Giuliano Bottani: Il tè del venerdì.

Giuliano Bottani: Il tè del venerdì.

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Un pomeriggio autunnale, il vento che soffia fra gli alberi strappando a manciate le foglie.

Nel salotto di Miss Darcy abbiamo acceso per la prima volta il camino, per dissipare un po’ di umidità.

Mentre aspettiamo che l’acqua del tè si scaldi, mi rivolgo al mio ospite, che ho avuto il piacere di conoscere in occasione di Parole d’Autore, quando ha portato fra queste pagine alcuni brani del suo primo romanzo,  Rogan – L’Occhio di Djarrak.

Oggi, insieme a lui, si parlerà di fantasy, che così bene si intona col clima dell’autunno incipiente.

A voi lettori, è il momento di presentare Giuliano Bottani.

Rogan – L’Occhio di Djarrak - giuliano bottani

Ciao Giuliano, ben tornato nel salotto di Miss Darcy!

Prima di parlare di Rogan – L’Occhio di Djarrak, vorrei che ci raccontassi qualcosa di te: come sei arrivato alla scrittura? Perché, pur cimentandoti in vari generi, per il romanzo hai scelto il fantasy?

Ciao Miss Darcy, mi complimento per la tua scelta, il tepore di un camino mi fa venire in mente quando ci raccontavamo storie intorno al fuoco.

Ho iniziato a scrivere intorno ai 12 anni, dopo aver divorato libri su libri, la narrativa per ragazzi, soprattutto i romanzi d’avventura. Poi la curiosità mi ha spinto verso l’horror, la fantascienza e il giallo. Mi nutrivo di emozioni, di storie, di fantasie. Improvvisamente mi è venuto naturale immaginarmi storie ed iniziare a scriverle.

All’inizio, come tutte le avventure, non sai mai dove arriverai, ma da quel giorno non ho più smesso. Perché dopo tanti racconti e sceneggiature ho pubblicato come primo romanzo un fantasy?

Forse perché in questa avventura, in questo mondo così diverso ma molto simile al nostro, ho messo dentro tutti gli ingredienti della mia scrittura: c’è azione, c’è tensione, ma anche umorismo e tanta filosofia, perché in fondo il mondo è come ce lo immaginiamo ma sa sorprenderci ogni giorno.

Nella sostanza è un romanzo fantasy, ma si adatta alle esperienze di chi lo legge.

Il mio lettore ideale ha la voglia di sorprendersi ad ogni pagina, legge con gli occhi di un fanciullo e percepisce tra le righe vari livelli di consapevolezza.

Rogan – L’Occhio di Djarrak: com’è nata l’idea di questo romanzo?

L’idea è nata molto tempo fa. Avevo 16 anni e mi ero innamorato del mondo di D&D. Ho ancora la prima edizione riposta tra i libri. Solo che sentivo il bisogno di creare un mio mondo, oltre che ideare e impersonare vari eroi o antieroi.

Mi piaceva l’idea degli “allineamenti”, la possibilità di parlare e agire seguendo non quello che sei, ma quello che nel gioco hai deciso di essere.

Da lì ho iniziato.

Ho trasformato negli anni un bisogno in “realtà altra”, un non-luogo dove far vivere i miei personaggi.

Non è un mondo dissimile dal nostro, non è popolato da elfi, nani o draghi. No è un mondo di umani, certo di razze ed etnie diverse, ma umane. E gli uomini possono essere tra loro molto cattivi se vogliono.

Non è un romanzo distopico, ma non è nemmeno la Contea di Tolkien.

È proprio quello che gli uomini, in determinate condizioni, possono fare, quello che mi affascina. Come si diventa un eroe? Come ci si può disumanizzare a tal punto da divenire una bestia, un demone per gli altri. Dov’è il confine tra il bene e il male? Questo mi ha spinto e ispirato a scrivere Rogan – L’Occhio di Djarrak.

Rogan – L’Occhio di Djarrak - giuliano bottani

In Rogan – L’Occhio di Djarrak la magia ha un ruolo fondamentale. Ci racconti qualcosa della tua visione del genere fantasy? Quanto è importante per te l’elemento “magico” nel narrare fantastico?

Fantasy o fantastico. Qui secondo me si gioca molto sul senso del genere fantasy e di quello che è fantasy nella letteratura.

