La belle dame sans merci: d’amore e morte

La belle dame sans merci: canto d’amore e morte

La Belle Dame sans Merci (“La bella dama senza pietà”) è una ballata del poeta inglese John Keats, il cui titolo è mutuato da una più antica opera, un poemetto del  XV secolo,  di Alain Chartier. Ne esistono due versioni, con poche differenze tra loro. La prima fu scritta da Keats nel 1819.

La belle dame sans merci
La Belle Dame Sans Merci Walter Crane 1865

La belle dame sans merci: la poesia

La belle dame sans merci descrive l’incontro tra un cavaliere senza nome, immerso in un paesaggio sterile e desolato, e il poeta. Il cavaliere racconta di come la sua sventura sia giunta il giorno in cui si è imbattuto in una misteriosa donna di grande bellezza e “dagli occhi selvaggi”. La bella dama dichiara di essere “figlia di una fata” e di amarlo. Egli, soggiogato dalle sue profferte d’amore e dalla sua malia, si fa condurre da lei alla “Grotta degli elfi”, dove si addormenta. Durante il sonno, il cavaliere ha una visione di pallidissimi principi e re, che lo ammoniscono: “la bella dama senza pietà” ormai lo ha preso nella sua rete ed egli è in suo potere.

Quando il cavaliere si sveglia, scopre di essere solo, di nuovo sul colle desolato, dove rimane ad attendere, vagando sconsolato.

La belle dame sans merci
Arthur Huges

La belle dame sans merci: l’amore e la morte

Ci sono diverse interpretazioni di questa poesia, che pur nella sua brevità raccoglie in sé molti simboli e metafore.

La dama senza pietà, a cui nessuno sfugge, rappresenta, a una prima lettura, la morte. Il cavaliere non può evitare di seguirla e di perdere tutto per lei.

Ma a quella che di primo acchito è l’interpretazione più chiara si tinge di varie sfumature: il legame fra l’amore e la morte, per esempio: quello fra il cavaliere e la dama è un amore distruttivo. Il cuore di lui, sedotto e abbandonato, è destinato alla desolazione.

Dice il Cantico dei Cantici che forte come la morte è l’amore e qui il povero cavaliere è prigioniero di un amore del tutto simile alla morte.

La belle dame sans merci
Rose Cecil O’Neill, 1905

Quando il poeta lo incontra, nonostante la natura sia in un periodo di floridezza (c’è stato il raccolto, dunque siamo in estate, o all’inizio dell’autunno) egli porta su di sé i segni della morte: il giglio, simbolo di purezza, e la rosa, simbolo d’amore, sono associati a lui in un richiamo funereo: il giglio sulla fronte è un richiamo alla morte, così come la rosa è avvizzita. Intorno a lui, tutto tace ed è immerso nel dolore, come se fosse lui stesso a generare silenzio attorno a sé.

La belle dame sans merci
William Russell Flint

La belle dame sans merci: storie di fate

In questa ballata si incontrano però altri due temi molto amati nel periodo vittoriano, quello dell’epoca cavalleresca e quello della mitologia.

Nella seconda metà dell’Ottocento, complice lo stabile regno della regina Vittoria, alla ricerca di un’ulteriore nobilitazione grazie alla letteratura e in particolare in quella capace di dare lustro alla Nazione, il romanticismo inglese incentra parte delle sue tematiche sulle epopee cavalleresche, recuperando le leggende arturiane e in generale riprendendo a narrare di dame e cavalieri, i cui alti ideali dovevano diventare uno specchio per la nuova Inghilterra vittoriana.

Vediamo in questo periodo anche un ritorno al mito e alla mitologia, che avviene in parallelo al nel recupero della fiaba popolare ampiamente diffuso in Europa: recupero che pone le basi nelle stesse convinzioni dei Grimm, convinti di trovare nella tradizione popolare le vere radici delle nazioni.

La belle dame sans merci
Waterhouse

Il ciclo arturiano e l’epica cavalleresca sono molto legati a quel mondo magico popolato di fate e di elfi, alla mitologia già ripresa da Shakespeare in Sogno di una notte di mezza estate. Il mito e il fiabesco si compenetrano e diventano tutt’uno.

In La belle dame sans merci ritroviamo l’eco di varie leggende sulle fate, fra cui quella narrata nella ballata scozzese Tam Lin.

In Tam Lin, una giovane donna resta incinta dopo l’incontro con una creatura fatata. Il suo amato, però, le spiega di essere umano, prigioniero delle fate da lungo tempo. Con coraggio e costanza la donna riesce a liberarlo, salvandolo dalle perfide creature e dall’inferno.

La belle dame sans merci
Waterhouse

Le fate, per nulla buone e affatto disposte a realizzare desideri, sono esseri crudeli, che rapiscono esseri umani per i propri scopi malvagi. Si racconta che paghino al demonio un tributo per la loro immortalità, regalandogli un’anima ogni cento anni.

Cerchi fatati, nei quali ci si perde per sempre, incontri con creature bellissime e crudeli, che nascondono dietro la bellezza fatata un aspetto reale e terribile… le leggende sul popolo fatato sono tante, suggestive e a volte un po’ crude.

Qui incontriamo la figlia di una fata, che con sussurri misteriosi irretisce un cavaliere, immagine stessa della fedeltà e della purezza.

Il bene contro il male: sembra che Keats ci suggerisca quanto inerme sia l’innocente di fronte alla seduzione del peccato.

La belle dame sans merci
Robert Anning Bell

La belle dame sans merci – l’arte e la magia

Non stupisce che, con un tale carico di significati, di simboli nascosti sotto al velo delle parole, questo poemetto sia divenuto un’opera di successo e soprattutto che abbia suscitato interesse fra i preraffaelliti, che hanno fatto del soggetto uno delle tematiche più rappresentate.

