Regency ed Egittologia: quando Indiana Jones indossava il tricorno

Regency ed Egittologia: quando Indiana Jones indossava il tricorno

Regency e stile impero. Due facce della stessa medaglia.

Nessuno ha mai nutrito un odio più acre nei confronti del vicino, come Francia e Inghilterra fra 1700 e 1800, se si  esclude quello fra parmensi e piacentini quando si tratta di decidere dove è nata la coppa.

L’odio fra le due nazioni si manifestò  in una corsa a chi creava gli stili più imponenti, a chi sapeva dare l’idea d’essere un impero  migliore: praticamente, entrambi attinsero al neoclassicismo facendo più o meo le  stesse cose, sfidandosi  a colpi di capitelli, marmi e giardini, abiti, acconciature e divertimenti.

Due movimenti distintivi, ora conosciuti come lo stile Impero e lo stile Reggenza, nacquero dal neoclassicismo formale che dominò l’edilizia e la decorazione europea della fine del XVIII secolo: le differenze balzano agli occhi solo degli  esperti e di coloro che sanno di trovarsi davanti  una villa  francese o un manor inglese.

Regency ed Egittologia:

Napoleone e Giorgio IV si combattevano, prima che con le spade, a colpi di stile

Questi stili furono stimolati in gran parte dall’aspra rivalità tra Francia e Inghilterra e i loro governanti. Napoleone a partire dall’ascesa al trono nel 1804, lanciò immediatamente un ambizioso programma di arte e design che durò fino alla fine del suo regno nel 1815. Dall’altra parte della Manica, il principe reggente, il futuro re Giorgio IV (1762-1830), cercò modi per celebrare l’Inghilterra patrimonio attraverso il suo attivo (e sincero) mecenatismo.

Regency ed Egittologia:

In questi anni l’archeologia diventa di gran moda, le scoperte si susseguono ed entusiasmano tutti.

In epoche più antiche, già gli egizi e i babilonesi erano arrivati a capire che se il sovrano assume un’aura divina, si circonda di meraviglie, fa crescere il consenso  del popolo e sia Napoleone, che tentava  di darsi l’aura della scelta divina per il potere sull’Europa, sia il re inglese, che già di suo era un capo religioso, cominciarono a combattersi a colpi di reperti archeologici, depredando e spogliando i luoghi in cui venivano trovati. Non solo Egitto e Grecia: anche l’Italia, che non era nazione e non aveva una sua cultura storica tale da desiderar entrare in tenzone per salvar qualcosa.

Il passo successivo fu lo stile ispirato a  quello dell’antichità: riproduzioni architettoniche, ma non solo: grazie  a vasi, statue e affreschi anche all’interno delle case e dei giardini entrava la classicità.

I colori di moda in epoca Regency

L’;evoluzione della moda nel 1800 (1800-1840)

La moda femminile si  distacca  in maniera evidente dalla precedente.

Rivoluzione e  neoclassicismo. Regency ed Egittologia, quando l’archeologo è stilista!

La Rivoluzione francese ha già dato alla fine del Settecento, una buona spinta a cambiare stile.

Via i tacchi da tutte le scarpe francesi, perchè “l’altezza è uguale per tutti”, via gli enormi  parrucconi che solevano le teste delle dame, ma semplici acconciature adatte a tutte; via i giganteschi panier. La moda si fa uguale per ricchi e poveri: via gli orpelli voluminosi, ecco che il modello dei classici soccorre alla perfezione la nuova sartoria.

Le dame inglesi, pur mantenendo a corte l’ineccepibile abbigliamento settecentesco per maschi e femmine, segue con allegria il modello neoclassico pensate come dovevano sentirsi libere, leggere, disinibite le fanciulle libere da corsetto e panier. Il corsetto regency al confronto era una ventata d”aria  fresca.

Abiti grecizzanti, ma non solo: inglesi e francesi fanno a  gara nell’egittomania.

Mobili e arte dall’antichità hanno animato i nuovi stili. Un gusto comune per l’egittomania e l’applicazione simbolica dell’ornamento hanno animato contemporaneamente gli arredi contemporanei in Francia e in Inghilterra. Poiché l’era napoleonica fu un periodo di continui conflitti militari, i disegni marziali si insinuò nella decorazione alla moda, portando in voga mobili da campo, tendaggi in stile gagliardetto e letti da tenda.

debuttanti in epoca regency
abito da corte in una fashion plate. Da Jane Austen world

Regency ed Egittologia, le basi.

Dal Settecento la moda del Gran Tour permetteva la circolazione di notizie e racconti che attraversavano l’Europa, insime ai souvenir. CErto, i raccconti sul fascinso Egitto era fra i preferiti tra viaggiatori e auditori al ritorno.

Un esempio di questa funzione “formativa” dell’Egitto ci è dato dall’opera teatrale di Mozart Il flauto magico (1791). Il culto della civiltà egizia divenne un vero e proprio fenomeno di massa e costume. ANcora nel 1700, il nostro Giovanni Battista Piranesi nel 1769 pubblicò un  volume sulle Diverse maniere di adornare i cammini, che mostravano ricche decorazioni “all’egizia”.

parto in epoca regency
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Nel 1770 Il Caffè degli inglesi in Piazza di Spagna fu arredato in stile orientale. Tra 1772 e 1776 in Vaticano fu allestita la Sala dei Papiri. Nello stesso periodo furono collocate statue egizie a Villa Borghese, e la regina Maria Antonietta fece arredare i palazzi di Versailles e Fontainebleau in stile neo-egizio.