In molti pensano a Tolkien quando sentono fantasy, ma George R. R. Martin ha dato un nuovo senso al fantasy, come moltissimi altri autori, si sono creati numerosi sottogeneri e meravigliosi ossimori.

Ma quando io penso al fantasy penso al fantastico, penso alla fantasia che entra nella realtà come ne “La Storia Infinita” o in “Alice nel paese delle meraviglie”, o ne “Il Piccolo Principe”. Una sorta di fiabesca realtà. Molti fantasy sono dei viaggi o delle grandi battaglie, ma non sono altro che metafore, come nelle fiabe, per raccontare la vita e le scelte che gli uomini fanno ogni giorno.

Sarò in grado di superare i miei limiti? Sono veramente buono? Mi sacrificherei per un’altra persona?

Ed ecco la magia.

Sì nelle Terre degli Antichi Dei (ambientazione del romanzo e blog omonimo, nda) la magia esiste. Ma per me la magia è un potere che consuma, che distrugge. Per questo solo pochi riescono ad averlo e ancora meno a controllarlo.

La magia non è un Deus Ex Machina che risolve le cose, le situazioni o ti rende migliore. No, la magia il più delle volte ti cambia, ti fa male e ti uccide. La magia è rara, inspiegabile. Come lo era per gli inquisitori nella caccia alle streghe.

La magia è diversa per ognuno, e non può esistere una scuola in cui insegnarla. Ma la magia è pure il fulcro di un mondo fantastico, è quello che ti fa dire: si può volare, si possono ascoltare i pensieri degli altri, si può fare. Ecco l’elemento “magico” è poter pensare che si può fare.

giuliano bottani

Parliamo dei personaggi di Rogan – L’Occhio di Djarrak. Come sono nati? quanto hai messo di te stesso in loro? In cosa invece li senti distanti da te?

Questa domanda mi fa sorridere.

La risposta non è facile. Molti personaggi sono nati con me, sono cresciuti negli anni di costruzione del mondo de Le Terre.

Alcuni sono rappresentazioni di persone reali che ho conosciuto e che ho trasportato nel romanzo. Rogan è stato il primo personaggio che ho creato, su di lui ho scritto una serie di racconti, di quando era più giovane e doveva crescere e io dovevo imparare a conoscerlo. Sul mio blog leterredegliantichidei.wordpress.com c’è il primo racconto che narra le sue gesta ed è gratis!

Come la maggior parte degli scrittori metto molto di me in alcuni personaggi, nel romanzo ho operato una frammentazione di me stesso riponendo degli aspetti di me nei tre protagonisti: Rogan, Dreja e Garvo. Ognuno di loro rappresenta parti del mio modo di vedere le cose, di affrontarle, di viverle. Sono i miei tre punti di vista sul mondo!

Ci sono, poi, un paio di personaggi che invece sento molto distanti da me: Jekop e Aneris, che però sono tra gli antagonisti che ho più amato, ho cercato di rendere le figure tiranniche che rappresentano il più umane possibile.

A volte scegliere il male può sembrare la soluzione più logica, più semplice ma per me non è così. Ho iniziato a scrivere proprio perché ho sempre visto il mondo in maniera più complessa, con sfumature, senza dicotomie: cioè senza bianco e nero, bene e male.

La vita è una scoperta meravigliosa se la si osserva da più punti di vista.

Oltre a Rogan – L’Occhio di Djarrak ti sei dedicato anche alla narrativa breve. Quale ritieni sia la tua dimensione, il racconto o il romanzo? Che progetti hai per il futuro?

Come ha fatto Marinetti con la rappresentazione “Il colpo di pistola”, si può sorprendere il pubblico e il lettore. Si può raccontare in una frase.

Si può mostrare un mondo in una foto. Però non sono un futurista, né tantomeno voglio indicare una forma ideologica per la scrittura o l’arte.

Sorprendere il lettore per me è una provocazione. Tutti i miei racconti sono provocazioni, perché nei racconti puoi sperimentare e osare. Mentre per un romanzo devi costruire un mondo, un pantheon di personaggi che devi rendere vivi attraverso lo scorrere delle pagine. Invece nel racconto il tempo ha una dimensione sua.

