Il tè del venerdì con Dario Rivarossa

Il tè del venerdì con Dario Rivarossa

Che cosa hanno in comune Dante Alighieri, Giovanni Pascoli? Le risposte possono essere molteplici, ma se non avete ancora letto Il Divino Sequel di Dario Rivarossa, non avete indovinato. 

Un romanzo storico, un giallo letterario che non manca di appassionare il lettore e che fa sognare… una Storia alternativa. Eccoci qui, con L’autore di quest’opera che ci fa camminare a fianco di Giovanni Pascoli e vivere un’avventura inaspettata.

te del venerdì miss darcy

Ciao Dario, e benvenuto al tè del venerdì.

Miss Darcy si impone sempre con due domande, la prima è quella che apre l’intervista ed è quella personale: chi è Dario Rivarossa? Com’è arrivato alla scrittura? Che cosa fa quando non scrive?

Ciao Miss Darcy e lettori. Sono arrivato alla scrittura per passione fin da ragazzino, come molti, ehm, almeno prima dell’invenzione dei social. Già allora, nei generi fantasy, horror e fantascienza. Quando non scrivo, disegno – come da ragazzino, pure qui. E questo riporta alla prima domanda: oggi lavoro come traduttore, qualche volta scrittore, e anche illustratore, oltre all’impegno come blogger su temi di letteratura e cultura (https://stornielle.blogspot.it e https://tassonomia.blogspot.it).

dario rivarossa

Parliamo del tuo romanzo, Il Divino Sequel, un romanzo storico molto particolare. Ci vuoi anticipare qualcosa?

Una storia di fantascienza… tratta da una storia vera! Giovanni Pascoli, proprio il poeta della cavallina storna, scrive il sequel della Divina Commedia, e questa non è la parte di fantasia perché tutti i brani citati (poesia e saggistica) sono davvero suoi. Ma, come nella Storia infinita, a toccare “quel” libro si scompiglia l’universo stesso, e qui subentra la fantascienza.

Il Divino Sequel: come ti sei mosso per arrivare a narrare di un personaggio noto come il tuo protagonista, e di invischiarlo in un “caso” altrettanto eclatante, come il ritrovamento di un manoscritto dantesco? Dove hai riscontrato le maggiori difficoltà?

Il romanzo è venuto fuori di getto, alcuni anni fa, dopo aver letto e riletto le opere di Pascoli, quelle note, meno note, quasi sconosciute, perfino le opere introvabili, nel senso che si possono ricuperare solo sul mercato dell’antiquariato. Un’esperienza affascinante a contatto con un uomo dalla cultura immensa, che era capace di “riscrivere” in modo moderno i testi “sacri” come la Divina Commedia, l’Odissea, o addirittura i Vangeli. Oggi avrei enormi difficoltà a mettere insieme un romanzo così, ma all’epoca ero in stato di grazia.

Quando nei romanzi si gioca con la storia dei Grandi, subito tutti pensano a un autore che sembra aver fatto scuola sull’argomento. Dan Brown. Domanda perfida: lo hai letto? Che ne pensi di lui e del suo modo di insinuarsi nelle crepe della Storia e di suggerire alternative? Quali sono invece i tuoi obiettivi narrativi: stupire, insegnare, comunicare, divertire…?

Mi piacciono molto le ricostruzioni alternative della Storia, da Giambattista Vico a Philip Dick, però ammetto che Dan Brown non lo conosco. Ho un’allergia istintiva verso le opere pubblicizzate dappertutto, anche quando sono molto valide. Nel Divino Sequel lo scopo è duplice: invogliare a leggere Dante in modo nuovo, e imparare dalla vita, dalle sofferenze, dalla lotta esistenziale di Pascoli.

Prossime opere? Progetti in corso e progetti nel cuore.

È uscita fresca fresca dallo stesso editore, Il Terebinto, la mia traduzione del “diario” di Tessa Dick, già moglie di Philip, dal titolo Blade Runner 1971: Il prequel. Romanzi o racconti miei in cantiere, per il momento no. Mi piacerebbe diventare illustratore a tempo pieno; avevo anche seguito i corsi di una scuola professionale in quel settore.

manoscritto conservato alla British Library
L’ultima domanda, invece, se la riserva sempre la padrona di casa: come prendi il tè?

Lo prendevo da bambino e teenager a casa di mammà, ogni mattina con il latte. Poi ho smesso e sono passato alla concorrenza, cioè il caffelatte.

Ciao Dario e grazie di essere stato in nostra compagnia!

Ciao a voi, e grazie.

La trama

Sono gli ultimi giorni di scuola al collegio di Urbino (anno 1867) e Zvanì, come i suoi compagni, attende solo l’inizio delle vacanze estive. Invece, avventuratosi col suo amico William nella soffitta del collegio – tra statue mutile e vecchi arredi natalizi –, si imbatterà proprio in quei giorni in una sorprendente scoperta. Un antico manoscritto che si presta alle ipotesi più fantasiose dei due ragazzi. 

I due amici si rivedranno solo molti anni dopo, da adulti. William decide di indagare ancora su quel documento che sembra rivelare un messaggio nascosto all’interno della Divina Commedia. Per questo, sulle tracce di Dante e di Virgilio, chiede l’aiuto del suo vecchio compagno di collegio, Zvanì, meglio noto come Giovanni Pascoli…

Dario Rivarossa

Dario Rivarossa ilTassista Marino, è nato a Cuneo nel 1969 e lavora come giornalista e traduttore da Inglese e Tedesco. Tiene conferenze su Dante, Rinascimento, arte, letteratura anglosassone e/o dell’orrore. Tra le altre cose è anche un illustratore (Flickr, DeviantArt) e si interessa di poesia barocca (https://tassonomia.blogspot.it).

 

Abbiamo parlato di Pascoli anche con…

 

 

 

 

Pubblicità