I preraffaelliti di solito privilegiano il momento della seduzione, quello in cui il cavaliere accetta di condurre la dama alla sua caverna: è il momento in cui il fato dell’uomo diviene ineluttabile, quello da cui non può più tornare indietro.

La belle dame sans merci
Marc Fishman

Un’altra immagine molto amata è quella del passaggio al sonno, quando la creatura fatata, compiuta la sua magia, gode della conquista. Il cavaliere, inerme, giace fiducioso fra le sue braccia, non sapendo che di lì a poco i sogni gli riveleranno un’amara verità.

La tematica è così affascinante da arrivare ai giorni nostri, attraversando i secoli in illustrazioni e fotografie, spesso di ispirazione preraffaellita.

La belle dame sans merci
Marc Fishman

https://it.pinterest.com/mermaidmarie7/la-belle-dame-sans-mercy/

La dame sans merci –  il testo

“O WHAT can ail thee, knight-at-arms,

Alone and palely loitering?

The sedge has wither’d from the lake,

And no birds sing.

 

“O what can ail thee, knight-at-arms!

So haggard and so woe-begone?

The squirrel’s granary is full,

And the harvest’s done.

 

“I see a lily on thy brow

With anguish moist and fever-dew.

And on thy cheeks a fading rose

Fast withereth too.”

 

“I met a lady in the meads,

Full beautiful – a faery’s child,

Her hair was long, her foot was light,

And her eyes were wild.

 

“I made a garland for her head,

And bracelets too, and fragrant zone;

She look’d at me as she did love,

And made sweet moan.

 

“I set her on my pacing steed,

And nothing else saw all day long;

For sidelong would she bend, and sing

A faery’s song.

 

“She found me roots of relish sweet,

And honey wild and manna-dew;

And sure in language strange she said,

‘I love thee true.’

 

“She took me to her elfin grot,

And there she wept and sigh’d full sore;

And there I shut her wild, wild eyes

With kisses four.

 

“And there she lullèd me asleep,

And there I dream’d – ah! woe betide!

The latest dream I ever dream’d

On the cold hill’s side.

 

“I saw pale kings and princes too,

Pale warriors, death-pale were they all:

They cried, ‘La belle Dame sans Merci

Hath thee in thrall!’

 

“I saw their starved lips in the gloam

With horrid warning gapèd wide,

And I awoke and found me here

On the cold hill’s side.

 

“And this is why I sojourn here

Alone and palely loitering,

Though the sedge is wither’d from the lake,

And no birds sing.”

Perché soffri, o cavaliere in armi,

E pallido indugi e solo?

Sono avvizziti, qui i giunchi in riva al lago,

E nessun uccello cantando prende il volo.

 

Perché soffri, o cavaliere in armi,

E disfatto sembri e desolato?

Colmo è il granaio dello scoiattolo,

E il raccolto è già ammucchiato.

 

Scorgo un giglio sulla tua fronte,

Imperlata d’angoscia e dalla febbre inumidita;

E sulla tua guancia c’è come una rosa morente,

Anch’essa troppo in fretta sfiorita.

 

Per i prati vagando una donna

Ho incontrato, bella oltre ogni linguaggio,

Figlia d’una fata: i capelli aveva lunghi,

Il passo leggero, l’occhio selvaggio.

 

Una ghirlanda le preparai per la fronte,

Poi dei braccialetti, e profumato un cinto:

Lei mi guardò come se mi amasse,

E dolce emise un gemito indistinto.

 

Sul mio destriero al passo la posi,

E altro non vidi per quella giornata,

Ché lei dondolandosi cantava

Una dolce canzone incantata.

 

Mi trovò radici di dolce piacere,

E miele selvatico, e stille di manna;

Sicuramente nella sua lingua strana

Mi diceva, “Sii certo, il mio amore non t’inganna”.

 

E mi portò alla sua grotta fatata,

Ove pianse tristemente sospirando;

Poi i selvaggi suoi occhi selvaggi le chiusi,

Entrambi doppiamente baciando.

 

Poi fu lei che cullandomi

M’addormentò – e, me sciagurato,

Sognai l’ultimo sogno

Sul fianco del colle ghiacciato.

 

Cerei re vidi, e principi e guerrieri,

Tutti eran pallidi di morte:

“La belle dame sans merci”, mi dicevano,

“Ha ormai in pugno la tua sorte”.

 

Vidi le loro labbra consunte nella sera

Aprirsi orribili in un grido disperato,

E freddo mi svegliai, ritrovandomi lì,

Sul fianco del colle ghiacciato.

 

Ed ecco dunque perché qui dimoro,

E pallido indugio e solo,

Anche se sono avvizziti i giunchi in riva al lago,

E nessun uccello canta, prendendo il volo.

(http://www.keats-shelley-house.org/it/works/works-john-keats/john-keats-la-belle-dame-sans-merci)

La belle dame sans merci
John Melhuish Strudwick

La belle dame sans merci e la musica

Il cantautore italiano Angelo Branduardi ha riproposto il tema della poesia in una versione molto suggestiva, che è stata inclusa nella raccolta La pulce d’acqua del 1977, con il titolo “La bella dama senza pietà”.

Il cantautore italiano Vinicio Capossela eseguì il poema con sue musiche durante il concerto speciale “Ballate nella balena”, tenutosi il 15 luglio 2012 all’abbazia di San Galgano.

La belle dame sans merci
Frank Cadogan Cowper

https://it.wikipedia.org/wiki/La_Belle_Dame_sans_Merci

http://online.scuola.zanichelli.it/letterautori-files/volume-2/pdf-verde/letterautori_verde_volume2_T06.pdf

http://www.shmoop.com/la-belle-dame-sans-merci/poem-text.html

 

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