatto di quello giusto.

«Ma no. È soltanto per il piccolo Teddy Coggan. Gli avevo promesso qualcosa, e questa sarà una bella sorpresa per lui. Liddy, farai meglio a portarmi il mio scrittoio perché faccia l’indirizzo subito.»

Batsceba estrasse dal proprio scrittoio un foglio da lettera sfarzosamente decorato a rilievo, in ottavo, che era stato comprato, il mercato precedente, alla cartoleria principale di Casterbridge. In mezzo vi era un piccolo ovale, lasciato vuoto in modo che il mittente potesse inserirvi qualche parolina tenera, più adatta alla speciale occasione di quanto potesse esserlo qualche locuzione generica di un tipografo.

«Ecco uno spazio per scrivere» disse Batsceba. «Che cosa ci debbo mettere?»

«Qualcosa di questo genere, direi» replicò prontamente Liddy:

«Rossa la rosa

la viola blu

dolce il garofano

quando sei tu.»

«Sì, metterò questo. È proprio adatto a un bimbo col viso grassoccio come lui» disse Batsceba. Inserì le parole in minuscola ma leggibile calligrafia; mise il foglio in una busta e intinse la penna per farci l’indirizzo.

(ed. Garzanti)

Questo bigliettino sortirà risultati in larga scala… diventando un perno della vicenda.

Ma lascio a voi il piacere di sfogliare altre pagine.

La sposa o non la sposa? Le dichiarazioni d’amore Regency & Victorian

La bellezza in epoca vittoriana

 

Alcune fonti

https://en.wikipedia.org/wiki/Esther_Howland

http://christianregency.com/blog/2012/02/08/be-mine-valentine-the-art-of-the-handmade-card/

http://www.kristenkoster.com/a-regency-round-up-on-valentines-day/

https://www.4graph.it/blog/biglietti-di-san-valentino-origini-e-curiosita/

https://georgianera.wordpress.com/2015/02/12/valentinesday/

Immagini wikipedia, wikimedia commons, dal web.

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