Ci sono storie e personaggi che durano il tempo di una sigaretta e ti rimangono dentro per tutta la vita.

Non so scegliere, amo la dimensione del racconto, ma adoro la forza del romanzo. Adesso viviamo in un tempo in cui forse il racconto sta riacquistando una sua dignità, come ad inizio secolo…vediamo… Per ora sto editando il secondo libro di Rogan e continuo a scrivere racconti e sceneggiature.

Inoltre ho il mio blog su cui pubblico con regolarità e in cui mi rifugio almeno una volta al mese.

E infine, la domanda a cui Miss Darcy non può rinunciare: come lo prendi il tè?

Per me va bene un tè nero aromatizzato al bergamotto o con un po’ di cannella…amo le spezie! E con il tepore di questo bel camino, si gusta meglio.

Grazie Giuliano!

Rogan – L’Occhio di Djarrak – sinossi

Rogan è il più grande mago delle Terre degli Antichi Dei.

Rogan è una leggenda. L’uomo che più di altri ha compreso il suo mondo.

Le Terre degli Antichi Dei sono da oltre mille anni senza Dei. Abbandonate. Devastate da guerre. E dal caos. Un mondo dove solo la coscienza guida gli uomini. Un mondo dove Bene e Male sono punti di vista.

Sarà Dreja, un giovane messaggero, accompagnato da un piccolo menestrello, Garvo, che si imbatterà nella grande Congiura, sopita da secoli, che porterà alla Rinascita. E sarà, per loro, un viaggio attraverso le Terre, che li porterà a scoprire loro stessi e la verità sul loro mondo. Saranno in grado di ritrovarsi, prima che avvenga la Rinascita? E Rogan, in tutta questa storia che parte avrà?

Rogan – L’Occhio di Djarrak – Presentazione

È un romanzo Dark Fantasy, un viaggio in un mondo popolato da uomini senza Dei.

È un romanzo Horror, in cui Demoni e Puri Spiriti si elevano per comandare sulle genti, usarle a loro piacimento. Soggiogarle al proprio volere.

È un romanzo Epico, in cui fazioni opposte si battono per il predominio del mondo: Alchimia contro Religione, Sapere contro Superstizione. E la Magia. Sullo sfondo. Così rara e pericolosa.

È il mio primo romanzo.

È Rogan – l’Occhio di Djarrak.

Link Vendita

https://www.amazon.it/Rogan-LOcchio-Djarrak-Giuliano-Bottani-ebook/dp/B01GYVDAGE/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1472914275&sr=8-1&keywords=rogan

PAGINA FACEBOOK: Rogan – L’Occhio di Djarrak

SITO WEB: www.leterredegliantichidei.wordpress.com

Giuliano Bottani – biografia

Rogan – L’Occhio di DjarrakMi chiamo Giuliano. Cognome Bottani. Sono un autore, scrittore e sceneggiatore.

A 20 anni ero uno sportivo, pesavo 70 kg, scrivevo per passione e non fumavo.

Pensavo la vita fosse un divenire e che potessi costruire il mio futuro con idee e passioni.

A 25 anni ero uno sportivo saltuario, pesavo 75 kg, scrivevo per passione e lavoravo (sceneggiature, racconti e articoli) e non fumavo.

Pensavo la vita fosse una gran figata e che mi potessi prendere il mondo costruendone di miei.

A 30 anni ho smesso con lo sport, pesavo 85 kg con punte di 90 kg, non scrivevo granché e ho iniziato a fumare.

Pensavo la vita ormai non potesse darmi quello che volevo e che alcuni miei sogni si fossero trasformati in incubi.

Ora, a 37 anni più o meno, mi muovo quasi regolarmente, peso 78 kg circa, scrivo regolarmente e fumo 5 sigarette al giorno. E sono innamorato!

Penso che la vita te la costruisci giorno per giorno e che i sogni vanno curati come piccoli giardini zen. E la felicità è una condivisione preziosa che ci illumina il sorriso come un raggio di sole.

Vivo e lavoro a Roma.

Le mie opere spaziano dall’horror al noir, dal fantasy alla fantascienza. Dalla trash alla commedia.

Potete leggere i miei ultimi racconti www.leterredegliantichidei.wordpress.com

Questo è il mio romanzo di esordio

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