Napoleone depredò letteralmente l’Egitto, mentre l’Inghilterra faceva man bassa in Grecia.

Dominique-Vivant Denon , al seguito di Napoleone nella campagna d’Egitto, fu incaricato di redigere una Description illustrata dell’Egitto. La Description, pubblicata nel 1809, dettò a lungo legge sul gusto egittizzante in Europa. Insieme all’esercito napoleonico erano salpati moltissimi altri uomini di cultura, che documentarono come Denon monumenti e manufatti. Nacque una nuova attenzione per queste mete.

I viaggi di uomini di cultura verso l’Egitto influenzarono il gusto ei modelli in Francia, poi in Inghilterra. Le scoperte inoltre resero più accessibili sculture, oggetti d’arte e arredi egiziani, che potevano essere visti, studiati, toccati, e spesso trasportati in Europa.
In età napoleonica il Louvre fu arredato in stile egizio con l’inserimento di molti oggetti trafugati nel corso delle campagne militari.
L’inizio dell’Ottocento fu caratterizzato da una corsa allo scavo che diede vita alle collezioni egizie dei più grandi musei europei.

L’ultimo mistero egizio

Nel 1822 Jean-François Champollion diede la prima forte spinta agli studi egittologici con la decifrazione della Stele di Rosetta.
Da metà Ottocento l’Egitto divenne la  terra delle avventure, delle scoperte: apparve il tempio della Sfinge a Menfi, le liste dei re di Saqqara e furono ritrovati i vari monumenti nella regione di Tebe.
Sul finire del secolo in Egitto si insediarono missioni permanenti di scavo. I progressi di turismo e fotografia risero più vicini e familiari gli scenari di Egitto e Oriente. Tra 1859 e 1869 fu costruito il Canale di Suez . L’opera continuò a mantenere alto l’interesse nei confronti dell’Egitto. Nel 1870 ci fu la prima rappresentazione di Aida , l’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, commissionata per festeggiare l’apertura del Canale di Suez.
L’egittomania conquistò Europa e America. Con il diffondersi dell’ Art Nouveau ulteriormente la ricorrenza dei motivi egizi associati a questo nuovo stile. (https://frameblog.unibo.it/index.php/2018/03/20/antico-egitto-egittomania-2/)

Thomas Hope (http://www.vam.ac.uk/content/articles/t/thomas-hope/)

Fu influente designer, riformatore del design e collezionista. Olandese, nato ad Amsterdam, Hope ereditò dalla sua famiglia una tradizione di collezionismo e una vasta ricchezza dalla banca di famiglia. Questo gli permise di espandere le sue collezioni già preziosereziose e di dedicarsi a un designer innovativo che ha contribuito a definire quello che intendiamo come lo stile Regency.

I suoi lunghi viaggi Grand Tour in Europa, Grecia, Turchia ed Egitto hanno ispirato il suo interesse per le antichità come fonte di design per interni Regency, mobili e lavori in metallo. Era determinato a riformare il gusto contemporaneo riportando l’architettura e le arti, compresi l’interior design e l’arredamento, a quello che concepiva come lo spirito della purezza classica.

Il gran tour e l’educazione Regency & Victorian

Nel 1799 acquistò una casa progettata da Robert Adam in Duchess Street, Portland Place, Londra, che ristrutturò con una serie di interni a tema. Gli interni colorati di Duchess Street e della casa di campagna di Hope, Deepdene nel Surrey, hanno giocato un ruolo unico nella storia del collezionismo, dell’interior design e dell’esposizione. Entrambi erano aperti a visitatori selezionati, ma i suoi mobili hanno raggiunto un pubblico ancora più ampio attraverso il suo libro, Mobili per la casa e decorazione d’interni . Pubblicato nel 1807, questo libro introdusse il termine “decorazione d’interni” nella lingua inglese.

regency egittologia

L’influenza di Hope continuò a lungo dopo la sua morte, in parte a causa del suo libro. I suoi progetti apparvero su riviste specializzate e libri sull’interior design e, sebbene la casa di Duchess Street fosse stata demolita nel 1851, i suoi contenuti furono portati a The Deepdene dove rimasero accessibili al pubblico.

Nel 1917 la sua collezione fu dispersa in una grande vendita al The Deepdene. Ciò ha portato a un rinnovato interesse per la realizzazione di Hope, poiché gli oggetti da lui progettati sono stati acquistati da collezionisti e direttori di musei in Europa e negli Stati Uniti, raggiungendo così un pubblico più ampio. Lo stile di Hope ha influenzato il Revival Regency degli anni ’20 e ’30 e persino il design Art Deco. La novità e la qualità dei suoi mobili e del design degli interni sono stati ammirati dalla sua morte fino ai giorni nostri.

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